Mongiardo: "La passione di mamma, il coraggio di Iannone"

Mongiardo: "La passione di mamma, il coraggio di Iannone"

Dalla provincia di Milano al CEV Moto2: "La mia carriera è sempre un tutto o niente, ma il sogno mondiale è un obiettivo fisso nella mia mente"

17.01.2024 ( Aggiornata il 17.01.2024 09:50 )

Sembianze da pugile "In effetti..." per Francesco Mongiardo, giovane pilota pronto ad affrontare la personale seconda stagione marcata FIM Moto2 European Championship, contraddistinta dal colori del team Ciatti. Con in dotazione Boscoscuro concepite dal costruttore Speed Up, il diciannovenne milanese ambisce a grossi risultati: "I migliori, puntando alla top five costante e, perché no, a qualche bel piazzamento da podio. Il livello generale è altissimo, però pure io sto salendo sempre più".

Gomme & pressioni in MotoGP: arriverà il display intelligente? 

Dal calcio alle moto, seguendo le orme di mamma Michela

Giocava a pallone, Francesco, facendo gruppo con gli amici di tutti i giorni. Poi, una semplice prove si tramutò in autentica folgorazione: "L'idea di farmi salire su una minimoto fu di mia mamma. Michela aveva corso a livello professionale, perciò si chiedeva, giustamente, se pure il figlio fosse portato per le due ruote. I primi giri inanellati a Codogno non ebbero riscontri incoraggianti, ma... io avevo deciso: detti un calcio al pallone, accantonando il gioco del calcio, dando spazio a una grossa passione, nata per caso, alimentata non per caso".

Mongiardo, a seguito di intensi briefing e debriefing sostenuti con la madre, scelse di continuare, macinando strada: "Strada, esatto. Perché di chilometri, considerando la nostra modesta condizione economica, nei potei fare pochi. Correvo quando potevo, a volte finivo un campionato, attendendo la partenza del prossimo, saltando test e quant'altro".

Una forgia caratteriale e tecnica per il milanese, intenzionato a continuare nel migliore dei modi: "Mi è capitato di ottimizzare il materiale a mia disposizione, che fosse un motore, una gomma o la benzina. a volte, anche i giri di pista. Ma su una cosa, specialmente nel periodo recente, mai mi sono risparmiato: spendo tempo allenandomi duramente quasi ogni giorno".

Da Rogoredo all'Europeo Moto2: ecco Francesco Mongiardo

Parla delle sue origini mediante grande dignità, dalle quali è nata una passione sfrenata per le corse: "Le gare, certamente. Sono cresciuto a Rogoredo, frazione attaccata a Milano. Sin da bambino guardavo le azioni in TV e le immagini sui giornali, pensando e sognano di poterne fare parte. Le finanze, seppur esigue, mi hanno portato fino a qui, però mica è giunto il momento di fermarmi".

Un campionato vinto al proprio attivo, firmato Noale: "Esatto, il Trofeo Aprilia RS600 edizione 2022. Nel frattempo alzatomi e cresciuto nella stazza generale, su modelli di media cilindrata mi sono trovato immediatamente a mio agio Infatti, esordire nella Moto2 mi ha fatto comprendere diverse cose, tra cui: quanto debba e voglia migliorarmi, il livello dei rivali".

L'Europeo di categoria piace a Francesco: "Parecchio, anche perchè si tratta di una anticamera mondiale. Ci sono piloti forti come Senna Agius, vincitore, come Alberto Surra, mio compagno nel box Ciatti e già protagonista iridato. Ci sono io, partito da (quasi) niente, ma affamato, in senso sportivo e di ambizione".

Moto2 e chissà: il "tutto o niente" di Mongy

Quando parla di wekeend agonistico, "Mongy" va subito al sodo: "Adoro il corpo a corpo, la bagarre, nella quale mi sento come se fossi un pugile. Aver di fronte, ma meglio se alle spalle, un avversario, mi stimola a dare tutto. Invece, posso e devo far di più nel giro secco. Sto lavorando per implementare le mie capacità in qualifica".

Il ragazzo, giovane ma che ne ha viste un tot, sa dove vuole arrivare: "Al mondiale Moto2, e ci proverò con tutto il mio impegno. Ora sono più tranquillo, poichè sostenuto da buoni sponsor, che mi stanno aiutando in ogni attività della mia carriera. Per esempio, da tempo mi sono trasferito a Valencia, posto ideale per allenarsi e parlare di moto tutto il giorno".

In termini di sacrificio, Francesco è messo bene: "Avendo smesso presto gli studi, ho pensato fosse giusto nei confronti della mia famiglia e di me stesso andare a lavorare. Ho fatto il meccanico, professione che mi aiuta ancor oggi: quando si guida un mezzo meccanico e tecnologico, opportuno è sapere di cosa si tratti e delle relative dinamiche".

Idoli ed esempi per Mongiardo

C'erano momenti in cui dire "no" sarebbe stato semplice, poiché fine dei sacrifici, dietro l'angolo come è successo a tanti ex piloti. Contrariamente, Mongiardo ha continuato a crederci: "Eccome nonostante gli innumerevoli alti e bassi vissuti nelle categorie propedeutiche e nei campionati nazionali, a causa di parecchi cambi di team, moto e categoria".

Ecco perché tra Trofeo Aprilia vinto e stagione 2023 CEV Moto2 il milanese ha alimentato ulteriore consapevolezza: "Chiaro, ma posso andare ancora più in alto, focalizzandomi su aspetto mentale e quello velocistico. Ho attorno a me uno staff che mi segue di tutto punto, oltre a mia mamma: se ripenso a litigi e discussi, ricordo quante volte avevo in testa il tutto o niente".

Di esempi ce ne sarebbero diversi, Francesco ne sceglie uno che sta attraversando un periodo decisivo: "Andrea Iannone. Dopo una punizione così dura e lunga, chissà come si è sentito nel tornare in sella a una moto. E chissà che emozioni proverà alla prima gara. In caso riuscisse a salire sul podio o a vincere nella stagione SBK, dimostrerebbe due attributi infiniti. Sì, lui è un pilota tutto o niente, mi piace e ne sostengo il coraggio. Lo stesso che ha avuto Michela mettendomi a bordo di una minimoto. Avevo 5 anni".

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi