SBK Jerez, Rea saluta Kawasaki: “Volevo finire nel migliore dei modi”

SBK Jerez, Rea saluta Kawasaki: “Volevo finire nel migliore dei modi”© GPAgency

Il nordirlandese chiude la sua avventura in verde con un diciassettesimo posto, figlio di una caduta mentre era in testa alla gara dopo una ottima partenza. Non il miglior finale possibile dopo nove anni.

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29.10.2023 ( Aggiornata il 29.10.2023 16:44 )

Termina con una mesta diciassettesima posizione in rimonta dopo la caduta nei primi giri l’avventura in Kawasaki di Jonathan Rea. Nove bellissimi anni nei quali ha portato alla Casa di Akashi 6 titoli piloti e 104 delle sue 119 vittorie. Eppure, era scattato bene dalla terza posizione, andando a prendersi subito la testa della gara su Bautista e provando a mettere subito un buon margine approfittando delle difficoltà iniziali dello spagnolo. Poi la caduta ha rovinato tutto, con la rimonta fino alla diciassettesima piazza a dimostrazione di voler comunque chiudere la gara. 

Gara per il team 

Non può essere certo soddisfatto dell’esito di questa gara Jonathan Rea. Nel giorno dell’addio a Kawasaki, il nordirlandese avrebbe voluto regalare al team che lascia la seconda vittoria stagionale o quantomeno un podio per chiudere degnamente questi nove anni in verde. “Non stavo guidando con emozioni o rabbia, guidavo bene la mia moto. Ho detto agli uomini di Dorna che Pere (Riba, ndr) ha fatto una grande modifica (più o meno tipo quella dei test di maggio sempre qui) che ha funzionato piuttosto bene, anche se il grip del weekend è stato piuttosto basso. Siamo tornati al setting delle ultime gare e già dal giro di uscita dalla pit lane mi sentivo bene. Con partenza da fermo ho fatto segnare un incredibile 40”4, forse un po’ troppo bene. Ho preso un po’ di margine e quando sono arrivato alla curva 2 sono entrato con un po’ troppo angolo di piega e sono caduto. Non la fine che io ed il team volevamo, volevo che finisse nel migliore dei modi. Il semimanubrio di destra era piegato in avanti e la pedana era limata di 15 millimetri, volevo solo finire la gara. Dopo la caduta ero il secondo o terzo più veloce in pista, più veloce di quanto ho girato ieri. Ho continuato perché magari avrei preso un punto. Ho visto Guim (Roda, ndr) tre giri dopo che sono caduto incitarmi fino alla fine.”

Kawasaki deve migliorare 

Nonostante lasci il team, Rea non lascia nulla al caso incitando comunque Kawasaki a migliorare la moto durante l’inverno per regalare al suo successore Bassani un pacchetto che gli permetta di lottare con i migliori. “Vedendo il mio passo dopo la caduta, avrei avuto la possibilità di giocarmi il podio o la vittoria. Quest’anno mi sono trovato in situazioni dove non riuscivo a lottare con le altre moto, è stato frustrante. E’ stato totalmente un errore mio quello di oggi. Abbiamo chiuso a troppi punti di distanza dal campione del mondo, è la fotografia della stagione. Sia io come pilota che anche Kawasaki come costruttore dobbiamo migliorare. Sono sicuro che il team lavorerà tanto in inverno ed anche io lo farò.” 

Bautista e Toprak un passo avanti

L’incognita per l’anno prossimo ovviamente sarà vedere se Jonathan Rea sarà in grado di stare, come quest’anno quando poteva, al passo di Bautista e Razgatlioglu. “Non so se io, Bautista e Razgatlioglu saremo un passo avanti agli altri, è presto per dirlo. Sicuramente lui e Bautista sono un passo avanti a me, devo trovare il prossimo livello. Nel 2024 ci sarà un nuovo regolamento e nuovi piloti su nuove moto, vedremo.”

Weekend di emozioni

Per tante ragioni quello di Jerez è stato un weekend pieno di emozioni per Jonathan Rea, con il bel momento finale tornando al box finito la gara. Ad aspettarlo tutti i meccanici del team, la moglie con i figli, Pere Riba e Fabien Foret, suo coach. “Nel weekend ho speso più energie mentali per via delle tante emozioni, la mia testa però era libera. La cosa più dura è stata lasciare i meccanici in pit lane e andare a schierarmi in griglia. Avrei voluto finire con il podio ma è andata così. Bello tutto quello che hanno organizzato per me in pit lane, io devo tanto al team e il team deve tanto a me.”

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