Moto2, Acosta: “Io e Arbolino? La nostra rivalità oggi è solo professionale”

Moto2, Acosta: “Io e Arbolino? La nostra rivalità oggi è solo professionale”© Luca Gorini

Abbiamo fatto due chiacchiere in esclusiva con lo spagnolo, che ha fatto un bilancio di questa stagione e ci ha svelato alcuni dietro le quinte

28.08.2023 09:16

Mancano ancora 10 gare, alla fine della stagione di Moto2, ovvero lo stesso numero di quelle che sono state finora disputate, e per la seconda parte di campionato Pedro Acosta si presenta da leader nella generale. In esclusiva abbiamo fatto una chiacchierata con lui su questo attimo presente, che lo vede il pilota da battere, alla guida della sua KTM del team Ajo.

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Come sta andando la stagione?
«Molto bene, siamo molto competitivi per ora. Stiamo man mano migliorando in parti dove l’anno scorso soffrivamo molto e quindi dobbiamo esserne contenti».

La seconda parte di stagione sarà molto lunga.
«Sarà difficile. È come se cominciassimo un campionato nuovo. Dobbiamo provare a fare meno errori possibili, che già ne abbiamo commesso uno a Le Mans. Dobbiamo essere il più costanti possibili e ottenere il massimo da ogni situazione».

Il tuo successo, talento a parte, da cosa è costruito?
«Lavoro. Mi piace molto andare in moto e ci vado quasi tutti i giorni. La cosa più facile nella vita è ripetere o copiare, quando qualcosa è difficile bisogna farlo continuamente fino a quando non ci si riesce».

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Essere leader in campionato ti aiuta a livello mentale?
«Non ci guardo di solito, ci sono ancora tante gare in calendario. Come è successo a Le Mans può succedere di nuovo di commettere un errore, dobbiamo stare tranquilli. Dobbiamo stare davanti in ogni gara».

Qual è il cambiamento più grande che hai fatto nella tua preparazione?
«Abbiamo commesso così tanti errori che era difficile non avere chiaro che c’era da cambiare qualcosa. A livello fisico l’anno scorso ero molto magro, pesavo poco, avevo molto peso sulla moto e questo mi condizionava molto nel primo giro. Così ho preso più chili. Ho lavorato maggiormente sulla mia alimentazione che sulla preparazione atletica».

Come puoi descrivere la tua rivalità con Arbolino?
«In una sola parola: professionale. È un pilota che conosco da tanto tempo, da quando ci allenavamo a Cartagena. Avevamo rispettivamente sui 13 e 17 anni, eravamo con i nostri rispettivi papà. A quell’età tra bambini ci si relaziona. Poi quando lui è arrivato al Mondiale e io ero ancora piccolo, il rapporto è diventato più distante. Ognuno fa la sua vita, però è una buona epoca da ricordare».

L'intervista integrale la potrete leggere prossimamente su Motosprint.

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