La gara della Moto2 disputata sul tracciato inglese di Silverstone è stata senza ombra di dubbio la più emozionante ed incerta della stagione, almeno fino a questo momento. L'epilogo, poi, è stato da cineteca con quattro piloti arrivati ruota a ruota all'ultima curva ed uno stoico Senna Agius davanti a tutti in volata sotto la bandiera a scacchi per la prima volta da quando corre nel mondiale di categoria. Un risultato, quello ottenuto dall'australiano, che vale doppio per il team IntactGP: da una parte si tratta della definitiva consacrazione di un pilota su cui il team ha creduto per diversi anni, portandolo a conquistare il titolo Europeo Moto2 per poi fargli fare il salto nel mondiale.
Dall'altra, il suo trionfo ha reso meno amara una domenica complicata per l'altro lato del box, visto che a causa della caduta avvenuta mentre cercava di recuperare dopo uno start difficile, Manuel Gonzalez è caduto rimediato uno zero che si sarebbe potuto rivelare decisamente pesante se il diretto rivale Aron Canet avesse chiuso sul gradino più alto del podio, mentre ora “Manu” è ancora leader di campionato seppur con sole tre lunghezze di vantaggio sul pilota Fantic, quarto a fine gara.
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“Ad essere sinceri non mi aspettavo di poter vincere, perché ogni volta che effettuavo un sorpasso poi venivo superato nuovamente sul rettilineo e fisicamente è stata una corsa difficilissima per via del forte vento”, ha raccontato Senna a fine weekend. “Sapevo che all'ultimo giro avrei avuto bisogno di una strategia e per questo ho superato quanto prima Moreira mettendomi alle spalle di Alonso e Canet. All'ultimo cambio di direzione mi sono ritrovato prima esterno e poi interno, ho rischiato anche di perdere l'anteriore, ma ho pregato che tutto andasse per il meglio e sono riuscito a centrare la vittoria”.
“Quando ho tagliato il traguardo non sono riuscito a trattenere le lacrime e ho pianto per poi fermarmi alla prima curva rendendomi realmente conto di ciò che era appena successo”, prosegue con una dedica speciale. “Ho guardato il cielo per dedicare il successo a mio nonno che non c'è più, figura davvero fondamentale quando ho cominciato la mia avventura in Europa, ma chiaramente ringrazio anche il team per avermi portato fino a qui”. E chissà, magari questo successo del giovane australiano ha attirato anche la curiosità di qualcuno in MotoGP...
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