Gilles Stafler: “Non ho scelto io di vendere il team ma lo ha deciso Kawasaki”

Gilles Stafler: “Non ho scelto io di vendere il team ma lo ha deciso Kawasaki”© FIM Endurance World Championship

ESCLUSIVA | Il Coordinatore Tecnico e Sportivo del Mondiale Endurance ai nostri microfoni sul suo ruolo e sull’evoluzione del campionato nei prossimi anni

16.04.2023 ( Aggiornata il 16.04.2023 15:05 )

Con la 24h di Le Mans che sta arrivando alla sua conclusione, abbiamo avuto modo di fare una piacevole chiacchierata con una vera e propria istituzione del Mondiale Endurance, Gilles Stafler, fino a ieri team manager di Kawasaki SRC ed oggi Coordinatore Tecnico e Sportivo del campionato.

Gilles, ci puoi spiegare il tuo nuovo ruolo?

Il mio ruolo è quello di coordinatore sull’aspetto tecnico per il promoter tra i team e la FIM. Discovery Sports Events aveva bisogno di qualcuno che conoscesse bene il regolamento e che i team identificassero come loro interlocutore. Ad oggi questa figura non c’era ed eccomi qui.”

Sei una istituzione dell’Endurance, che cosa puoi dare in termini di esperienza?

E’ tutto nuovo per me al momento. Sono stato nell’Endurance per 40 anni (30 anni nello stesso team) e Discovery Sports Events potrà beneficiare della mia esperienza come team manager. Penso di poter portare qualcosa ma nello stesso tempo penso che imparerò qualcos’altro. Non avevo idea di quanto lavoro ci fosse da fare. Prima che arrivassi in pista c’è era già una organizzazione ed io ero in gara. E’ interessante, vedrò le cose dalla parte opposta.”

Com’è arrivata la decisione di ritirarti e di vendere il team a Trickstar?

Avevo gravi problemi di salute tre anni fa e questo mi ha fatto riflettere. Le persone con le quali lavoravo in Kawasaki sono cambiate e con loro anche la direzione dei lavori, più verso la politica. Non mi è mai piaciuto questo cambio di direzione, per me è sempre stata passione e sport. Questo mi ha fatto pensare. Poi, perché proprio un capo / team manager giapponese? Non sono stato io a decidere, è stata Kawasaki. Sono stato proprietario del team per tanti anni ma non avevo un contratto fisso con Kawasaki. Ogni inverno dovevo discutere con loro il numero delle gare ed il budget, il contratto non era mio. Dall’altra parte tutto il materiale e le strutture erano mie ed è stata Kawasaki a decidere che io vendessi ai giapponesi.

L’Endurance sta cambiando corso senza due istituzioni come te e Dominique Meliand (l’ex team manager della SERT, ndr)

Dominique ed io eravamo i più anziani nell’Endurance, ora nuove figure stanno arrivando e penso che dovremo dar loro tempo. Ho iniziato come meccanico, quando sono entrato in Kawasaki 30 anni fa mi occupavo solo delle gomme, poi passo dopo passo ho scalato le gerarchie fino a prendere in mano il team nel 2009. Dopo ero perfettamente autonomo e decidevo quello che volevo fare. Dominique invece c’era ben prima di me. La mia prima gara Endurance è stata qui a Le Mans nel 1986, tanto tempo fa. E’ una passione e ogni mattina ci svegliamo avendo l’occasione di esercitare la nostra passione.

Vedo i giapponesi più propensi ad investire nell’Endurance piuttosto che in MotoGP o Superbike

I giapponesi sono sempre più interessati all’Endurance ma è merito del lavoro svolto da Discovery da quando era Eurosport Events. Volevano assolutamente che i giapponesi venissero al Mondiale, ora devono imparare che tra fare una 8h di Suzuka ed una gara di 24h ore c’è una grande differenza, e questo è positivo. Tutti dicono che l’Endurance è una specialità francese, ed è vero ma è positivo che arrivino i giapponesi. Guardando in casa Honda, c’è Fuji San che è nell’Endurance da tanti anni e il suo lavoro ha pagato. Dall’altro lato sono circondati da europei, spagnoli, gente che conosce le moto molto bene. Ed è positivo.”

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