Uncini: "Difficile ora capire le intenzioni di Liberty, vorrei che Ezpeleta restasse"

Uncini: "Difficile ora capire le intenzioni di Liberty, vorrei che Ezpeleta restasse"© Luca Gorini

L'INTERVISTA - Franco spiega: "Forse però Carmelo è stanco, e ha accettato l'accordo per fermarsi. Inutile il paragone con la F1, i mercati sono diversi, ma la MotoGP sta bene e può crescere"

04.04.2024 12:09

I giorni successivi ad annunci come quello di Liberty Media, nuova padrona della MotoGP, sono sempre fitti di riflessioni e suggestioni. Sognare una MotoGP popolare quanto la Formula 1, possibilmente senza perdere la propria identità, è possibile, come lo è avere dubbi circa le reali intenzioni del colosso americano. In casi come questi è meglio affidarsi ai pensieri di chi il paddock della classe regina lo ha calcato a più riprese, magari anche in più di una veste.

Franco Uncini dal canto suo in top class ci ha prima vinto - nel 1982 nell’allora 500 - e poi lavorato, nella fattispecie come responsabile della sicurezza, dunque conosce come pochi le dinamiche che governano il grande microcosmo chiamato MotoGP, destinato ora – forse – a cambiare in maniera drastica.
 
“Ero a conoscenza dell’affare già da qualche tempo – apre Uncini - anche se non ero sicuro che andasse in porto. Ho visto che Carmelo (Ezpeleta ndr) dovrebbe rimanere al comando della nave, e questo mi rincuora: non voglio mettere in dubbio i valori di Liberty Media, ma Carmelo ha svolto un ottimo lavoro e sapere che continuerà a seguire le vicende del campionato mi rende tranquillo”.
 
Liberty Media però lasciò al comando anche Ecclestone quando nel 2016 comprò la Formula 1, salvo poi esautorarlo rapidamente. Succederà lo stesso con Ezpeleta?
 
“Carmelo ha seguito in prima persona l’operazione, ma credo che forse anche lui si senta un po’ stanco. Potrebbe andare avanti altri vent’anni grazie alla sua forza, ma ha già dato tanto al motociclismo. Egoisticamente vorrei che continuasse a seguire la MotoGP, ma non so cosa desideri davvero: se ha accettato questa operazione posso immaginare che avesse l’intenzionzione di fermarsi”.
 
Cosa potrebbe cambiare con Liberty Media secondo lei?
 
“Non saprei. Ora al comando della Formula 1 c’è una persona di valore come Domenicali, che sin dal suo insediamento ha sicuramente aiutato il campionato a crescere passo dopo passo. Conosco Stefano da quando era direttore del Mugello, avendoci molto a che fare, e lo ritengo formidabile. Qualcuno pensa che il suo arrivo al vertice della F1 e la contestuale crescita del campionato siano stati soltanto una coincidenza, io invece gli attribuisco parecchi meriti. Ha una bacchetta magica, quindi se dedicherà del tempo anche alla MotoGP, con al suo fianco Carmelo almeno all’inizio, la MotoGP non potrà che crescere”.

Uncini, la MotoGP di oggi e quella di domani

La Formula 1 negli anni ha privilegiato tanti aspetti esterni alle gare, tanto che gli appassionati di  moto temono che la MotoGP possa perdere autenticità in favore dell’apparenza. Che ne pensa?
 
“La reale intenzione di Liberty Media è difficile da capire al momento. Da appassionato, ex addetto ai lavori e amico di Ezpeleta e Domenicali mi aspetto un passo in avanti della MotoGP, anche se non so esattamente cosa potrà succedere”.
 
Cosa serve alla MotoGP per aumentare il proprio status?
 
“I numeri e lo spettacolo ci sono, il vero problema è che la moto in realtà non è un veicolo di trasporto, bensì da appassionato. La Formula 1 ha dietro di sé l’industria automobilistica, che fa numeri pazzeschi, e quella motociclistica non è certamente allo stesso livello. Di conseguenza il peso specifico è diverso, e non si può pretendere di essere forti come o più delle auto. I numeri della MotoGP ci sono, ed il paragone con la Formula 1 sarebbe improprio. Non credo ci sia tantissimo da fare relativamente alla MotoGP”.
 
Il processo di evoluzione della MotoGP passerà anche per la rivoluzione regolamentare del 2027, che dovrebbe limitare lo sviluppo aerodinamico e ridurre la cilindrata da 1000 a 850. Può essere una fonte di crescita?
 
“Se questo farà bene alla MotoGP lo capiremo più avanti. Attualmente la MotoGP è molto interessante, e lo stesso sviluppo dell’aerodinamica ha portato dei miglioramenti anche per quanto concerne l’uso delle moto in strada. Sono molto d’accordo sulla riduzione della cilindrata. Siamo arrivati a potenze indomabili, gestite soltanto grazie all’elettronica, quindi serve ridurrle drasticamente. In certi aspetti lo sviluppo tecnologico è un vantaggio per tutti, ma in altri si è andati un po’ troppo oltre. A mio parere il motociclismo non è solo uno sport, bensì anche un mezzo per verificare delle scelte tecnologiche per l’utente che va in strada: quando le scelte vanno incontro all’utente mi trovano d’accordo, altrimenti no. Alcune delle moto che oggi si trovano nei concessionari oggi sono esagerate: di recente ho provato la Ducati Panigale V4S a Vallelunga e sono rimasto scioccato, mi sono detto “è più potente della mia ex 500”, e la può guidare chiunque abbia la patente adatta, in strade che non hanno l’asfalto e gli spazi della pista. Mi capita di pensare questo anche quando guido la mia Suzuki GSX-R 1000R: queste moto dovrebbero andare solo in pista, in strada di dovrebbero utilizzare al massimo delle 600”.

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