Finalmente la Superbike torna in pista questo weekend, ma prima il Campione in carica ci ha raccontato i suoi avversari
Compirà 40 anni il 21 novembre, eppure nonostante l’età che alza la media anagrafica in Superbike, Alvaro Bautista rimane il pilota da battere in pista. Dopo tre round è leader del campionato, forte anche della soluzione all’ostacolo del peso minimo, nuova regola destinata a condizionare soprattutto lui: il binomio Alvaro-Ducati è, al momento, più forte di tutto. Anche di Toprak Razgatlioglu, che appare rinvigorito dalla sfida BMW. Prima di tornare in pista in questo weekend per il round di Misano, lo spagnolo è stato ospite alla SMC Scuola Motociclismo, un progetto lodato dal tre volte (due in SBK) campione del Mondo: "È bellissimo, perché è una scuola a cui possono iscriversi tutti, dal professionista all’amatore, e che ti insegna ad andare in moto con le più moderne tecniche di guida, con un metodo di allenamento personalizzato e soprattutto in modo sicuro, che è la cosa più importante".
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Come sta andando il tuo 2024?
"L’inizio è stato un po’ strano: in Australia le gare sono state caratterizzate dal cambio gomme, mentre ad Assen abbiamo trovato condizioni meteo un po’ strane, con freddo e pioggia. Sono stati tre round diversi tra loro. Sinceramente sono molto sorpreso di essere primo in campionato: in inverno ho fatto fatica con l’infortunio (rimediato nei test autunnali di Jerez, nde) e il feeling con la moto non è ancora perfetto. Però abbiamo trovato qualche aiuto, in grado di farmi guidare la Ducati in modo simile all’anno scorso, ma non siamo ancora al 100%. Inoltre lo stesso livello in griglia si è alzato, sono arrivati piloti nuovi con tanta fame. È stato molto interessante. È stato un inizio di stagione un po’ difficile ma sono contento per come sta andando".
Come state affrontando la regola del peso minimo?
"Chiaramente ho una moto più pesante perché io non posso prendere tanti chili, anche se in inverno un po’ ci ho provato, ma alla fine se peso di più sono più lento nei movimenti e lo è anche la mia reazione. Se voglio essere al top della performance devo avere un determinato peso. Allora abbiamo dovuto aggiungere peso sulla moto, che è diventata più difficile da guidare in tutte le fasi: staccata, inserimento in curva, cambio di direzione, piega. Inoltre sono un pilota piccolo: già faticavo prima, ora il trend è accentuato. Però questa è la situazione e la stiamo affrontando".
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Ti motiva il fatto di avere un compagno di squadra giovane come Nicolò Bulega?
"Certo, ma non tanto per l’età, bensì perché è forte. Essere giovani non è sinonimo di essere forti, guardate me! Sono vecchio e ancora vado forte, ed è sempre più bello. Anche Nicolò ha un talento bestiale ed è uno dei migliori piloti della Superbike. Già l’anno scorso avevo detto che sarebbe stato in lotta per il titolo, sapevo che avrei dovuto fare i conti con lui. Chiaramente il primo pilota che vuoi battere è il tuo compagno di squadra, e personalmente mi va molto bene che ci sia lui. E va bene anche per la squadra, sarà ancora più competitiva".
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