Era successo in Honda, volete vedere che si sta ripetendo in Ducati? Impossibile negare un fatto: Marc Marquez guida d'istinto, mascherando i problemi della moto in oggetto, usando le proprie qualità di funambolo, equilibrista e sprezzante del pericolo. Il suo talento, lo avete detto voi, colma eventuali lacune del mezzo meccanico. Sulla RC213V solo lui vinse i titoli dal 2013 al 2019, ai compagni di squadra momentanee soddisfazioni.
Come era Casey Stoner, del resto. L'australiano, spesso, se ne infischiava dell'assetto di fino e, durante la fase di sviluppo, percorreva una via completamente personale, escludendo alcuni aiuti elettronici "Sta porcheria" e senza arrovellarsi su telaio rigido, morbido, altezze o distanze. Il suo polso destro e una testa più unica che rara facevano la differenza, mentre i compagni di Marchio in Ducati - un po' anche in Honda - risultavano disorientati e sempre appesi a un filo.
Eccoci al sospetto: non è che in Ducati - inconsciamente e involontariamente- si sta materializzndo medesima dinamica? MM93 ha cominciato i test forte, ha debuttato vincendo, ha continuato a farlo e, nonostante non vinca dal Qatar, rimane il dominatore della serie. Magari, malgrado ben si sappia che Borgo Panigale segua i piloti allo stesso modo, sta succedendo che la via di sviluppo della GP25 è condizionata proprio dal talento smisurato del catalano, che maschera le falle come faceva Casey Stoner. L'aussie lo faceva in Ducati come in Honda. Marc lo ha fatto in Honda, in Ducati lo fa, come spiegato dagli ordini di arrivo.
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