“Posso solo ringraziare di avere al mio fianco Pedrosa, mio idolo d’infanzia” dice lo spagnolo nel media scrum dopo la presentazione ufficiale
Maverick Vinales è, insieme ad Enea Bastianini, il volto nuovo del team di Hervè Poncharal che per la stagione 2025 è tornato a “vestire” l’arancione KTM dopo l’ultimo biennio in rosso GasGas. Per lo spagnolo si tratta, come lo è stato per Jack Miller nel 2023 prima di passare in Yamaha per il 2025, di un “ritorno a casa” (con una KTM, infatti, aveva vinto il titolo Moto3 nel 2013 prima di passare in Moto2 l’anno successivo).
“Ho passato la maggior parte dell’inverno a cercare di migliorarmi – esordisce Vinales nel media scrum post presentazione – ogni anno bisogna fare un passo avanti. Quest’anno devo essere in forma sin dal primo giorno in pista a Sepang, la cosa più importante adesso è conoscere la moto il più velocemente possibile. L’obiettivo principale nei prossimi giorni è conoscere e capire la moto, vedere qual è il limite, cosa devo fare per migliorare. Sarà molto interessante ma molto stressante dalla parte dello studio.”
Poi aggiunge: “Mi sono allenato più forte che potevo, il tempo è importante e bisogna imparare in fretta, questo è il mio obiettivo. C’è un impegno totale, è il quarto costruttore diverso, quest’anno sono con RedBull KTM Tech3 ed è importante adesso portare a casa risultati.”
In MotoGP è sempre difficile fare paragoni con altre moto fino a quando non si sale su quella nuova. Lo sa bene Maverick Vinales, giunto quest’anno alla sua quarta moto diversa nella carriera in MotoGP, ma un buon punto di partenza dalla RC16 lo trova, il feedback che gli ridà la moto. “In MotoGP è sempre difficile fare paragoni con altre moto fino a che non si è al massimo, ma quello che mi è piaciuto della KTM è il feedback che ho avuto dalla moto che era quello che mi aspettavo. Posso già sentire la potenza in frenata, che nella MotoGP attuale è importante per attaccare, e ha un motore molto potente. Penso che innalzi di molto la mia capacità di lottare in pista, e questo è molto importante. Con questa moto posso riuscire a lottare per sorpassare nei primi giri, cosa che l’anno scorso era molto difficile. Il mio obiettivo è quello anche di aiutare KTM a fare un passo avanti. Possiamo fare un bel lavoro, ho parlato diverse volte con Manu (Cazeaux, il suo crew chief) cercando di conoscere il mio capo tecnico, capire dove dobbiamo concentrarci.”
Sull'abbassatore scherza: “La cosa più difficile è stato inserire l’abbassatore. Ho sempre inserito l’abbassatore posteriore manualmente, ora mi sono abituato e lo attivo prima di ogni curva. E’ stata la cosa più difficile nel test di Barcellona perché lo usavo tanto in alcune curve tipo la 7 e l’ultima, perché dovevo pensare ad attivarlo. Il resto però è ottimo, devo lavorare ancora un po’ sull’elettronica, sono un pilota che cerca di usare meno elettronica possibile e che cerca di controllare le gomme, è una cosa diversa dagli altri piloti KTM. Mi piace tanto la posizione sulla moto, è una cosa molto importante.”
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