Analizzando l'incidente nel day-1, Piero Taramasso ha negato problemi alla gomma posteriore del pilota Aprilia: "La gomma ha funzionato correttamente"
I test che la MotoGP sta svolgendo a Sepang sono stati caratterizzati, nella prima giornata, dalle cadute di diversi piloti: su tutte quella che ha visto protagonista - suo malgrado - Jorge Martin, vittima di fratture della mano destra e al piede sinistro.
Un incidente che ha mandato su tutte le furie il CEO Aprilia Massimo Rivola, tanto da chiedere spiegazioni alla Michelin: "Se è una di quelle carcasse che restano un anno chiuse nel container, allora non è una bella cosa. Ho voluto informazioni sulla storia della gomma utilizzata dal mio pilota ma non mi hanno detto nulla, ci faranno sapere". La risposta di Piero Taramasso è arrivata 24 ore dopo attraverso i microfoni di Sky Sport MotoGP.
Secondo Taramasso, le caratteristiche dell'asfalto di Sepang e le relative temperature non sono le migliori per mandare in temperatura la mescola media: "La gomma posteriore in questione, rispetto alla morbida, è meno competitiva - ha esordito Taramasso il responsabile Michelin - i piloti preferirebbero solo le specifiche soft, ma il regolamento prevede l’utilizzo di due tipi di mescole in quantità specifiche. Abbiamo rispettato i regolamenti e queste erano le opzioni che ritenevamo più adatte a questo tracciato”.
"Quando ci sono questi incidenti, dobbiamo sempre cercare una risposta. Abbiamo verificato la provenienza della gomma: non è mai stata preriscaldata o conservata sotto il Sole in un container - ancora Taramasso - vorrei sottolineare che i container sono refrigerati e non rimangono qui tutto l’anno, perché tornano ai nostri stabilimenti via nave. Abbiamo esaminato lo pneumatico posteriore di Jorge e, in base alla sua tracciabilità, è stato prodotto l’anno scorso e non era stato utilizzato in precedenza. Visivamente, dopo i giri che Jorge ha fatto, abbiamo visto che ha funzionato correttamente sia sul lato destro che su quello sinistro".
"Quando uno pneumatico non funziona, di solito appare lucido e liscio, ma non era questo il caso. Nel primo stint, i suoi tempi nei primi quattro o cinque giri erano simili a quelli degli altri piloti - ha aggiunto - nel secondo era più veloce di Bagnaia e Binder, poi è caduto. È strano che abbia tenuto lo pneumatico per 13 giri se sentiva qualcosa che non andava, perché normalmente i piloti chiedono il cambio dopo due o tre giri se rilevano un problema”.
Infine, Taramasso ha confermato che Michelin pensa a proseguire il proprio impegno in MotoGP anche oltre il 2026: "Vogliamo continuare, abbiamo già fatto la nostra proposta alla Dorna, ma non mi sorprenderebbe se altri Costruttori, italiani o giapponesi, avessero fatto la loro offerta. Ora stiamo aspettando e pensiamo che avremo una risposta intorno alla prima gara. La decisione deve essere presa presto, perché le moto del 2027 potrebbero iniziare i test alla fine di quest’anno”.
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