SBK Imola e i suoi duelli: Bayliss vs Edwards, Toseland vs Laconi... e non solo

SBK Imola e i suoi duelli: Bayliss vs Edwards, Toseland vs Laconi... e non solo© GPAgency

La battaglia del 2002 tra Troy e Colin per il titolo è storia, come la lotta interna al team Ducati due anni dopo. Viaggio nel viale dei ricordi di una pista mitica 

11.07.2023 11:48

Se c’è una terra, o per meglio dire un tracciato, che trasuda Superbike da tutti i tasselli del suo asfalto, quello probabilmente è Imola. È un qualcosa di mistico, di difficilmente spiegabile, ma è così: il pubblico, la conformazione del circuito, tutto sembra calzare a pennello allo spirito delle derivate di serie, ed il ritorno del campionato ad Imola in questa stagione è una sorta di ritorno a casa. Anche per cancellare l’ultimo attuale ricordo della Superbike in riva al Santerno, con quella Gara 2 del 2019 cancellata – tra proteste e meeting infiniti – a causa della pioggia. La stessa pioggia che ha impedito ad Imola di ospitare in maggio la Formula 1, tanto che l’arrivo della Superbike rappresenta per il tracciato anche un piccolo ritorno alla normalità.

Lo sguardo volge dunque al futuro, a quello che lo storico tracciato romagnolo saprà regalare, ma prima è giusto quanto interessante ripensare per un attimo a quello che ha già regalato, perché di materiale da ricordare non ne manca. Tanto che se chiedessimo ad un amante della Superbike quale sia stata la gara più emozionante della storia delle derivate, la risposta sarebbe probabilmente “Imola 2002”: del resto stiamo parlando di un duello carena contro carena per il titolo mondiale, all’ultimo round della stagione, tra due piloti che della Superbike hanno fatto la storia.

Ducati vs Honda

Parliamo di Troy Bayliss, campione in carica dopo l’alloro conquistato l’anno precedente e Colin Edwards, già titolato nel 2000. I due padroni della Superbike dell’epoca insomma, arrivati all’ultimo appuntamento della stagione 2002 nuovamente in lotta per l’iride, con un punto – a favore dello statunitense – a separarli in classifica generale.

Il resto è storia, con una Gara 1 interrotta dalla bandiera rossa e vinta da Edwards e soprattutto una Gara 2 divenuta materiale per cultori: Bayliss ed Edwards infatti diedero vita alla battaglia delle battaglie, con l’australiano prima impegnato a favorire il rientro del compagno Ruben Xaus – in caso di successo Troy avrebbe avuto bisogno di un 3° posto di Colin visti i 6 punti di ritardo – poi deciso a vincere almeno il duello finale, andato invece ad un altrettanto meraviglioso Texas Tornado.

Magistrale lo scambio di sorpassi tra i due tra la Villeneuve, la Tosa e la Piratella, dove un’imbarcata della 998 di Bayliss spianò la strada di vittoria e titolo al rivale di casa Honda. “Sentivo il pubblico – il commento anni dopo di Troy – ed anche se persi il titolo fu speciale”. Del resto Imola seppe farsi perdonare nei confronti di uno dei piloti più ducatisti nella storia della casa bolognese, dato che nel 2006 proprio in riva al Santerno Troy poté festeggiare il suo secondo titolo in Superbike: dopo una stagione da assoluto dominatore infatti all’australiano bastò un quinto posto in Gara 1 per laurearsi campione, alzando il trofeo nel round più importante per Ducati.

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