Dal caso Petrucci sino alla ramanzina generale in Supersport 300. Le decisioni non convincono, così come i metri di giudizio
09.05.2023 19:24
Weekend che vai, questioni spinose che trovi. Se infatti lo Stewards Panel FIM della MotoGP aveva lasciato Jerez incassando numerose critiche circa le penalità inflitte ai piloti per sorpassi più o meno aggressivi, con il parallelismo Bagnaia – Quartararo (e Morbidelli) a tenere banco, quello SBK ha lasciato Barcellona con lo stesso carico di commenti negativi.
Tralasciando per una volta la questione giri motore, con la sottrazione di 250 giri a Ducati e l’aggiunta di altrettanti a Kawasaki che non sembra avere minimamente mutato lo scenario circa la lotta mondiale, nel corso del weekend non sono mancate le scelte discutibili, soprattutto in due occasioni.
Petrucci, il chest protector e non solo
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Uno dei grandi protagonisti del weekend non è stato un pilota, e nemmeno una moto o un team, bensì una parte dell’equipaggiamento dei piloti. Parliamo del chest protector, ossia la protezione per il torace da indossare sotto la tuta.
In questa stagione la FIM si è concentrata più del solito sull’abbigliamento dei piloti, aumentando i controlli del giovedì nonché quelli in griglia, dove ad esempio viene verificato prima dello start che tutti i piloti indossino tale protezione. Protezione che è costata cara a Danilo Petrucci in Gara 1, nonostante il ternano la indossasse.
Come raccontato dallo stesso Danilo infatti “in griglia lo avevo, ma finita la gara l’ho consegnato insieme a guanti ed altro al mio assistente. Una volta chiamato al peso mi sono fatto restituire i guanti, ma non il chest protector, così mi hanno pesato senza, lasciandomi andare come se tutto fosse a posto. Solo alle 17 mi hanno comunicato la loro decisione ed il mio appello, per il quale ho versato 1300€ in contanti, non è servito a nulla perché altri Stewards avrebbero dovuto ribaltare la sentenza dei primi”.
Una sentenza grottesca, considerato come detto che il pilota era stato già controllato in griglia, ed indossava tutto l’equipaggiamento del caso. Lo stesso chest protector è costato caro al giovane Adrian Fernandez, al debutto in Supersport con il team Evan Bros: lo spagnolo infatti ha svolto la Superpole senza la protezione, venendo squalificato dalla sessione e dovendo partire ultimo. Peccato che la comunicazione non sia mai arrivata al team, che ha scoperto la penalità solamente una volta arrivato in griglia.
Due errori dunque grossolani del Panel, per non parlare del metro di giudizio utilizzato, dato che come sottolineato sempre da Petrucci “a volte comminano doppi long lap a piloti che ne stendono altri, mentre io ho preso una squalifica perché non avevo il chest protector quando sono andato al peso”. Ricordiamo ad esempio che Axel Bassani ha incassato un solo long lap penalty, per quella che il Panel ha definito “guida irresponsabile”.
La ramanzina in SSP300. Idea giusta, modalità errata
Passiamo all’altro caso del weekend, ossia la sospensione della Superpole della SSP300 e la conseguente ramanzina in pit lane a tutti i piloti, colpevoli di aver passato tutta la prima parte di sessione in cerca di un traino.
Giusta l’idea di chiarire le cose, del resto parliamo di una categoria formativa che già in passato ha vissuto giorni difficili, ma il modo è sembrato davvero eccessivamente plateale. Il problema principale però è un altro: in un motociclismo che giustamente mette al primo posto la sicurezza, si è poi deciso di mandare in pista 32 piloti, quasi tutti senza un tempo utile, a caccia di un giro veloce, con soli 7 (!) minuti a disposizione.
Una scelta che lasciamo giudicare a voi. Quali saranno i prossimi casi? Non resta che attendere Le Mans e Misano, anche se la situazione pare davvero complicata e di difficile risoluzione.
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