"L'alcol, mia moglie, Bautista ed il ritiro": Redding a cuore aperto

"L'alcol, mia moglie, Bautista ed il ritiro": Redding a cuore aperto© GPagency

Scott si racconta: "Stavo cadendo a picco dopo la MotoGP, Jacey mi è rimasta a fianco e ho deciso di cambiare. 10 anni fa pensavo che oggi sarei stato ritirato e milionario"

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05.05.2023 14:43

Scott Redding può sembrare il pilota più duro e selvaggio del paddock Superbike, sia per i tatuaggi che per i modi, ma dietro si cela tanto altro. Dietro la facciata da bad boy infatti si nasconde un ragazzo a dir poco riflessivo, capace di analizzare ed analizzarsi, senza perdere l'indole del pilota costantemente in cerca della vittoria. Vittoria ricercata sia in pista che fuori, con un percorso molto più importante di quanto lo possa essere un weekend di gara.

“Ho iniziato a cambiare in positivo dopo la MotoGP - spiega Scott - in un momento nel quale stavo cadendo a picco. Nel BSB ho fatto un anno da vero Scott Redding, facendo quello che volevo in un campionato che voleva questo, ma poi ho capito che per tornare in un campionato mondiale dovevo cambiare, smettendo di essere James Hunt e diventando più professionale. Smettere o quasi con l’alcol ha aiutato più la persona che il pilota, poi mi sono circondato di persone che mi hanno migliorato, in tutti gli aspetti”.
 
Quanto è stata importante tua moglie Jacey in questo percorso?
 
“Onestamente lei è stata la fonte della mia rinascita. Abbiamo avuto un momento difficile all’inizio della relazione, totalmente per colpa mia, ma poi ho capito che era la persona giusta per me, e serviva un cambiamento. Dopo una discussione grave le ho detto “se domani non sarai qui ti capirò”, lei invece è rimasta, e questo mi ha convinto a cambiare. Io sarei andato via, lei no, e da quel momento non ho toccato alcol per un anno. Ora ho imparato a gestirmi, sono sposato e lei è la persona giusta. Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei sposato, invece eccomi qui”.
 
Come ti senti ad essere uno dei pochi piloti ad avere già un contratto per il prossimo anno?
 
“Non so, dato che se il regolamento resterà questo assisteremo anche nel 2024 ad un altro anno dominato da un pilota, il che non è un bene per il campionato. E’ stato bello vedere vincere Bautista l’anno scorso, ma quest’anno le gare non sono nemmeno divertenti: si sa che vincerà lui. L’anno scorso Razgatlioglu e Rea sono riusciti a lottare, mentre ora devono quasi collaborare per avere una chance. Le persone guardano le gare per intrattenersi, ma ad oggi sono una merda da guardare”.

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Come descriveresti questo momento della tua carriera?
 
“10 anni fa avrei detto che oggi sarei stato un pilota ritirato e milionario, che si gode la vita. Invece non sono né uno né l’altro, e devo ancora lavorare (sorride ndr). Quando le cose andavano bene pensavo che avrei continuato per tanto tempo, poi ho avuto anni difficili, ma sentivo comunque che sarebbero arrivati giorni migliori, e sono riuscito a riordinare le idee. In questo momento ho iniziato a pensare ad un eventuale ritiro, ma tutto dipende dai risultati: può essere tra 2 anni come tra 8. Mi vedo in pista per ancora qualche anno”.
 
L'immagine da James Hunt pensi possa aver ostacolato la tua carriera?
 
“Personalmente no, ma in MotoGP non vogliono ragazzi del genere: io ero troppo naif per cambiare, e sono andato avanti per la mia strada. In MotoGP vogliono ragazzi in giacca e cravatta, ma il motociclismo ha bisogno di altro, di personaggi che lottano e si odiano. La gente non vuole vedere piloti ingessati ed amici tra loro, che si allenano e mangiano insieme. Io sono rimasto me stesso”.

Potessi tornare indietro passeresti prima in Superbike?
 
“La decisione più sbagliata della mia carriera è stata quella di passare in MotoGP con un anno di anticipo, perché sono finito a guidare una moto di merda, e da lì si sono susseguite situazioni complicate. In Moto2 però ero limitato dalla statura, ed ero stanco, così ho compiuto il salto, senza però mai trovare la situazione giusta al momento giusto. Non so se avrei potuto compiere prima il passaggio in SBK: nel 2019 avrei voluto ma nessuno mi voleva, poi a metà stagione mi hanno iniziato a chiamare”.

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