SBK, Lavilla: ecco la verità su BMW, calendario, Liberty Media e... il futuro

L'INTERVISTA - Il direttore esecutivo: "Tornare a moto del tutto di serie non avrebbe senso, diverrebbe un monomarca. Nel regolamento vi era un errore di forma. Se avessi la bacchetta magica..."

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26.03.2025 ( Aggiornata il 26.03.2025 13:50 )

Lo ripete a più riprese Gregorio Lavilla, direttore esecutivo del mondiale SBK da oltre una decade ("Cerco soltanto il meglio per uno sport che amo"), e soltanto questo regala un primo spaccato della sua mentalità dietro la scrivania. Del resto le derivate di serie lo spagnolo le ha nel sangue, avendo disputato in SBK 188 gare, e ora che ha smesso la tuta in favore dell’elegante camicia bianca griffata Dorna e Superbike l’impegno non è diminuito.

Soprattutto in un Mondiale come quello attuale, in cui il regolamento è un tema controverso ogni inverno. Questa volta è stato il caso BMW a tenere banco, con il campione del Mondo Toprak Razgatlioglu che non ha lesinato critiche nei confronti dell’organizzazione. Regolamento, calendario e non soltanto: i temi da sviscerare abbondano, anche in vista di un futuro che, anche per le derivate, potrebbe regalare sorprese, con Liberty Media e la rivoluzione regolamentare del 2027 sempre vicina. Senza dimenticare l’azione in pista, che sbarca questo fine settimana a Portimao dando il via alla lunga campagna europea.
 
Gregorio, che stagione possiamo aspettarci?

“Sarei contento se mantenessimo il trend delle ultime annate, quando il titolo è stato assegnato all’ultimo round, a conferma dell’equilibrio che regna nella Superbike attuale. Ma ogni anno è una storia a sé, con cambi di regolamento e nuovi bilanciamenti: quando si prendono nuove strade serve tempo per perfezionarsi e soddisfare tutti, ma il concetto alla base del campionato non cambia da tanto tempo. Quest’anno sono curioso di vedere come tutto si svilupperà”.
 
Ancora una volta il regolamento ha tenuto banco in inverno, con il telaio BMW omologato nel 2024, in regime di concessioni, ma non ora, che la Casa ha perso le agevolazioni normative. Qual è la verità?
 
“Il paragone che faccio per spiegare l’accaduto è questo: se tu scrivi il mio nome con un refuso, non significa che tu lo abbia cambiato, semmai c’è un errore. La colpa degli organi decisionali sta nel fatto che il precedente regolamento poteva essere interpretato in più modi, ma in BMW chi ha agito in una certa maniera conosce bene la filosofia del campionato, quindi non può sorprendersi se prendiamo certe decisioni. Tutti erano d’accordo sul fatto che ci fosse un errore di forma, che abbiamo corretto: le cose devono essere chiare, ma purtroppo già in passato abbiamo avuto un problema simile con la Kawasaki, che anche in quel caso abbiamo spiegato e risolto. Secondo me il caso è chiuso. E non abbiamo cambiato il nostro modo di pensare per colpire un solo costruttore”.
 
Il controllo del flusso di carburante è l’altra novità del regolamento. Questo potrà cambiare gli equilibri in campo?
 
“Rispetto ai giri motore sarà qualcosa di più efficace in tema di bilanciamento. Questa nuova normativa è anche una sfida per i costruttori, chiamati a realizzare moto che sulle strade consumino meno. L’effetto di questa regola lo capiremo più avanti: abbiamo iniziato con piccoli tagli, poi capiremo se dovremo aumentare la dose. Tutte le parti comunque erano d’accordo sul fatto che le cose dovesse essere cambiate, e ci stiamo provando”.

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