Pol Espargarò saluta la MotoGP: “E' più un addio che un arrivederci”

Pol Espargarò saluta la MotoGP: “E' più un addio che un arrivederci”© Luca Gorini

Lo spagnolo del team Tech3 concluderà la sua carriera da pilota titolare a Valencia: “Sarà dura andarsene dopo 15 anni, ma le carriere diventeranno sempre più brevi”

23.11.2023 ( Aggiornata il 23.11.2023 17:01 )

In un Gran Premio di Valencia particolarmente ricco di motivi d'interesse, con una corsa al titolo ancora incerta e l'ultima gara di Marc Marquez con la Honda prima del passaggio in Ducati, si verificherà anche un addio, ovvero quello di Pol Espargarò. Il pilota spagnolo, campione del mondo Moto2 del 2013, disputerà infatti il suo ultimo GP da pilota titolare prima di lasciare spazio nel team GASGAS Tech3 a Pedro Acosta.

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Pol: “Ho le farfalle nello stomaco, so che sarà difficile tornare”


Ho le farfalle nello stomaco pensando al fatto che questa sarà la mia ultima gara da pilota a tempo pieno in MotoGP”, ha detto Pol senza nascondere l'emozione. “Ho frequentato questo paddock per 15 anni e sarà dura trattenere le emozioni a fine weekend, ma voglio comunque dare il massimo in queste ultime sessioni in sella per chiudere al meglio questa importante avventura. Anche perché Valencia è una pista che mi è sempre piaciuta molto e su cui ho ottenuto tanti risultati di rilievo”.

Penso di poter dire che questo sarà più un addio che un arrivederci, ma non si sa mai cosa potrà accadere in futuro”, ha continuato il pilota spagnolo. “Il livello in MotoGP è così alto che è veramente difficile tornare dopo essere stato lontano dalle gare e ritrovare la giusta competitività, soprattutto con i tanti giovani che stanno arrivando in classe regina ultimamente, ma se dovessi tornare non lo farei soltanto per essere uno dei tanti”.

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“L'aerodinamica sta diventando un problema, le MotoGP sono diventate stressanti”


Secondo il numero 44, la categoria è cambiata particolarmente da quando sono state introdotte così tante novità aerodinamiche: “Dal punto di vista tecnico, secondo me il problema è diventato l'aerodinamica. Stiamo andando verso un punto di non ritorno e onestamente preferivo la MotoGP di prima, in cui non c'erano ali, alette e tutti questi device. D'altro canto, ora per essere un pilota vincente devi essere un vero e proprio atleta, visto che le moto sono diventate davvero stressanti sia dal punto di vista fisico che mentale”.

Infine, non è mancato uno sguardo al futuro e ai piloti che stanno per approdare nella categoria nell'immediato futuro: “Nei prossimi anni arriveranno in MotoGP tanti piloti giovanissimi, ma sarà l'ultima volta visto che con l'innalzamento dell'età minima nelle classi minori si arriverà ben presto ad avere una carriera un po' più breve nella categoria regina. Ma non credo sia un male, visto che a 20 anni si recupera velocemente da un infortunio, mentre a 30 è davvero complicato e l'ho provato sulla mia pelle”.

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