Manubri Larghi: Dominique Guillaume, l'Indiana Jones del Trial

Manubri Larghi: Dominique Guillaume, l'Indiana Jones del Trial

L'elvetico ama le sfide: dalla Sei Giorni di Scozia al tour europeo in bici

Christian Valeri

22.07.2022 ( Aggiornata il 22.07.2022 16:38 )

Come definireste un pilota che una settimana dopo aver concluso una massacrante manifestazione di sei giorni, inforca una bicicletta e in 60 giorni percorre quasi 10.000 km? Tra le molteplici definizioni una sicuramente metterà d’accordo tutti: quel pilota è determinato! Dominique Guillaume è un Trialista che ama l’avventura e le sfide.

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Tra la Dakar e la barca a vela


L’elvetico, sette volte campione nazionale di Trial, è nato il 6 gennaio 1968 e vive a Bassecourt, una frazione di 3492 abitanti del comune svizzero di Haute-Sorne, nel distretto di Delémont. E nella sua cittadina ogni anno organizza una gara Indoor internazionale ed è uno dei promotori del Trial in Svizzera. Ma Dominique non è soltanto questo: è uno dei piloti con il maggior numero di partecipazioni (26!) alla Sei Giorni di Scozia, la prova di Trial più impegnativa della nostra disciplina, oltre a essere stata la prima gara di Trial della storia. Nelle Highlands, Guillaume è un’istituzione, è conosciuto e fotografato da tutti.

È un appassionato delle due ruote e di sfide in solitaria che in passato, spinto dal desiderio di avventura, aveva deciso anche di correre alla Parigi-Dakar, quando questa si svolgeva in Africa, e aveva sfidato l’oceano in barca a vela. Quando abbiamo incontrato Dominique alle iscrizioni a Fort William, dopo aver appreso della sua storia, è stato naturale scambiarci due parole per conoscere un Trialista che dell’avventura ha fatto uno stile di vita.

Le parole di Guillaume


Dominique, per la ventiseiesima volta hai partecipato alla SSDT, a quando risale il debutto?

“Era il 1991, e da allora, considerando che la SSDT non si è svolta nel 2000, 2020 e 2021, ho saltato soltanto tre edizioni”.

Cosa ti spinge a presentarti ogni anno?

”La voglia di fare Trial, la voglia di avventura, uno stimolo per la vita di tutti i giorni!”.

Hai concluso tutte le edizioni che hai disputato?

“In un’edizione mi sono ritirato il sabato, a mezzogiorno, quando alle zone della Pipeline (la condotta forzata simbolo della SSDT, ndr) ho rotto il motore della moto, mentre nelle altre sono sempre arrivato al traguardo”.

Qual è il segreto per completare una gara così lunga?

“Condizione fisica e mentale buona, preparazione del mezzo perfetta e poi rispettare la meccanica, evitando di affaticare troppo la moto sull’asfalto, perché la moto da Trial non è concepita per compiere lunghi tratti di questo genere, e in strada si rischia di scaldare troppo il motore”.

Altri segreti?

“La voglia di finirla e fare attenzione a tutto, giorno dopo giorno; quando la stanchezza si fa sentire non devi commettere errori che possono aumentare i problemi e aumentare l’affaticamento”.

Il tuo miglior risultato?

“Ventitreesimo nel 1994”.

Come sono cambiate le moto dal 1991 a oggi?

“Sono molto più affidabili! Mi ricordo che nelle prime edizioni cambiavo la catena e le pastiglie dei freni due, tre volte nell’arco dei sei giorni. In questi ultimi anni, se il meteo non è troppo piovoso, riesco a finire la gara senza sostituire le pastiglie e registro la catena un paio di volte”.

E dopo la Scottish hai programmato una nuova avventura in bici che si concluderà sempre a Venezia: perché proprio nella città lagunare?

“Quest’anno, come nel 2019, percorro quasi 10.000 km in bici arrivando a Venezia, dove mi aspetta mia moglie, e subito dopo raggiungerò mia mamma che abita in provincia di Treviso”.

Come avrete capito, Dominique è un personaggio ipercinetico alla costante ricerca di avventura e che, dopo aver concluso la Scottish insieme all’amico ed ex iridato Gilles Burgat, è ripartito per una nuova sfida che lo ha già portato ad attraversare Portogallo, Spagna, Francia, Liguria, Toscana, Corsica, Sardegna, Sicilia. In questi giorni sta risalendo lungo la costa Ionica e Adriatica e sicuramente lo rivedremo nel 2023 alla SSDT. Un Trialista così voi come lo definireste?

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