Cosa accadrà ai piloti orange? Intanto alla top class servirebbero più Case, ma la Kawasaki, Suzuki hanno altre proprità e BMW avanza a piccoli passi
Ragionamento opposto quello della Suzuki, uscita a fine 2022: l’obiettivo di conquistare l’iride era ormai stato soddisfatto due anni prima assieme a Joan Mir, la GSX-RR ha continuato a ottenere podi e primi posti, quindi perché rimanere? Quanto dimostrato bastava, oltretutto il denaro doveva essere versato in voci ritenute più importanti, come rivelatoci all’EICMA da Mr. Toshihiro Suzuki, capo dell’omonima azienda fondata dagli antenati della famiglia a cui appartiene: “Stiamo concentrando le risorse sulla sostenibilità” infatti la GSX-R usata nella 8 Ore di Suzuka era alimentata da biocarburanti ed equipaggiata con molti componenti in materiale riciclato, olio motore, pneumatici, carenatura e freni eco-friendly. “E, a precedere la MotoGP, vengono i motociclisti. Ossia, il pubblico”. Il messaggio diramato è: soltanto quando accontenteremo l’esigenza di chi compra da noi, torneremo a gareggiare nella massima serie. Eppure, in diversi già vedrebbero la Casa di Hamamatsu con una versione da 850 centimetri cubi al via della rivoluzionaria stagione 2027, mentre a noi sono giunti rumors che in quell’anno scenderà in pista un prototipo sperimentale, per sessioni di test molteplici ed evoluzioni ben pensate. Se fosse così, sarebbe magnifico. Ma il 2027 è dopodomani, non domani.
E l’oggi non deve diventare pesante: la bomba che Pedro Acosta e la Dorna stiano cercando una Ducati è esplosa a metà, ovvero, che il ventenne di Mazarrón e il Promoter cercassero un cambio de cisivo era immaginabile (emblematico il suo manager Albert Valera: “La KTM ci era stata ‘venduta’ come un gigante al momento di rinnovare, pochi mesi fa”), casomai poco immaginabile la cordata tra piloti e organizzatore. Ma capiamo. La serie non può permettersi un fantino del genere sul cavallo sbagliato. Però anche Brad Binder, Enea Bastianini e Maverick Viñales, tutti vincitori di GP nella classe regina, andrebbero appellati. Il sudafricano, bandiera KTM, ha fatto suo il titolo Moto3 nel 2016, gare in Moto2 e alloro sfiorato, Gran Premi in MotoGP. La Bestia, titolato Moto2 edizione 2020, detentore di successi in tutte le classi, è arrivato terzo in MotoGP nel 2022. Top Gun, capace di alzare al cielo trofei con Suzuki, Yamaha e Aprilia, con la KTM potrebbe completare il poker, un record assoluto (e la sua fiducia nel marchio è assoluta: ha persino acquistato azioni della KTM). Insieme i quattro vantano la bellezza di 72 vittorie e 203 podi. Trattasi di mole impressionate, che la MotoGP deve tutelare. D’accordo, e come?
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