Oli Bayliss: “Il mio cognome non mi mette pressione” | Esclusiva

Oli Bayliss: “Il mio cognome non mi mette pressione” | Esclusiva© GPAgency

Il figlio di Troy, tre volte campione del mondo Superbike, ha girato a Misano con la Ducati del team D34G: “L'inizio di stagione è stato buono, punto al top entro fine stagione”

28.03.2023 ( Aggiornata il 28.03.2023 16:16 )

Tra i piloti di caratura mondiale che in questi giorni sono scesi in pista a Misano, vanno annoverati i due portacolori del team D34G di Davide Giugliano nel mondiale Supersport, ovvero Maximilian Kofler (prossimo al debutto stagionale ad Assen) e, soprattutto, Oliver Bayliss. Il figlio di Troy Bayliss, tre volte campione del mondo SBK e leggenda del motociclismo mondiale, sta disputando la sua seconda stagione in SSP, dove corre con una Ducati Panigale V2.

Nel corso del test abbiamo avuto l'occasione di parlare con Oliver a proposito del suo inizio di stagione tutto sommato positivo, degli obiettivi futuri e del “peso” di un cognome così importante per il mondo delle due ruote e delle derivate dalla serie. Ecco cosa ci ha detto, in esclusiva.

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Bayliss: “L'inizio di stagione è stato promettente”


Oli, raccontaci del tuo inizio di stagione: sei soddisfatto dei risultati ottenuti?

Posso dire di essere abbastanza contento del mio rendimento. Abbiamo avuto momenti più complicati e altri positivi, ma tutto sommato abbiamo cominciato con il piede giusto. L'Indonesia non è stata semplice anche se abbiamo centrato una Top 10, mentre a Phillip Island, nella mia gara di casa, sono andato molto forte, specialmente nei test in cui sono riuscito ad occupare costantemente le posizioni di alta classifica. Il bilancio dei primi due round può essere positivo”.

Questi test a Misano sono stati utili?

Sì, molto. Il meteo non ci ha aiutato visto che le temperature non sono state altissime e c'è stato anche qualche scroscio di pioggia che non ha permesso di effettuare un vero e proprio time attack, ma ho avuto modo di acquisire una maggior confidenza con i membri del team. Stiamo provando a fare uno step in avanti per arrivare a lottare sempre nella parte alta della classifica”.

A proposito del team, come ti stai trovando con il D34G Racing?

Bene, con loro riesco a lavorare meglio rispetto al team con cui correvo lo scorso anno (Barni, ndr). La moto è simile essendo sempre una Ducati Panigale V2, ma dall'altra parte c'era il problema della barriera linguistica, mentre qui nonostante sia una squadra italiana, l'inglese non è un problema e si riesce ad essere più veloci nella fase di comunicazione, che è un aspetto fondamentale a questi livelli”.

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