SBK, Bautista: "Ho dato il 90%, finire era più importante che vincere"

SBK, Bautista: "Ho dato il 90%, finire era più importante che vincere"© GPAgency

Lo spagnolo 2° al traguardo: "Se non avessi passato due anni difficili avrei corso diversamente"

09.04.2022 16:45

Tre anni fa Alvaro Bautista sbarcò in Europa con la Ducati V4 R e vinse dominando. Oggi non è riuscito a centrare nuovamente l’obiettivo, ma l’onore delle armi è più che salvo. Il duello dell’ultimo giro con Jonathan Rea del resto è valso da solo il prezzo del biglietto, al termine di una gara nella quale lo spagnolo ha evitato con intelligenza di commettere errori.
 
“Dopo due stagioni difficili – apre Alvaro – era importante per me in primis finire la gara, ed iniziare a costruire una base per essere veloce in tutte le gare. All’inizio sono rimasto dietro Jonathan e Toprak, dato che sapevo di avere il passo per stare con loro. Dopo qualche giro sia io che Rea abbiamo capito che Razgatlioglu era in difficoltà, così lo abbiamo passato: è stato bello perché siamo arrivati in tre appaiati alla prima curva, ed ho i segni della gomma di Toprak sulla tuta”.
 
Come hai gestito la gara da lì in poi?

“Credo che Rea sapesse che con il mio passo potevo provare ad andarmene, così ha provato sempre a stare davanti. Io volevo per prima cosa finire la gara, quindi non volevo battagliare eccessivamente: sul rettilineo riuscivo a passare, ma in accelerazione lui è sempre stato più rapido. All’ultima curva ho sempre fatto fatica a far voltare la moto, soprattutto a causa del vento. All’ultimo giro ho provato lo stesso, forzando la moto, ma Rea è riuscito a voltare meglio ed a battermi. Mi sono divertito molto, anche perché queste sono le posizioni per le quali voglio lottare”.
 
Cosa ti è mancato per vincere?

“Volevo in primis finire la gara e fare un bel risultato, dato che se sei veloce ma cadi non è il massimo. Non voglio dire che non ho provato a vincere, ma ho dato il 90%, per non superare il limite”.

Bautista: "Capisco la frustrazione di Redding"


Hai pensato per un secondo che la fuga fosse una possibilità reale?

“Sinceramente non ci ho pensato, volevo solo restare concentrato. Un paio di volte ho avuto dei problemi di stabilità una volta in testa: forse se non provenissi da due anni come gli ultimi due avrei agito diversamente, ma ora era la cosa migliore da fare”.
 
Pensi che te la saresti giocata anche senza la supremazia sul dritto?

“Non so, forse in curva uno avrei potuto osare di più in alcuni momenti. Lo stesso in curva quattro, anche se è un punto critico. Non vi erano molti punti dove passare senza rischiare, tranne il rettilineo”.
 
Come pensi quando vedi Redding fare un solo punto dopo aver lasciato la Ducati?

Capisco in pieno la sua frustrazione attuale. Ha lasciato una moto molto buona, salendo su una moto più difficile. Penso che abbia le stesse sensazioni che avevo io fino all’anno scorso: ora può solo cercare di adattare la moto al suo stile”.

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