MotoGP Valencia, Dovizioso: “Si può vincere lavorando in modo semplice: Suzuki ne è prova”

MotoGP Valencia, Dovizioso: “Si può vincere lavorando in modo semplice: Suzuki ne è prova”© Milagro

"Ha dimostrato che concentrandosi su basi tecniche banali si può essere veloci e costanti, la moto è la più semplice, mi piacerebbe provarla. Mir ha confermato il talento mostrato dalla Moto3"

15.11.2020 20:30

Andrea Dovizioso archivia il secondo GP di Valencia con un’ottava piazza, frutto di una notevole rimonta dalla 17^ casella della griglia. Un risultato non certo all’altezza con le aspettative del forlivese, ma comunque in grado di regalare un piccolo sorriso. Prima di parlare della sua corsa però il numero 04 esprime la sua idea sul neo campione del mondo Mir, e soprattutto sulla Suzuki.

“La vittoria di Mir non mi sorprende, e non collego il suo successo alla particolarità della stagione. Mir ha dimostrato di avere un talento particolare dalla Moto3: ci vogliono vari ingredienti per centrare certi risultati, ma lui ha confermato il suo grande valore. La Suzuki ha dimostrato che si può vincere lavorando su basi tecniche all’apparenza banali, ma che possono renderti costante e competitivo: la Suzuki è in generale la moto più semplice, sotto ogni aspetto che si può prendere in esame”.

Se potesse guidare una moto diversa per la sua ultima gara dunque Dovizioso sceglierebbe la GSX-RR di Hamamatsu, per studiarla fino in fondo.

“Non sempre le moto che vincono vanno così bene, dato che certi limiti non li vedi finchè non guidi, ma è ovvio che mi piacerebbe provare la moto campione. Questa ovviamente avrà lati positivi ed altri negativi, ma il fatto che ha vinto la rende interessante, e solo provarla ti permette di capire il reale valore dei piloti che la guidano”.

"Qualsiasi pilota può fare ben poco partendo 17^ nella MotoGP attuale"


Una cosa è certa, l’aria che circola attualmente le box Suzuki è molto diversa da quella che gira nel box di Dovizioso, che sottolinea comunque i tanti capitoli da ricordare della sua storia con Ducati.

“E’ normale che la percezione di tutti sia determinata più dal finale che dal resto, ma credo che i risultati ottenuti insieme siano strepitosi, e certe vittorie rimarranno impresse. Il fatto che certe situazioni si sarebbero potute vivere meglio è un altro discorso. La mia miglior stagione in Ducati? Il 2017 è l’anno in cui ho fatto maggiormente la differenza, mentre nel 2018 la situazione era la migliore possibile, ma io ho fatto degli errori e Marc è stato incredibile”.

Parlando della corsa odierna Andrea conferma di aver centrato un risultato simile alle sue aspettative, specie a causa del cattivo piazzamento in griglia.

“La gara non è andata particolarmente male, dato che qualsiasi pilota della MotoGP attuale può fare ben poco se parte 17^, può recuperare ma non troppo. Non ho avuto un brutto passo, visto anche il fatto che dall’ottavo giro ho avuto un problema tecnico: si è girata la parte sinistra della forcella, ed è stato come girare con il manubrio più aperto da quella parte. Ero preoccupato che peggiorasse giro dopo giro, ma per fortuna così non è stato. Quando al sesto giro hai cinque secondi di ritardo dai primi è difficile arrivare davanti, ma resta un peccato perché la Ducati non era male oggi, come Miller ha dimostrato”.

Per Dovizioso e la Ducati non resta che l'ultima esibizione in quel di Portimao, che essendo un tracciato nuovo potrebbe regalare grandi gioie come terribili sofferenze.

“Mi dispiace aver perso punti in campionato, speravo di essere più vicini alle posizioni da podio in vista di Portimao, dove non so se potrò essere competitivo o meno. In Portogallo partiremo tutti alla pari, anche chi come Oliveira conosce più la pista, dato che la guida e le sensazioni di una MotoGP sono una cosa a parte. La poca aderenza? Non è chiaro quale moto sia la più veloce in assenza di grip, staremo a vedere”.

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