"E' un sogno la vetta ma non cambio mentalità" spiega Martin, mentre per Marini "oggi la vittoria era possibile". Bezzecchi stoico: "Nell'ultimo giro ho stretto i denti per passare"
Spagna e Italia sul podio della Sprint di Mandalika, con tre belle storie da raccontare. In primis quella del nuovo leader di campionato Jorge Martin, capace di conquistare 6 delle ultime 7 gare – tra Sprint e corse lunghe – disputate, nonché di recuperare a Pecco Bagnaia 62 punti in meno di 5 Gran Premi.
“Sono felice di essere leader di campionato, è un sogno. La mentalità però deve restare la stessa: devo rischiare, anche perché la pressione non è su di me non essendo un pilota ufficiale. Spero di continuare a divertirmi in questo modo”.
Del resto i risultati stanno dando ragione a Jorge, che anche nel sabato indonesiano non ha avuto rivali, risalendo dalla sesta casella sullo schieramento.
“Non era facile passare gli avversari ma giro dopo giro sono riuscito a prendere la testa, dopo una qualifica dove ho fatto un errore da debuttante, che mi ha impedito di fare il tempo con la gomma giusta. Serviva essere razionale in gara e lo sono stato: nel finale Marini mi ha impressionato recuperando terreno, per fortuna è andata bene”.
Belle storie sono però anche quelle del duo Mooney VR46, più forte dei dolori alle clavicole, tanto da conquistare un doppio podio da favola. A cominciare da Luca Marini, secondo dopo aver accarezzato l’idea di contendere il successo a Martin sino agli ultimi metri.
“Stamattina in Q2 ho sentito come un “crac” doloroso nella spalla – le sue parole - tanto che fino a 3 minuti prima di cambiarmi per la Sprint sono stato a fare fisioterapia, in cerca di una soluzione per sciogliermi e tornare in forma. Ho limitato i danni ma il dolore era alto, specie nelle curve a sinistra, tanto da farmi sentire il caldo. Peccato perché oggi si poteva vincere, ma va bene così: nel finale ho voluto rischiare per prendere Martin, ma in curva 13 mi è partito il posteriore. Per fortuna sono riuscito a tenerla”.
Un salto in avanti enorme quello compiuto da Marini tra ieri ed oggi, spiegato da Luca con la sua proverbiale lavoro analitico.
“Nella Practice ho dovuto fare i conti con due gomme che non sono mai entrate in temperatura, e solo stanotte abbiamo capito il perché. Di conseguenza stamattina ho fatto i primi giri in maniera diversa, il che mi ha fatto trovare molta più fiducia sul posteriore, che insieme a una modifica di assetto ha pagato”.
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