Bassani-Rinaldi: la nuova rivalità tutta italiana della Superbike

Bassani-Rinaldi: la nuova rivalità tutta italiana della Superbike© GP Agency

I due piloti Ducati hanno fatto parlare molto di sè in questa prima fase di stagione, e non solo per i risultati ottenuti 

08.06.2023 ( Aggiornata il 08.06.2023 09:39 )

La prima fase della stagione 2023 della Superbike ha mostrato, oltre allo strapotere Ducati con Alvaro Bautista, autore di quattordici successi in quindi manche disputate, anche l'arrembante avvio di Axel Bassani e Michael Rinaldi. I due compagni di marca hanno fatto parlare molto di sé e non solo per il risultati ottenuti in pista, ma anche per una rivalità che se già in un primo momento si dimostrava lieve e sopita, dopo gli episodi del round di Barcellona ha definitivamente preso forma, per poi consolidarsi a Misano, seppur solamente ai microfoni. Un dualismo che ha come premio in palio forse qualcosa in più rispetto al canonico rispetto in favore di un status che si vuole accrescere sempre più all'interno della griglia, ma che forse trova il suo significato più profondo in una logica di gerarchie interne alla casa di Borgo Panigale. Le scintille provocate a margine del round di Barcellona non sono passate inosservate, per due piloti tanto diversi per carattere, carisma e personalità, quanto simili per obiettivi ed ambizioni; due fattori destinati a collidere in favore dell'uno o dell'altro all'interno del super competitivo mondo della top class tra le derivate di serie.

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I fatti di Barcellona e la sella ufficiale 

Negli ultimi anni la Superbike ha saputo dimostrare di restare vigile di fronte all'espansione del politically correct senza però perdere la sua essenza più pura. In tal senso, le dichiarazioni a fine gara dei protagonisti dimostrano spesso questa sincerità agonistica quasi d'altri tempi, round dopo round. Non sono passate inosservate le parole, non decisamente al miele, di Axel Bassani nei confronti di Michael Rinaldi, riferite alla Superpole Race di Misano. Il pilota del Team Motocorsa non le ha mandate a dire al connazionale, sottolineando il fatto che Rinaldi non sappia sorpassare. Parole forti, o quatomeno a dir poco pungenti nell'attuale mondo sportivo in cui ci troviamo; parole che si aggiungono all'intensa diatriba di Barcellona che ha dato il via, potremmo dire in maniera ufficiale, ad una rivalità che sembra avere il potenziale (anche mediatico) per trascinarsi per più anni consecutivi. 

A Barcellona, Rinaldi e Bassani si erano trovati l'uno contro l'altro in bagarre e, un sorpasso più che deciso, al limite della regolarità, da parte del riminese, aveva provocato l'immediata reazione di Bassani, il quale ha subito restituito il favore al connazionale attraverso un'entrata in curva alquanto aggressiva che ha causato la caduta del rivale. A fine gara i due piloti si sono inevitabilmente scontrati verbalmente, dando inizio ad una diatriba che ha come sfondo la perenne rincorsa alla sella ufficiale Ducati da parte di Bassani nonché un latente nervosismo da parte di un Rinaldi che costantemente subisce le prestazioni del compagno di squadra Alvaro Bautista, non raccogliendo i risultati che in molti si aspettano in virtù della competitività della moto italiana.

Obiettivi e aspettattive

Erano anni che non si vedeva una rivalità così accesa per quanto riguarda due piloti italiani. Bisogna pur dire che le condizioni affinché tutto ciò avvenisse c'erano già da molto tempo. Entrambi, sia Bassani che Rinaldi, competono per gli stessi obiettivi e per la medesima scalata sociale all'interno del paddock della Superbike. In questa stagione Rinaldi sta raccogliendo meno di quanto avrebbe voluto e probabilmente dovuto, con i cinque podi conquistati che, per quanto lodevoli, non rappresentano il giusto contraltare alle prestazioni del compagno di squadra, Bautista, che stanno oscurando appieno i piccoli miglioramenti del riminese. Discorso simile per Axel Bassani che proprio a Misano ha conquistato il primo podio della stagione grazie alla caduta dello stesso Rinaldi. Il pilota di Feltre è costantemente alle prese con una Ducati inferiore dal punto di vista competitivo rispetto ai compagni di marca e, sebbene non manchino le soddisfazioni per un pilota che continua ad ergersi a riferimento tra i team indipendenti, si aspetta, lecitamente, qualcosa in più sia dalla Ducati (intesa come azienda) sia dal suo futuro.

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