EnduroGP: Daniel Milner, la mina vagante

EnduroGP: Daniel Milner, la mina vagante

"Con l'Australia ha ottenuto grandi soddisfazioni alla Sei Giorni, ma la pandemia ha fermato le gare nel mio Paese: così ho deciso di misurarmi nell'EnduroGP"

04.05.2022 ( Aggiornata il 04.05.2022 14:03 )

Daniel Milner rappresenta la vera novità dell’EnduroGP 2022. È infatti uno dei tre piloti entrati dalla porta principale in una squadra factory, nel suo caso il Fantic D’Arpa per la E2.

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Una nuova sfida


Gli altri due sono l’inglese Nathan Watson, ritornato al Mondiale nella E2 con Honda-RedMoto, e lo svedese lo svedese Mikael Persson, voluto in E3 dall’Husqvarna per completare la formazione del Gruppo Pierer AG, già presente in E1 con Andrea Verona sulla GASGAS e in E2 con Josep Garcia con la KTM. Milner sarà però una vera incognita per tutti, perché se Watson e Persson hanno già gareggiato nel Mondiale, per il trentenne australiano si tratta di un debutto assoluto nell’EnduroGP.

L’Australia, prima di Milner, ha però già visto diventare campioni del Mondo altri “canguri”: una volta Shane Watts (1997 in 125), ben quattro volte Stefan Merriman (2000 e 2003 in 250 2T, 2001 in 400 4T, 2004 in E1).

Tre invece i titoli vinti da Matthew Phillips (2013 nella Junior, 2014 in E3, 2016 in E2), mentre ex Enduristi di primo piano alla Sei Giorni sono divenuti protagonisti assoluti nei Rally come Toby Price, due volte vincitore della Dakar, e Daniel Sanders vincitore di tre tappe nel 2022. Forte di un curriculum fatto di nove titoli nazionali, una vittoria assoluta alla Sei Giorni 2018 in Cile, nonché due Trofei Mondiali con l’Australia alla Sei Giorni (2015 e 2018), vincitore due volte dal Campionato USA GNCC nel 2015 e 2016, Milner porta al debutto nel Mondiale la Fantic XEF 450 4T.

Dopo l’esordio agli Assoluti d’Italia Milner è rientrato in Australia con la famiglia per motivi legati al permesso di soggiorno nel nostro Paese, ma ha subito avuto modo di tornare nella casa di Meda, in Brianza, dove si è stabilito con la moglie Tori e le due figlie. Ed è qui che Milner ci ha illustrato i motivi che lo hanno spinto ad affrontare la sfida dell’EnduroGP con la Fantic.

Le parole di Milner


Come è nata la tua scelta di venire in Europa per gareggiare nell’EnduroGP con la Fantic XEF 450 e il Team D’Arpa?

“Ho sempre desiderato correre in Europa nell’EnduroGP anche perché in Australia, negli ultimi due anni, a causa della pandemia non abbiamo potuto gareggiare e partecipare alla Sei Giorni. Quindi è stato abbastanza semplice decidere cosa fare insieme alla mia compagna, in un momento della mia carriera in cui penso di avere la giusta esperienza, motivazioni adeguate, preparazione, velocità e maturità per affrontare l’esame dell’EnduroGP in Europa. Mi sono confrontato con Marco D’Arpa trovando l’accordo grazie alla Fantic. Per me è stata una buona decisione dato che avevo guidato la Yamaha WR450F in Australia, e la Fantic XEF450 è molto simile. Inoltre volevo collaborare con la Fantic per costruire e sviluppare il loro motore 450 4T con caratteristiche ancora più performanti e competitive rispetto all’originale della WR”.

Com’è stato l’inizio della nuova avventura?

“Sono arrivato alla base della squadra Fantic D’Arpa Racing a Desio tre mesi fa. All’inizio non è stato semplice organizzare il tutto, in particolare a livello logistico, per la casa in affitto e la famiglia. Ma grazie ai ragazzi del team ho iniziato subito ad allenarmi su diversi tracciati del nord Italia, lavorando con il mio tecnico personale Scott Lillis, che mi segue ormai da diversi anni e che nel 2021 era in Francia per impegni professionali”.

Come ti sei organizzato con il Team Fantic D’Arpa per vivere con la tua famiglia?

“Il ds della squadra Diego Morganti mi ha trovato un appartamento a Meda, a due passi da Desio, dove c’è la nuova sede della squadra. Scott Lillis vive con sua moglie a Barzanò, distante una quindicina di minuti dalla squadra. Ormai ci siamo ambientati ed è tutto più semplice”.

Sei arrivato qui un po’ in ritardo sui tempi previsti. Cosa ti è piaciuto dell’Italia e come ti sei organizzato per gli allenamenti e lo sviluppo della nuova Fantic XEF 450 4T?

“Purtroppo ho avuto alcuni problemi con il visto/permesso di soggiorno e sfortunatamente non sono riuscito ad arrivare prima. Quindi non ho avuto molto tempo per modificare la mia moto in vista della prima prova degli Assoluti, ad Arma di Taggia, e subito dopo la gara ho dovuto fare ritorno in Australia per sistemare le pratiche burocratiche. Ora è tutto a posto e abbiamo molto più tempo a disposizione per lo sviluppo della moto e per testare il set up, in modo da adattare il mezzo al mio stile di guida”.

Dopo tanti anni in cui hai gareggiato sia in Australia, vincendo praticamente tutto anche con la Nazionale alla Sei Giorni, che negli USA al GNCC, com’è stato il tuo debutto agli Assoluti d’Italia e quali differenze hai trovato nelle tipologie di gare e percorsi?

“Il debutto agli Assoluti d’Italia ad Arma di Taggia non è stato facile per me, per via del fondo delle speciali. Nell’Assoluta ho ottenuto un tredicesimo e un dodicesimo posto, mentre a Cavaglià è andata decisamente meglio con il settimo. Non avevo mai gareggiato su speciali così strette e tecniche; in Australia e anche negli USA al GNCC i tracciati sono molto più ampi e veloci. Ora spero di migliorare nella prossima prova di Colliano in Campania, per arrivare al Mondiale con il feeling di guida desiderato”.

Con quale stato d’animo hai affrontato le prime due gare degli Assoluti?

“È stato molto bello e sono stato molto contento di guidare su terreni nuovi e diversi. Sicuramente devo lavorare sui fondi rocciosi delle Extreme Test. Non vedo l’ora di migliorarmi sulle tre tipologie di speciali, con l’obiettivo di poter diventare davvero competitivo nel Mondiale 2023”.

Sei la novità australiana dell’EnduroGP, in una classe super combattuta come la E2: quali obiettivi ti sei posto?

“Dopo aver visto Wil Ruprecht impiegare tre anni per essere così competitivo, non mi aspettavo di venire in Italia e andare già bene. Occorre però imparare le varie condizioni dei tracciati, inoltre sapevo che il percorso di 50 km sarebbe stato impegnativo, ma sono entusiasta di proseguire con questo mio apprendistato, perché mi sto impegnando al massimo. Penso che arrivare dall’Australia e avere successo, per piloti come Phillips, Merriman e Ruprecht sia stato un grandissimo risultato”.

Quanto tempo pensi di restare in Italia per l’EnduroGP? Si dice che il tuo accordo con la Fantic sia a lunga scadenza, magari anche con un occhio alla Dakar.

“Con il Team Fantic D’Arpa l’accordo è per il 2022, ma io vorrei rimanere qui in Italia almeno tre stagioni, fino a quando non riuscirò a vincere il Mondiale. Questo è il mio obiettivo e sto lavorando duramente per ottenerlo. Per la Dakar c’è tempo, perché è tutto molto differente, per tecnica di guida e relativi terreni”.

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