SBK Imola, Rea: "Mi lamento? Quando vincevo non guadagnavo 3 decimi sul dritto"

SBK Imola, Rea: "Mi lamento? Quando vincevo non guadagnavo 3 decimi sul dritto"© GPAgency

L'INTERVISTA - "Le mie non sono lamentele, ma fatti. I 250 giri in più? Già i precedenti non potevamo usarli con questa specificia di motore, quindi..."

13.07.2023 ( Aggiornata il 13.07.2023 17:59 )

Imbattuto dal 2018, eppure non favorito. E’ questo il paradosso che affronta Jonathan Rea ad Imola, tracciato sul quale appunto il nordirlandese ha vinto tutte e 4 le ultime manche disputate. Anche le due del 2019, quando l’uragano formato da Alvaro Bautista e la Ducati Panigale V4R stava iniziando ad abbattersi sul campionato. Oggi quell’uragano sta decisamente ponendo la sua impronta, come testimoniato dalla decisione della FIM di togliere ulteriori 250 giri alle Panigale, consegnandone ulteriori 250 alle ZX-10R.
 
“Onestamente non ne sapevo nulla – le parole di Rea a riguardo - posso solo dire che i precedenti 250 giri in più, con la nostra specifica di motore, non li potevamo usare. Quindi…”
 
Cosa risponderesti a chi dice che tu, Razgatlioglu ed altri vi lamentate troppo della situazione tecnica attuale?
 
“Io non mi lamento, mostro dei fatti. Quando ho vinto 6 titoli consecutivi non guadagnavo tre o quattro decimi su Davies sul rettilineo, ora è diverso. Rispetto Bautista, sta facendo un ottimo lavoro, ma mi piacerebbe chiedere alle persone se secondo loro Alvaro è così più forte di Toprak. Tutti hanno opinioni, idee e pareri: io sono onesto nel diro che dobbiamo migliorare, e nel contempo mostro dei fatti. Se dovessi dire che il merito di certi risultati è solo di Alvaro direi una bugia: è un mix di elementi. Credo che sia lui che Ducati dovrebbero semplicemente godersi il momento, senza pensare ad altro: è facile quando sei al top pisciare in testa agli altri, ma non è bello. E’ meglio godersi il momento”.

Rea, il ritiro e le esperienze del passato

Hai detto di aver pensato al ritiro. Hai parlato con la tua famiglia per decidere?
 
“Parlo di tutto con la mia famiglia, dato che deve essere a conoscenza di ogni aspetto della mia vita, e dunque anche di questo. Onestamente mi sento ancora di poter dare tanto a questo sport, e ogni piccola vittoria mi motiva a continuare. Mi piace questa vita, anche negli aspetti negativi come i tanti viaggi. Le interviste? Ora le apprezzo di più che nel passato, dato che sono più maturo”.
 
Hai già pensato a cosa potrebbe accadere dopo la scadenza del tuo contratto con Kawasaki?
 
“Sì, ma sono cose che preferisco tenere per me. Onestamente non so invece cosa mi attenderà dopo il ritiro. Ci sono piloti che diventano commentatori, Team Manager, ma non sono cose che mi interessano. Ovviamente penso a come sarà la vita da ritirato, ma non ne ho idea”.
 
Sei l’unico pilota nella storia capace di fare doppietta in due anni con 2 moto diverse a Imola. Honda nel 2014 e Kawasaki nel 2015. La tua situazione attuale è simile a quella del periodo in Honda? Una moto veloce ma non abbastanza per il titolo?
 
“Sì, la mia situazione attuale ricorda quel periodo, così come le mie sensazioni. A volte lo sforzo per cogliere una terza posizione è lo stesso di quando si vince, ma ora Ducati ha alzato l’asticella, e noi di Kawasaki stiamo faticando a migliorare il nostro pacchetto. A Donington è stato davvero bello lottare per il successo, specie se ripenso a Misano, dove faticavo a vedere Alvaro. Oggi, come nel 2014, lottare per il successo in ogni fine settimana è difficile”.
 
L’esperienza del passato ti aiuta a gestire meglio quella attuale?
 
“All’inizio è sempre difficile situazioni del genere dal punto di vista mentale: sei abituato a vincere, e di colpo qualcuno arriva e diviene più veloce. Serve tempo per gestire la cosa e cambiare i propri obiettivi. Ora l’obiettivo è il podio, ed avere le giuste sensazioni in sella. E’ dura, ma devo solo cercare di mantenere lo spirito giusto”.

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