Paolo Simoncelli: “Vorrei lasciare ai piloti quanto visto in Arbolino”

Paolo Simoncelli: “Vorrei lasciare ai piloti quanto visto in Arbolino”© Luca Gorini

Dopo il GP di Sepang, andato in scena in una data particolare, il papà del compianto Sic ha fatto un bilancio del 2022, partendo dal passato

28.10.2022 ( Aggiornata il 28.10.2022 11:40 )

Manca una gara al termine della stagione 2022 e la scorsa domenica il Mondiale è approdato in Malesia a disputare il Gran Premio sul circuito di Sepang, esattamente nella stessa data in cui undici anni fa ci lasciava Marco Simoncelli. Oggi a tenere alto il cognome in pista nel Mondiale c’è il papà Paolo, alla guida della SIC58 Squadra Corse, che si è affacciato sulla scena iridata nel 2017, anno in cui aveva come piloti Tony Arbolino e Tatsuki Suzuki.

L'eredità della SIC58 Squadra Corse negli occhi di Tony


Proprio il talento di Garbagnate Milanese ha ottenuto una schiacciante vittoria domenica a Sepang e il suo pensiero non poteva non andare al Sic e alla sua famiglia che l'ha supportato all'inizio della sua carriera. Nel suo comunicato Paolo Simoncelli ha scritto: “Ho rivisto l’intervista di Arbolino post Sepang e mi ha fatto molto piacere che nonostante siano passati diversi anni, nella sua prima (vera) vittoria in Moto2 ha nominato il Sic e il nostro emotivamente difficile primo anno insieme, qui in Malesia. Questo in sostanza è quello che vorrei lasciare ai miei piloti, quello che ho visto negli occhi di Tony. Che quando parlano di noi, possano ricordare i bei momenti trascorsi insieme”. Un’eredità importante, che è rimasta prima di tutto nel cuore.

I nomi passati finora da questa squadra


L’esperienza della squadra è nata dai campionati minori e Paolo ha ricordato: “La nostra storia inizia dal Civ, con l'idea di instradare giovani piloti o aspiranti tali, verso il loro sogno. E diciamo che in parte ci siamo riusciti, non con tutti ovviamente. A volte non è scattato il feeling giusto, ma abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio mettendo la nostra esperienza al loro servizio”. Si è partiti con Mattia Casadei, per poi passare ad Arbolio “grande protagonista in Moto3 e quest'anno in Moto2”, Tatsuki Suzuki “che nonostante diversi anni in Moto3, è con noi che è diventato famoso” e Niccoló Antonelli con cui abbiamo passato due anni belli, nonostante il paddock lo desse per pilota ormai agli sgoccioli”.

La soddisfazione con Rossi, il disappunto con Fellon


Si arriva dunque ad oggi dove un altro italiano è in forze alla squadra del SIC: “Riccardo Rossi. Porta il peso di un cognome particolare, carico di aspettative… É un ragazzo speciale, simpatico e molto intelligente, additato come quel pilota che corre solo perché “é figlio di papà” , da noi ha dimostrato di essere invece uno con i numeri giusti e grandissime doti. La sua storia sportiva sarà un crescendo. Domenica Riki ha fatto una gara bellissima, solo un errore stupido ha rovinato un finale che poteva essere eccelso. Peccato! Nel nostro ambiente “ a conduzione famigliare”, mi piace quando ci definiscono cosi, cerchiamo di far correre i piloti più serenamente possibile fornendo loro ogni mezzo”.

Non sempre però le cose vanno come si vorrebbe e con Lorenzo Fellon non è forse mai scattata la scintilla: “Sa certamente andare in moto, ma ha rinunciato troppo presto a lavorare con noi non riuscendo forse a comprendere che tutto quello che facevamo aveva l’unico obiettivo di farlo crescere. Troppo concentrato sulla ricerca del tempo sul giro, quando quella é solo la parte finale. Prima bisogna curare la tecnica, la base della piramide. O forse è mancata semplicemente sintonia, non siamo fatti per stare con tutti, specialmente quando uno dei due parte scettico, convinto che solo una KTM possa portarti a podio”.

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