L'intervista esclusiva al rookie di lusso della classe regina: "La prima volta, a Valencia, è stata divertente. Ho capito cosa fare per non cadere"
A proposito di vetta, alla prima uscita sulla MotoGP hai siglato il diciottesimo crono in 1’30”476, a soltanto 1”223 da Maverick Viñales.
“Sì, e sono uscito veramente soddisfatto dalla mia prima volta in sella a una MotoGP. Anzi, mi sono pure divertito. Quei test sono andati meglio di quanto sognassi. Ho capito tante cose, che elaborerò passo passo”.
Per esempio?
“Il mio corpo: per l’inverno ho programmato di dedicare parecchio tempo e allenamenti alla resistenza fisica, dato che la diversità dalla Moto2 si sente. Su un prototipo della classe regina nulla è facile, forse soltanto viaggiare in rettilineo. Durante la singola giornata di prove non ho toccato la moto, lo farò nella prima uscita 2024 a Sepang”.
La RC16 ti ha impressionato subito.
“Sicuramente ha sembianze e carattere da pura racing bike. Come posizione di guida, mi ha ricordato la Moto3, ovvero con la seduta alta da terra e il peso del corpo caricato sull’anteriore. Se la Moto2 era un mix tra impostazione corsaiola e propulsore stradale, questa KTM è assolutamente da corsa, senza mezzi termini e nessuna semplicità, anzi. Il cruscotto presenta migliaia di luci, i tasti da azionare e disattivare sono parecchi, le azioni in sella sensibili. Bastava muoversi appena, per perdere stabilità e precisione. I movimenti errati del corpo si percepiscono dalle reazioni della moto. Bisogna ricordarsi di un mucchio di cose, altrimenti…”.
Si incappa in scivolate.
“Esatto, sono anche caduto alla Curva 2, ma pazienza. Volevo assolutamente entrare veloce, nonostante la moto mi avesse ‘avvertito’ chiaramente tra la prima e la seconda piega della pista. Errore mio, è successo, ma è meglio sbagliare in questa fase di apprendimento che in altre. Vedendo quanto viaggiassero forte in curva Viñales e Alex Rins, ho voluto provarci pure io. Ora so cosa non dovrò fare, però è un peccato: potevo togliere qualche decimo al mio miglior riferimento, perché proprio in quel giro sentivo di essere ancora più rapido di quanto non fossi stato fino a quel momento”.
Com’è stato il bilancio dei test?
“Nel complesso dei test, mi ritengo soddisfatto dell’approccio iniziale alla MotoGP, per la quale era e sarà importante gettare una base di lavoro solida, dalla quale partire in agilità in ogni weekend iridato”.
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