GP Giappone: curve, lunghezza e criticità per la MotoGP

GP Giappone: curve, lunghezza e criticità per la MotoGP© Luca Gorini

Ecco tutto quello che c’è da sapere sul tracciato di Motegi, dove nel fine settimana del 29 settembre-1 ottobre si svolgerà il quattordicesimo appuntamento del Motomondiale

29.09.2023 ( Aggiornata il 29.09.2023 17:31 )

Mondiale totalmente riaperto. E’ questo lo scenario del campionato 2023 quando la MotoGP lascia l’India per proseguire il suo lungo tour asiatico. La vittoria di Bezzecchi e l’ennesimo zero di Bagnaia nelle gare lunghe, hanno fatto sì che la classifica si accorciasse in modo da regalarci un finale di stagione bellissimo prima di arrivare a Valencia.

Il secondo appuntamento del tour asiatico è un’altra venue ormai storica del Motomondiale, il Gran Premio del Giappone sul Twin Ring di Motegi.

Non tutti sanno che…

Il Gran Premio del Giappone è entrato in calendario ufficialmente soltanto nel 1963 ma è stato assente per ben 20 anni a causa del ritiro dalle competizioni di Honda e Suzuki nel 1968. Dal 1962 al 1967 era la gara conclusiva della stagione ma non vi prendevano parte né la classe 500 e nemmeno i sidecar.

La gara, oltre che a Suzuka, si è svolta anche al Fuji nel biennio 1966-1967 per poi tornare in pianta stabile sempre a Suzuka dal 1987 al 2003, anno dell’incidente mortale di Kato.

Storia, caratteristiche e mondiali vinti al "Twin Ring"


Come abbiamo visto anche per altri Gran Premi che hanno cambiato spesso sede, così è stato anche per il Gran Premio del Giappone che si è disputato a Suzuka e Fuji per poi stabilirsi definitivamente a Motegi dal 2004. Prima che diventasse ufficialmente sede del Gran Premio del Giappone, Motegi è stato sede del Gran Premio del Pacifico dal 2000 al 2003. Con l’incidente mortale di Kato a Suzuka nel 2003, l’iconica pista a forma di 8 viene rimossa dal calendario per motivi di sicurezza (tutt’oggi viene disputata la mitica 8h di Suzuka dell’Endurance oltre alle gare asiatiche) per far spazio alla più sicura Motegi 

Il Twin Ring Motegi è stato costruito ed inaugurato nel 1997 dalla Honda, tutt’ora proprietaria della pista, sede dei test delle moto della Casa dell’Ala. Si chiama Twin Ring perché è un complesso che contiene due circuiti: lo stradale di 4.801 metri utilizzato dal Motomondiale e dalle gare asiatiche, e l’ovale di 2.493 metri utilizzato per le gare automobilistiche. 

Il tracciato stradale di Motegi misura 4,8 km, ha una larghezza di 15 metri, il rettilineo più lungo misura 762 metri, le curve sono 14, 8 a destra e 6 a sinistra. Per la MotoGP sono previsti 24 giri, 22 quelli della Moto2 e 20 quelli della Moto3. 

Pista titolata

Da quando è nel calendario del Motomondiale, la pista di proprietà della Honda è stata teatro di cinque vittorie del titolo ottenute da tre piloti: 2007 Stoner, 2008 Rossi, 2014-2016-2018 Marquez.

23 settembre 2007, il GP del Giappone è l’appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione praticamente dominata da Stoner con la Ducati, Rossi con la Yamaha può poco contro lo strapotere della GP7 in mano all’australiano. Con il sesto posto ottenuto in gara, Casey si laurea per la prima volta campione del mondo piloti e con lui fa festa anche Ducati che centra il titolo MotoGP appena quattro anni dopo dal suo debutto.

 

28 settembre 2008, il GP del Giappone è l’appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione vissuta tutta sul duello tra Rossi e Stoner per il titolo iridato e che si risolve a Motegi con vittoria e titolo per il Dottore a tre gare dalla fine del campionato. Titolo festeggiato con la solita maglia celebrativa “Scusate il ritardo” e dedicato poi alla memoria di Norick Abe, morto l’anno prima in un incidente stradale.

 

12 ottobre 2014, il GP del Giappone è l’appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione clamorosa di Marquez con 10 vittorie nelle prime 10 gare. Dopo la vittoria a Silverstone, seguono due passaggi “a vuoto” a Misano ed Aragon, prima della vittoria matematica del titolo proprio a Motegi grazie al secondo posto alle spalle di Lorenzo.

16 ottobre 2016, il GP del Giappone è l’appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione che vede Marquez più ragionatore rispetto alla stagione precedente, poche vittorie ma tanti piazzamenti. Il titolo arriva ancora in Giappone come nel 2014 ma questa volta gli viene servito su un piatto d’argento grazie al doppio harakiri Yamaha: infatti Rossi e Lorenzo si auto eliminano dalla gara a 13 giri di distanza l’uno dall’altro.

21 ottobre 2018, il GP del Giappone è l’appuntamento 16 di 19 previsti in quella stagione. Stagione che vede Marquez più carico che mai dopo il duello per il titolo con Dovizioso finito solo alla gara di Valencia. A Motegi ancora una volta chiude i conti per il titolo con tre gare di anticipo vincendo la gara davanti a Crutchlow e Rins.

I tratti caratteristici del tracciato giapponese


La conformazione della pista di Motegi è abbastanza particolare: presenta 5 rettilinei, dei quali quello più lungo è quello situato tra curva 10 e curva 11 che misura 762 metri ed ha una seconda parte in discesa, il tornantino lento di curva 10 e due punti che più o meno si somigliano: curva 1-2 e curva 3-4.

I punti di frenata più difficili sono: curva 1-2, doppia destra piuttosto lenta dopo il rettilineo dei box che va raccordata in una unica traiettoria; curva 3-4, assomiglia per tipologia alla prima curva ed anch’essa va raccordata; curva 5, una destra abbastanza impegnativa, facile sbagliare la traiettoria in uscita; curva 10, l’unico tornante vero della pista giapponese, facile perdere l’anteriore in frenata; curva 11, la destra in fondo al lungo rettilineo, facile andare lunghi. 

I punti, invece, di sorpasso sono: curva 1-2, arrivando dal rettilineo principale sfruttando la scia; curva 3-4, arrivando dall’allungo fuori da curva 2; curva 5, arrivando dall’allungo fuori da curva 4; curva 9, la sinistra che immette al breve allungo per curva 10; curva 10, si può fare ma è facile subire l’incrocio di traiettoria; curva 11, sfruttando la scia del lungo rettilineo; per la classica chance da ultimo giro le curve 13-14 (Dovi-Marquez 2017 insegnano) 

Statistiche e record del Gran Premio del Giappone


Come abbiamo detto in apertura, il Gran Premio nella terra del Sol Levante si disputa in via ufficiale dal 1963, è stato assente per quasi 20 anni e non si sono disputate le edizioni del 2020 e 2021 (come del resto la 8h di Suzuka) per via della pandemia da Covid 19. Con quella di quest’anno, sono 40 le edizioni della gara così suddivise: 19 a Suzuka, 2 al Fuji, 18 a Motegi.

Il primo Gran Premio del Giappone valevole per il Mondiale risale al 1963 a Suzuka: vittorie di Luigi Taveri in classe 50 (Honda), Frank Perris in 125 (Suzuki), Jim Redman in 250 (Honda). Redman vinse anche la 350 ma non valeva per il Mondiale. L’ultima gara disputata a Suzuka risale proprio a quel tragico 6 aprile 2003 segnato dall’incidente di Kato: vincono Stefano Perugini in 125, Manuel Poggiali in 250 e Valentino Rossi in MotoGP.

La prima gara disputata a Motegi risale al 1999: successi di Masao Azuma in 125, Shinya Nakano in 250 e Kenny Roberts Jr in 500

L’ultima edizione, quella dello scorso anno, prima dopo il biennio di assenza causa Covid, ha visto i successi di: Izan Guevara in Moto3, Ai Ogura in Moto2 e Jack Miller in MotoGP 

Per quanto riguarda la MotoGP, la Pole 2022 è di Marc Marquez in 1’55”214 mentre il giro record in gara è di Jack Miller in 1’45”198 fatto segnare al nono giro. Resiste ancora l’All Time Lap Record di Jorge Lorenzo del 2015 in 1’43”790

Per quanto riguarda la Moto2, la Pole 2022 è di Aron Canet in 2’04”939 mentre il giro veloce della gara è di Augusto Fernandez in 1’50”801. Resistono sia il giro record in gara di Franco Morbidelli del 2016 in 1’50”788 che l’All Time Lap Record di Johann Zarco sempre del 2016 in 1’49”961

Per quanto riguarda la Moto3, la Pole 2022 è di Tatsuki Suzuki in 2’11”246 mentre il giro veloce della gara è di Jaume Masia in 1’57”360. Resistono sia il giro record in gara di Alex Marquez del 2014 in 1’57”112 che l’All Time Lap Record di Hiroki Ono del 2016 in 1’56”443.

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