SBK, Rinaldi: "Toprak mi ha stupito più di Bulega, noi dobbiamo ricominciare"

L'INTERVISTA - L'analisi di Michael: "Quando ti aspetti grandi risultati può capitare di andare un po’ nel panico. Ci siamo imposti di fare fare ora un passo indietro per farne poi tre avanti"

19.04.2024 ( Aggiornata il 19.04.2024 15:00 )

Voglia di ripartire. Salutato dopo tre stagioni il team Ducati Aruba infatti Michael Rinaldi ha scelto Motocorsa per aprire un nuova fase della sua carriera, ma certamente l’inizio non è stato dei migliori. Sulla Panigale V4R che è stata sino al 2023 di Axel Bassani infatti il romagnolo ha finora faticato più del previsto, dovendo così mettere in discussione certezze ed idee, per trovare di conseguenza la soluzione per appunto ripartire. Di questo e non solo abbiamo parlato con Michael.
 
Michael, come descriveresti la tua situazione attuale?
 
“E’ chiaro a tutti come il mio inizio di stagione sia stato difficile, con sprazzi di velocità solo in Gara 2 in Australia. Questo deriva dai problemi avuti nei test invernali, che ci hanno impedito di creare una buona base da cui partire. Quando ti aspetti grandi risultati può capitare di andare un po’ nel panico, ma a partire da qui abbiamo cercato di compiere un reset, ripartendo dunque da zero. Il team ha dimostrato negli anni di saper lavorare, come io ho dimostrato di poter essere veloce, quindi si tratta solo di avere pazienza e di non caricarsi di eccessive pressioni. Bisogna ripartire”.
 
La voglia di riscattarti è stata finora un’arma a doppio taglio?
 
“Nel momento in cui sono venuti fuori certi problemi sì, ma se fossimo partiti bene, come ad esempio nei test di Jerez, sarebbe stata un’ulteriore carica per fare bene. Il livello quest’anno è molto alto, quindi anche i problemi nei test possono diventare un fattore”.
 
Qual è la principale differenza tra un team indipendente come Motocorsa ed uno ufficiale come Aruba che ti sta frenando?
 
“Il team lavora bene e l’ho notato subito. Finora ci hanno fregato alcuni problemi che non sono dipesi dal team, e magari il meno personale a disposizione ci ha fatto arrivare più tardi alla soluzione. Detto questo Motocorsa non ha nulla da invidiare a nessuno”.
 
Immagino non ti aspettassi tali difficoltà. Come si affronta un momento del genere?
 
“E’ chiaro che dopo aver ottenuto certi risultati è difficile gestire certe situazioni, come ad esempio le difficoltà di Barcellona, dove ho sempre lottato per il podio. Non ci si deve far prendere dal momento, come in realtà è successo finora, ma lavorare e fare tesoro di quanto accaduto”.
 
Un buon risultato basterebbe ad invertire il trend? O serve di più?
 
“Al team ho detto che dobbiamo fare un passo indietro adesso per farne tre in avanti durante l’anno. Ora quindi dobbiamo lavorare tranquilli, senza farci prendere dal panico se siamo attardati: questo per fare un campionato in costante crescita, invece che fare tanti alti e bassi. Questa è la speranza”.
 
Qual è la lezione più importante che hai imparato durante gli anni nel team Aruba?
 
“Non dare nulla per scontato. Correre da italiano nel team ufficiale Ducati è un onore: adesso se riguardo le gare del passato fa effetto vedermi con quei colori, e ripensandoci a volte non mi sono reso conto di quello che stava accadendo. Mi porto dietro tante piccole esperienze e lezioni, ma è normale nel motorsport”.

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Rinaldi, Bulega, Razgatlioglu ed i prossimi 5 anni

Avere compagni di marca in team indipendenti come Petrucci e Iannone è più uno stimolo o una fonte di pressione?
 
“Se me lo avessi chiesto dopo un inizio di campionato positivo di avrei detto che sarebbe stata una bella sfida e mi sarei divertito. Adesso è un qualcosa di lontano, dato che la priorità è tornare veloci. A quel punto potrò rispondere, ora abbiamo altri pensieri”.

Chi ti sta sorprendendo di più tra Razgatlioglu e Bulega?
 
“Toprak mi sta sorprendendo molto. Nessuno mette in discussione il suo talento, ma il fatto che facesse la differenza così tanto nei confronti dei compagni di marca non era scontato: a Barcellona tutti pensavano che avrebbe distrutto le gomme, invece ha vinto, quindi direi lui. Nicolò me lo aspettavo veloce, anche se non per vincere già al primo round. Entrambi sono sorprendenti, ma direi più Toprak”.
 
BMW è pronta per lottare al top? O i meriti principali sono di Toprak?
 
“Devo riconoscere il talento di Toprak, ma non posso nemmeno screditare gli altri piloti BMW. Toprak sta facendo qualcosa di straordinario però, dato che non reputo BMW arrivata al top: del resto vediamo tante Ducati ma solo la BMW di Toprak, quindi sta facendo la differenza. Nel 2025 BMW sarà forte con tanti piloti, ma per ora devo dare più credito a Toprak”.
 
Sei un pilota più social della media: cosa rappresentano per te?
 
“Cerco di essere me stesso, quindi condivido cose che mi piacciono, come i miei allenamenti di arti marziali o video divertenti. Mi piace meno ad esempio condividere i dettagli dei miei weekend di gara, come fa ad esempio Rea che ha un canale Youtube. Gestisco i sociale non come un pilota ma come Michael Rinaldi: mi va di fare così e lo faccio”.
 
Dove e come ti vedi tra 5 anni?
 
“Mi piacerebbe essere ancora un pilota ad alti livelli, magari in lotta per un titolo importante. Se fossi ancora in Superbike vorrebbe dire che sono stato veloce, ma ci sono tanti altri campionati come ad esempio l’Endurance, anche se la SBK è la mia priorità. Spero quindi di essere ancora in SBK tra 5 anni”.


 

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