EWC, Alessandro Delbianco: “Rifarei altre cento volte questa esperienza”

EWC, Alessandro Delbianco: “Rifarei altre cento volte questa esperienza”© Alessandro Delbianco

ESCLUSIVA | Il pilota riminese si racconta ai nostri microfoni dopo le emozioni vissute da debuttante al Bol d’Or del weekend appena trascorso

20.09.2023 ( Aggiornata il 20.09.2023 09:52 )

Reduce da un Bol d’Or a dir poco fantastico nonostante la pista sconosciuta e l’aver dovuto affrontare, insieme a Rolfo, stint doppi per i problemi di Jan Mohr, Alessandro Delbianco ha dimostrato di poterci stare più che bene nel paddock dell’Endurance. E’ stato veloce in tutti i turni e solo una dose di sfortuna ha privato il team OG Motorsport di un meritato podio in Superstock. 

Alessandro, cosa ci puoi raccontare del tuo Bol d’Or? 

Un giorno dopo, la gara mi ha lasciato dei traumi non indifferenti. Non è stato facile recuperare. Mi ha lasciato una esperienza che rifarei altre 100 volte.

Le emozioni della 24h del Bol d'Or


Hai raccontato tutto nel tuo post sui social ma volevamo sapere da te le tue emozioni 

Volevo pubblicare il post scrivendo tutto, l’ho riscritto 3-4 volte e non riuscivo a mettere tutto perché le cose da raccontare sono veramente tante. Ho deciso di scrivere proprio tre parole in croce tanto non basteranno comunque per raccontare veramente una 24h.”

Tu e Rolfo avete dovuto gestirvi gli stint per i problemi fisici di Jan Mohr… 

Le carte in tavola cambiano di momento in momento. L’idea iniziale era di far fare ai tre piloti uno stint a testa; poi è successo che, forse per la voglia che avevo, ero talmente veloce sia nel giro secco che sul ritmo. Come altri team siamo partiti con le gomme da bagnato, nei primi 20’ abbiamo perso un giro per fare il pit stop per passare alle gomme da asciutto. La gara sembrava finita, poi di notte ho iniziato a recuperare 30-40” a stint e alle 2 del mattino siamo arrivati in terza posizione di Stock. Al mattino ci credevo che avremmo potuto vincere la gara, così ho fatto due stint per volta per provare a recuperare sulla 33 (Louit Moto) e la 55 (Honda National Motos).”

Ad un certo punto eravate terzi di Stock e giravi con un ritmo veramente forsennato

Tra fortuna e voglia di recuperare, uscivo spesso agganciato alle EWC e quando il primo di loro mi passava mi attaccavo e non lo mollavo. Sfruttavo la sua scia nel rettilineo del Mistral e riuscivo a girare in 55, tempi da qualifica, che facevamo solo in tre.”

Come è stato affrontare il Paul Ricard ed il rettilineo del Mistral?

Avevo un po’ di angoscia, venendo dalle piste più piccole, sono più performante nelle piste più strette. Questa è una pista da quasi 6 km e mi sono divertito. Non ho parole per descrivere quanto mi sia piaciuto e quanto mi sono divertito.”

Com’è stata l’accoglienza del team OG e quella del paddock EWC?

Il paddock EWC è proprio familiare, i tifosi sono appassionatissimi ed i team si aiutano tra di loro. L’accoglienza del team è stata incredibile, mi ha lasciato qualcosa per il futuro, mi ha fatto capire cosa vuol dire essere una famiglia, importante per la mia carriera fare una gara con un team del genere.” 

E poi c’era anche Rolfo a darti una mano ad inserirti nella squadra… 

Rolfo è un nome importante nel panorama italiano, è sinonimo di garanzia. Una volta arrivato nel team è bastata la squadra. Con Roberto siamo diventati subito amici, ma la squadra è stata veramente incredibile, dal team manager ai meccanici.” 

Bol d'Or highlights

Futuro, format attuale e partenza


Nel tuo futuro c’è l’Endurance?

L’esperienza l’ho fatta per capire se fossi pronto per soffrire in quel modo e per dedicarmi ad una situazione del genere; avevo un po’ l’angoscia di dover fare in gara quanto avevo fatto prima in qualifica, fare 25 giri ogni ora. Pensavo di far più fatica, le moto sono molto comode, la fatica è sì tanta ma gestibile. Il prossimo anno sicuramente mi piacerebbe rifarlo, ma purtroppo non può essere il campionato protagonista essendoci solo tre gare. Bisogna vedere se il campionato protagonista si sposa bene con l’Endurance.”

Delbianco prima del Bol d'Or

Il primo approccio con il format del fine settimana?

Il format è perfetto se stai bene nel paddock, perché è lunghissimo. Parti il lunedì, giri il martedì per i test ma poi hai un sacco di tempi morti, il mercoledì non c’è nulla, giovedì e venerdì sono praticamente uguali con mezza giornata di prove e mezza libera. C’è un sacco di tempo libero ma ci sono anche un sacco di piccoli impegni. Mi sono trovato molto bene, sono partito con i miei amici con il camper quasi come andare in vacanza.” 

Il momento della partenza come l’hai vissuto? 

Non me lo sono goduto perché non sono partito io, il team voleva farmi partire per primo ma non me la sono sentita. Non volevo rischiare, avrei spinto tantissimo nel primo stint, non sono ancora bravo mentalmente nel “non spingere”. Ho visto la partenza dalla sedia dentro al box, ero già pronto con la tuta nel caso sarebbe toccato a me partire.” 

Delbianco come Zarco e Dovizioso


Ti abbiamo visto spingere la moto come Zarco e Dovizioso, cosa è successo?

Al mattino siamo rimasti senza benzina e lì abbiamo buttato al vento le possibilità di podio. Non è stato un problema di calcoli, il team cura benissimo queste cose. Il problema è stato che il motore stava cedendo ed ha iniziato a mangiare benzina. Prima la benzina, poi la parte elettronica e per finire il motore morto a 45’ dalla fine. Quando il motore è morto siamo tornati al box e la gara era finita. Non ho voluto darmi per vinto, ho riacceso la moto, sono andato fino alla prima curva, la moto si è spenta di nuovo perché il motore era sbiellato; ho preso il carro attrezzi, mi sono fatto portare all’ultima curva, ho aspettato venti minuti e poi ho tagliato il traguardo a spinta.”

Gran gara comunque 

Una bellissima esperienza, mi piacerebbe che in Italia si vedesse di più l’Endurance e si comprendesse di più.

EWC Bol d'Or

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