MotoGP, il duello tra Bagnaia e Martin è da record 

MotoGP, il duello tra Bagnaia e Martin è da record 

Nuovi record vengono stabiliti nella MotoGP 2023 tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin, ma non è la prima volta che i giochi potrebbero chiudersi prima di Valencia

17.11.2023 11:45

Un piccolo grande record, il duello tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin l’ha già conseguito: da quando esiste la MotoGP, 2002, a due gare dalla fine non c’erano mai stati così pochi punti, in proporzione, a separare primo e secondo in classifica. I 14 punti di vantaggio di Pecco non sono il valore più basso in assoluto, se è vero che nel 2015 Valentino Rossi guidava su Jorge Lorenzo con 11 lunghezze di vantaggio, ma quegli 11 erano il 22% dei punti ancora disponibili (50). Ora, invece, con l’introduzione delle Sprint, i punti sono diventati 37 per weekend, e le 14 lunghezze di divario in favore di Bagnaia rappresentano il 18,9% sui punti ancora in palio.

Guidare il Mondiale alla vigilia del penultimo GP è ovviamente un vantaggio ma, come detto, nei nove precedenti in cui il Mondiale era ancora aperto a due gare dalla fine, mai il divario era stato così esiguo in proporzione. Quindi l’8-1 in favore del leader iridato a due weekend dal termine va preso con le molle, pensando alla situazione odierna.

Da Valentino Rossi a Joan Mir: quando i piloti hanno trionfato in anticipo

In questi nove precedenti, quattro volte il penultimo GP è stato decisivo per l’assegnazione del titolo. Avvenne nel 2004, quando Valentino Rossi – 254 punti contro i 224 di Sete Gibernau – chiuse i conti a Phillip Island aggiudicandosi il GP nel duello contro il rivale, battuto di 97 millesimi sul traguardo australiano. Nel 2009, Rossi chiuse in Malesia contro Jorge Lorenzo: il +38 della vigilia venne potenziato grazie al terzo posto in gara davanti al compagno di squadra. Nel 2012 fu proprio il maiorchino a laurearsi campione al penultimo GP: il +18 su Dani Pedrosa venne ampliato in modo decisivo in Australia, con il secondo posto dietro Casey Stoner (all’ultimo successo iridato) mentre Pedrosa cadde. Nel 2020 è stato il conterraneo di Jorge, Joan Mir, a festeggiare con una gara d’anticipo: a Valencia, all’allora pilota della Suzuki è bastato il settimo posto, in virtù del quarto di Alex Rins, dello “zero” di Fabio Quartararo (entrambi a -37 alla vigilia) e del 10° di Maverick Vinales, partito dal -41.

MotoGP, Classifica piloti

Lotte che si rovesciano: Hayden e Lorenzo

Nell’era MotoGP, i titoli assegnati all’ultimo appuntamento sono stati cinque. Il più rocambolesco fu quello del 2006, quando Nicky Hayden ribaltò lo svantaggio nei confronti di Rossi, caduto a Valencia. Kentucky Kid era approdato al penultimo GP a +12 su Valentino, con gli stessi Marco Melandri, Loris Capirossi e Pedrosa ancora in corsa: proprio quest’ultimo all’Estoril, cadendo e abbattendo il compagno di team Hayden, fece a Rossi un regalo che però il Dottore non scartò, beffato sul traguardo da Toni Elias (per due millesimi, il distacco più esiguo nella MotoGP), perdendo quei cinque punti che lo avrebbero laureato campione anche in virtù del tredicesimo posto ottenuto a Valencia dopo la scivolata.

Altrettanto doloroso, per Rossi, è stato il 2015, unico caso di Mondiale ribaltato negli ultimi due GP: il +11 del Dottore a Sepang si trasformò nel +5 finale di Lorenzo, con in mezzo gli episodi di Sepang con Marc Marquez (in conferenza stampa e in pista) e la retrocessione in fondo alla griglia di Valencia. Con le accuse di “biscotto” agli spagnoli che rappresentano un nervo ancora scoperto.

Marquez ha festeggiato a Valencia nel 2013, contenendo la rimonta di Lorenzo, e nel 2017, gestendo il vantaggio su Andrea Dovizioso. L’ultimo Re incoronato a Cheste è stato proprio Bagnaia, un anno fa: arrivato sul +14 (proprio come oggi…) al penultimo GP, Pecco ha vinto in Malesia ma Quartararo, stoico terzo nonostante una mano fratturata, ha tenuto i giochi aperti fino all’ultimo GP, dove al ducatista è bastato il nono posto per ottenere il numero 1. Il simbolo che oggi difende contro Martin.

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