Alvaro Bautista campione del mondo. Dal motomondiale alla Superbike

Alvaro Bautista campione del mondo. Dal motomondiale alla Superbike© GP Agency

Ripercorriamo la lunga carriera del pilota spagnolo, capace di vincere il mondiale della "125" nel 2006 

13.11.2022 ( Aggiornata il 13.11.2022 10:05 )

A 37 anni Alvaro Bautista è riuscito nell'impresa di vincere il titolo mondiale della Superbike, riportando la Ducati in vetta al massimo campionato delle derivate di serie, undici anni dopo l'ultima volta con un altro spagnolo, Carlos Checa. Bautista è riuscito nell'ambito obiettivo al solo terzo anno della sua avvetura in Superbike, dopo ben 17 stagioni e 274 gare nel motomondiale, numeri che lo rendono uno dei piloti più longevi di sempre. Una vita dedicata alle corse, impreziosita da due titoli mondiali, uno nella "125", la piccola cilindrata del motomondiale antenata della Moto3 e uno in Superbike, appena conquistato battendo Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea. Bautista è il terzo pilota della storia in grado di riuscire a vincere in entrambi i campionati, dopo John Kocinsky e Max Biaggi. Il primo vinse in 250 nel 1990 per poi trionfare nelle derivate di serie nel 1997, mentre il "corsaro" vinse quattro titoli dal 1994 al 1997 sempre nella classe intermedia, per poi conquistare la Superbike per due volte, nel 2010 e nel 2012 in sella all'Aprilia.

Il titolo da dominatore in 125


La carriera dello spagnolo inizia nel lontano 2002 quando disputa tre gare nella classe minore del motomondiale, mentre il primo campionato completo avverrà l'anno successivo, nella stagione del primo titolo di Daniel Pedrosa. Le doti tecniche e la velocità di Bautista s'intravedono subito tant'è che nel 2004 arrivano i primi podi della carriera, quattro per la precisazione, di cui tre nelle ultime quattro gare, un finale di campionato che fa sperare ad un 2005 da protagonista. Nella stagione successiva Bautista passa alla Honda ma l'annata si dimostra fallimentare e per lottare per il titolo della categoria bisognerà aspettare il 2006 quando lo spagnolo torna in sella all'Aprilia. Il 2006 è l'anno della consacrazione del pilota classe 1984, capace di collezionare 7 vittorie e ben 15 podi su 17 gare totali! Bautista si laurea così campione del mondo della piccola cilindrata battendo nell'ordine Mika Kallio, Hector Faubel e Mattia Pasini.

La rivalità con Marco Simoncelli


Nel 2007 Bautista compie il più che meritato salto di categoria, approdando in "250" sempre in sella alla moto di Noale. L'esordio è subito vincente e lo spagnolo lascia intravedere tutto il suo talento già al primo anno. La vittoria arriva nella stagione da rookie in ben due occasioni, nel GP del Mugello e di Estoril quando battè rispettivamente Alex De Angelis e Andrea Dovizioso. In quei anni, la classe di mezzo visse un'epoca d'oro in termini di talento e appeal; in tre annate Bautista si scontrò con piloti del calibro di Andrea Dovizioso, Marco Simoncelli, Mattia Pasini e Jorge Lorenzo, e nel 2007 fu proprio il maiorchino a conquistare il titolo mondiale, bissando il successo dell'anno prima. Il 2008 fu l'anno migliore di Bautista in 250, in un'annata in cui fu protagonista di una rivalità accesa con Marco Simoncelli. I due caratteri forti non poterono che scontrarsi ed in pista diedero vita ad uno tra i campionati più belli della classe di mezzo. Lo spagnolo vinse quattro gare ma dovette arrendersi al pilota di Coriano che con sei successi si portò a casa il titolo.

L'approdo in MotoGP con la Suzuki


Dopo una stagione 2009 ulteriormente da protagonista in 250 in cui arriveranno due successi ed il quarto posto in classifica generale, Bautista passa in top class in sella alla Suzuki. Tuttavia, il pacchetto tecnico che la moto di Hamamatsu offriva non era tra i più competitivi e lo spagnolo faticò nelle prime due annate. La svolta avvenne nel 2012 quando la Honda del Team Gresini lo ingaggiò al fianco della CRT di Michele Pirro. I risultati migliorarono sensibilmente e a fine stagione arrivarono i primi due podi che gli consentirono di concludere il campionato al quinto posto alle spalle di Jorge Lorenzo, Daniel Pedrosa, Casey Stoner e Andrea Dovizioso.

Numeri che fanno del 2012 la migliore annata in MotoGP di Bautista. I successivi campionati non furono facili, nel 2013 i piazzamenti sono buoni ma non arrivano podi. L'ultimo podio in classe regina arriva nel 2014, quando durante il GP di Le Mans coglie la terza posizione alle spalle di Marc Marquez e Valentino Rossi. Le ultime quattro annate nel motomondiale passano all'insegna della poca competitività del pacchetto tecnico e al termine di un 2018 affrontato in sella alla Ducati annuncia il passaggio tra le derivate di serie.

L'avvento in Superbike: l'esordio vincente ed il titolo


L'approdo tra le derivate di serie è subito vincente, l'impatto del pilota spagnolo in sella alla Ducati Panigale V4 R è incredibile, tanto da produrre dieci vittorie nei primi dieci round. La strada per il titolo sembra spianata ma nella seconda parte di stagione qualcosa non funziona. Jonathan Rea e la Kawasaki migliorano e sebbene lo spagnolo arrivi a 16 vittorie totali, conclude il campionato in seconda posizione. Nel biennio 2019\2020 Bautista accetta la sfida in Honda senza però risultati di rilievo, per poi tornare, nel 2022, sulla rossa di Borgo Panigale, dove conclude l'opera iniziata nel 2019 vincendo il titolo mondiale al termine di un campionato serrato con Toprak Razgatlioglu.

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