MotoGP, l'analisi: Ducati-Aprilia, il genio italiano domina la scena

MotoGP, l'analisi: Ducati-Aprilia, il genio italiano domina la scena

Il dominio tecnologico delle nostre Case si è visto a Sepang, nei recenti test svolti dalla classe regina del Motomondiale

Presente in

20.02.2023 ( Aggiornata il 20.02.2023 10:45 )

Dove eravamo rimasti? La MotoGP 2022 era andata in archivio con i test di Valencia, sintetizzando quanto registrato l’anno scorso e anticipando lo scenario di inizio 2023: è l’Italia delle due ruote a comandare, ponendo in alto materiale tecnico e umano di casa nostra.

La scorpacciata Ducati e la sorpresa Aprilia ammirate nella passata stagione fungono da antipasto per un banchetto ancora più ricco.

MotoGP test Sepang, prese d'aria ma non solo: in Aprilia lo sviluppo va veloce

Ducati e Aprilia al top


Borgo Panigale e Noale propongono soluzioni all’avanguardia, chi sta in sella le sfrutta a dovere. Desmosedici GP (anche in versione ’22) e RS-GP hanno un passo in più, i nostri rappresentanti anche due. Il tricolore viaggia con il vento in poppa, nel vero senso del termine: aerodinamicamente parlando, siamo i numeri 1.

Luca Marini, Pecco Bagnaia, Enea Bastianini, Jorge Martin, Fabio Di Giannantonio, Marco Bezzecchi e Alex Marquez, tutti ducatisti dentro la Top 10 del fine settimana.

Soltanto Johann Zarco è rimasto fuori dai migliori, mentre il restante “plotone” bolognese ha spadroneggiato. Questione di grandi numeri, dite? Sì, ma anche di qualità: già durante lo Shakedown Test si intuiva che qualcosa di importante stesse bollendo sotto la carena della Desmosedici, moto apparentemente poco mutata, invece carica di sensori e rilevatori di ogni dato che possa garantire miglioramenti.

Le Desmosedici guidate da Michele Pirro presentavano carene con pance ridisegnate, in cui le piccole prese d’aria generavano effetto suolo. L’intento della Casa bolognese è di incollare ulteriormente la moto all’asfalto, come si fa in Formula 1.

L’obiettivo sembrerebbe centrato, malgrado i piloti sostengano come, adesso, la guida risulti più impegnativa, a causa di ali maggiorate.

Il campione del Mondo in carica lo ha spiegato: "Sì, faccio ulteriore fatica – le parole di Bagnaia – ma se il pacchetto mi rende più veloce, lo uso. La differenza più grande si sente tra la GP21 e la GP22, ora si parla di ritocchi e perfezionamenti". Lui e i parimarca dovranno decidere quale specifica far omologare: con o senza “pancia aerodinamica”? Bastianini è stato veloce, ma la priorità era acclimatarsi: “Dalla GP21 alla GP23 è un gran salto" ha detto il romagnolo che disponeva in Gresini di due step indietro rispetto al modello attuale. "Infatti, devo ancora trovarne il limite. Oltretutto, io e Marco Rigamonti dobbiamo conoscerci meglio: lo faremo in gara”.

Il nuovo capotecnico della Bestia sarà un aiuto per decollare, contando su una moto ritenuta il riferimento di classe.

Martin e Marini soddisfatti


Lo dimostra il fratello di Valentino Rossi, in cima alla lista finale dei cronologici. Record sfiorato a parte, Marini – caso pressoché unico di pilota che non ha cambiato specifica di moto, un vantaggio in questa prima fase – si affida a un mezzo già titolato come la GP22: “Test perfetto, non soltanto in termini di giro secco. Ho mantenuto un gran passo, simulando pure una Sprint Race”. Primo nella sessione singola di Valencia, primo in Malesia. Sapendo che la sua cavalcatura non sarà ufficiale, il ‘Maro’ la sfrutta comunque benissimo: “La Ducati è la migliore, però gli altri ci sono, eccome. Il livello è altissimo”.

Anche nel suo box, dato che Bezzecchi è stato leader dopo la prima giornata, e a parità di moto la coppia Gresini con Di Giannantonio e la novità Alex Marquez non ha scherzato.

Ma se si parla di satellite, è impossibile non menzionare Jorge Martin, spagnolo del Prima Pramac Racing.

La veste di “satellite” sta stretta al madrileno, che cerca una struttura factory. Essendo i posti in Ducati tutti coperti, per lui la chance si chiama Yamaha, in scadenza di contratto con Franco Morbidelli. Parlare di 2024 (c’è sempre Toprak Razgatlioglu…) non è prematuro, anche perché Martinator sarà la mina vagante della stagione, come lo è stato sabato con la vetta conquistata: “Peccato mi sia ferito a una mano” ha detto.

Nel cambio di carene, al ritorno tra i cordoli, una chiazza bagnata lo ha tradito. “Comunque correrei subito. Sono più in forma che mai”. Come accennato, il meteo ha proposto i soliti acquazzoni asiatici.

Le alte temperature vengono tenute a bada dai complicati sistemi di raffreddamento, altro vanto Ducati, come il propulsore, sebbene a Sepang sia stato “pareggiato” dalla concorrenza. Vedremo se la compagine rossa eviterà gli errori di inizio 2022, nel frattempo la posizione del comando dell’abbassatore è stata spostata dalla piastra di sterzo al semimanubrio sinistro: in caso di malfunzionamento, i piloti potranno intervenire manualmente, evitando di togliere le mani dalle manopole.

“Ho trovato la soluzione ai problemi – ancora Pecco – il time attack è uscito bene. Lavorando sull’erogazione del motore e in collaborazione con Bastianini, è arrivata la svolta”.

Portimao attende una conferma.

Espargarò, Vinales e Yamaha... scopri cosa ci si può aspettare da loro nella prossima pagina

1 di 3

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi