Il patron del team Aspar: "Festeggio 45 anni nel Mondiale, e ne ho viste di tutti i colori. David ha tutto per fare la storia, proprio come Bagnaia e Martin"
Ora la sfida con Alonso si sposta in Moto2.
“Dove avremo la coppia composta da Alonso e Daniel Holgado, a sua volta cresciuto nella nostra scuola. Il progetto è di due anni e siamo molto soddisfatti dei primi test a Jerez. Hanno completato più di 150 tornate in due giorni e hanno girato veramente molto bene. La Moto2 è la categoria più complicata, con dieci piloti in mezzo secondo. Si deve lavorare tantissimo”.
Quali aspettative e sensazioni vi hanno lasciato quei primi test?
“Mi piace tantissimo quando al termine delle prove, o delle gare, vedo un mio pilota sorridere. Significa tanto: vuol dire che si è divertito, che gli piace quello che sta facendo. La prima presa di contatto è andata meglio rispetto alle attese, ma David e Dani hanno detto a fine test che non hanno ancora in mano la moto, e per ora è ancora la moto a portare loro. Questo significa parlare molto chiaro”.
In Moto3 invece vi affidate all’esperienza di Dennis Foggia.
“Sì, mi è piaciuto tantissimo quando abbiamo parlato con lui e con il suo manager. Entrambi ci hanno detto: ‘Per noi non sono importanti i soldi, conta avere la squadra giusta e la moto per diventare campione del Mondo’. Noi siamo qui per vincere il titolo, non per fare le gare, e questo ragionamento mi è piaciuto molto. È chiaro che se vincerà guadagnerà tanti soldi, ma il pilota che chiede il materiale e i tecnici è colui che ha la mentalità per cercare di vincere. Foggia aveva altre offerte in Moto3, ma è voluto venire con noi. Sappiamo che non sarà facile, ma sono convinto che abbia tutto il potenziale per riuscirci. Gli abbiamo assegnato la squadra con cui Izan Guevara è stato campione del Mondo (nel 2022, nde), quindi un gruppo esperto, così come è esperto il pilota. E abbiamo la moto per fare risultati”.
Quanto vi conoscete a livello umano?
“Non tanto per ora. A breve verrà qui a Valencia per stare con noi e allenarsi nel nostro circuito. Ora manca soltanto questo: lavorare insieme e cercare di dare tutto da entrambe le parti. Non vivrà in Spagna, ma è importante che stia qui più tempo possibile perché abbiamo un buon meteo e la scuola. È positivo anche per lui girare con i ragazzini giovani, perché ti fanno spingere di più”.
Che tipo di sfida è passare dalla Moto2 alla Moto3?
“Il primo giorno Dennis ha detto che è stato abbastanza difficile. Secondo me all’inizio è più complicato compiere questo passaggio rispetto a quello inverso. Vincere è sempre difficile. Dovrà cambiare tantissimo la sua guida, la sua staccata, ma sono contento per come sono andati i primi giorni”.
Alonso va in Moto2 con la squadra con cui ha vinto il titolo e prima d’ora questo tipo di passaggio l’avevate compiuto soltanto con Nico Terol: come mai questa scelta?
“È molto importante conoscere il pilota come persona. David ha una spiccata sensibilità a livello umano, con tutti i componenti della sua squadra ha un rapporto personale molto profondo. Vanno nello stesso hotel, prendono gli stessi voli, sembrano una vera famiglia. Quando c’è questo tipo di rapporto è meglio che tutto continui così. Penso che quando un pilota è messo in queste condizioni, può guadagnare tre-quattro decimi grazie alla sicurezza che sente quando è circondato dalle sue persone".
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