SS300, Bruno Ieraci: "Potevo smettere, ma non ho mai mollato"

SS300, Bruno Ieraci: "Potevo smettere, ma non ho mai mollato"© GpAgency

Le parole del neocampione della 300 tricolore: "La ripartenza dal CIV non è stata una retrocessione, ha rappresentato il modo per arrivare a vincere anche nel Mondiale"

15.09.2023 ( Aggiornata il 15.09.2023 11:04 )

Se c’è un pilota che quest’anno si sta prendendo un’importante rivincita personale a suon di grandi risultati, quello è Bruno Ieraci. Il ventitreenne di Giulianova viene da un 2022 più difficile del previsto nel Mondiale della Supersport 300, ma con il supporto del Team ProDina e, soprattutto, senza perdersi d’animo, si è rimboccato le maniche ripartendo dalla medesima categoria del CIV, dove si è laureato campione nell’ultimo round del Mugello.

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La rivincita di Bruno Ieraci


Il 2023 di Bruno, però, finora non è stato speciale soltanto nell’ambito nazionale, dato che in veste di wild card nel Mondiale ha ottenuto una clamorosa doppietta a Misano – per poi gareggiare anche all’Enzo e Dino Ferrari di Imola – ponendo le basi per un ritorno in pianta stabile nella serie iridata. Gli ultimi mesi rappresentano il culmine di un lungo percorso, passato anche per la Moto3, in cui Ieraci ha superato momenti difficili che, nel bene e nel male, l’hanno aiutato a rafforzarsi sia come persona che come pilota.

Bruno, il tuo 2023 è stato stellare: te lo aspettavi?

“Onestamente no. Ovviamente sono partito con l’obiettivo di puntare in alto, ma non pensavo di poter essere così performante in ogni weekend. Ho cominciato con grandi risultati nel Campionato Italiano Velocità per poi ripetermi anche nel Mondiale da wild card, non posso che essere pienamente soddisfatto del mio rendimento”.

Com’è stato tornare nel Mondiale da wild card?

“È stato fantastico, perché tra la tappa di Misano e quella di Imola c’è stata Donington, dove la 300 non ha corso, perciò per me è stato come disputare due round consecutivi. Chiaramente, la doppietta di Misano ha rappresentato un momento speciale per me e per la squadra, anche perché ho ottenuto i primi trionfi iridati”.

Sembra che quest’anno il tuo approccio sia cambiato: è così?

“In parte è così. Nella SSP 300 i piloti cercano spesso le scie e faticano a fare la differenza, ma quest’anno io mi sto concentrando di più su me stesso, sul mio potenziale, senza considerare troppo ciò che fanno gli avversari. Penso sia uno step mentale importante, e i risultati ottenuti sia nel Mondiale che nel CIV dimostrano come la strada intrapresa insieme al team sia decisamente quella giusta per arrivare in alto”.

Cosa non aveva funzionato lo scorso anno, chiuso al 12° posto nel Mondiale, senza mai salire sul podio?

“Nel Mondiale non era andata secondo le previsioni: avevo fatto molta fatica ad arrivare nelle posizioni che contano. In alcune occasioni ammetto di aver sbagliato l’atteggiamento, perché dopo un ottimo inizio di 2021, pensavo di poter ambire a risultati migliori. Per fortuna il team ha continuato a credere in me, e ora finalmente stiamo raccogliendo ciò che meritiamo”.

L'obiettivo iridato, la certezza ProDina


Tra te e il Team ProDina ormai il rapporto è solidissimo.

“Assolutamente sì, con il Team ProDina mi trovo benissimo anche a livello umano, al punto che durante i weekend di gara giro poco nel paddock e trascorro la maggior parte del tempo con i membri della squadra. È un bel gruppo, mi sento a casa, ed è sempre un fattore fondamentale per essere competitivi”.

Sei ripartito dal CIV come principale palcoscenico: hai rischiato di viverla come una retrocessione?

“In realtà ripartire dal CIV mi ha permesso di acquisire maggiore consapevolezza, restando con i piedi per terra. Penso sia stato fondamentale non vivere questo ritorno come una retrocessione, bensì come un’occasione di rilancio. Certo, il Mondiale è una cosa diversa, ma anche il livello italiano è ottimo e serve grande impegno per vincere come sto facendo, aprendo al contempo le porte a un ritorno in ambito internazionale. È un passo indietro per farne due avanti”.

Ti rivedremo stabilmente nel Mondiale nel 2024?

“Non posso ancora dire con certezza cosa farò l’anno prossimo, ma l’obiettivo è ovviamente quello di tornare nel Mondiale in pianta stabile. Al momento sono concentrato su questa stagione e sui singoli weekend senza pormi domande sul futuro, in modo da avere la mente libera da altri pensieri quando sono in pista”.

Ciò che non cambierà sarà la squadra.

“Esatto, l’unica certezza è che, indipendentemente dal campionato che disputerò, continuerò a difendere i colori del Team ProDina anche l’anno prossimo, visto che il contratto con loro è triennale. Anche questo è un fattore che mi regala grande tranquillità”.

I momenti difficili, poi la risalita


Prima della 300 avevi corso in Moto3: cosa ricordi di quella esperienza?

“Ero stato a un passo dall’approdo nel Mondiale della categoria, avendo anche il budget necessario. Purtroppo, però, non disponevo del pacchetto giusto, non ero nell’ambiente ideale per me, tali fattori non mi hanno permesso di ottenere ciò che meritavo, il contrario rispetto al presente. Ma resto dell’idea che i momenti difficili mi abbiano aiutato ad arrivare dove sono ora”.

Momenti difficili che hai vissuto sia in pista che fuori.

“Purtroppo sì. Quando mi separai dal Team Machado, pensai addirittura di smettere di correre: mi misi a fare il bagnino e il cameriere, non guardavo più le gare perché mi faceva male non essere più parte di quel mondo. Ma nella vita ho vissuto tanti momenti davvero complicati: ho perso mio padre e due fratelli. Ripartire dopo momenti del genere non è stato facile”.

Come hai fatto a trovare la forza per ricominciare?

“Non so dare una risposta precisa, chiaramente non è stato semplice, ma sono riuscito a non abbattermi e, anzi, sono state anche queste enormi difficoltà a temprarmi. E ora, finalmente, sono tornato a fare al meglio ciò per cui sono portato, ovvero il pilota professionista. Sto raccogliendo i frutti di ciò che ho seminato”.

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