Tifosi, niente scuse: l'Italia della MotoGP c'è. Venite al Mugello numerosi

Tifosi, niente scuse: l'Italia della MotoGP c'è. Venite al Mugello numerosi© Luca Gorini

La prima fila Ducati con Di Giannantonio, Bezzecchi e Marini, Bagnaia e Bastianini sicuri protagonisti, l'Aprilia che si gioca gara e titolo: i cordoli tricolori confermano come ci siano validi motivi per venire in circuito

28.05.2022 19:49

Oggi è sabato, domani niente scuola. Questo detto, diventato tormentone anche negli ambiti non ministeriali e didattici, spiega come il Giorno del Signore sia momento di festa, sport, possibilmente (per noi) a due ruote. Magari ci starebbe bene una bella gara della MotoGP, domani. Ah, sì: c'è il Gran Premio di Italia. Al Mugello.

Perchè tal cappello? Sembra che i tifosi se ne siano dimenticati. Esigue le presenze registrate in due giorni, malgrado l'evento sia uno dei più importanti di tutto il calendario, nonostante a team e piloti piacciano molto colline, curve, ambiente e caratteristiche del tracciato toscano.

I primi sette Gran Premi: calo solo in Spagna

Vanno analizzate le prime tappe 2022. In Qatar, "normale" è che ci sia poca gente. La pista è una sorta di cattedrale nel deserto, non ci sono piloti locali ad attirare i connazionali, la cultura motociclistica laggiù è quella che è. Però, l'unica tribuna centrale era gremita. Perlomeno domenica. 

L'Indonesia - lanciata dall'esordio 2021 della SBK - ha accolto alla grande la MotoGP, sebbene tutto lì sia nuovo e da esplorare. I numeri, alti o bassi che siano, andranno confrontati nelle stagioni a venire. In Argentina la folla ha spopolato, anche perchè l'evento era assente da due anni. La fame di moto ha prevalso su ogni cosa.

Negli Stati Uniti era presente un buon pubblico, non esagerato, però in linea con le aspettative. E l'entusiasmo era alle stelle... e strisce. Tutto in regola, come in regola erano i tifosi arrivati a Portimao, vuoi per Miguel Oliveira, vuoi per un Gran Premio che ha preso piede. A Jerez c'è stato un calo rispetto alle passate edizioni, ma gli appassionati erano comunque caldi, venuti in moto e, ricordiamolo, la Spagna ospita ben 4 Gran Premi. Non tutti possono farli... tutti. In Francia pienone da record, e si sa quanto Le Mans attragga chi e attratto. 

Mugello ben abituato

Certo, al Mugello noi italiani siamo ben abituati: andando a ritroso, ricordiamo le vittorie di Ezio Gianola, Loris Capirossi, Marcellino Lucchi, Luca Cadalora, Roberto Locatelli, Lucio Cecchinello, Max Biaggi, Mattia Pasini, Marco Simoncelli, Simone Corsi, Romano Fenati, Andrea Migno, Andrea Iannone, Tony Arbolino, Dennis Foggia.

Tutti citati in rigoroso ordine sparso, mentre nella fattispecie parliamo di Valentino Rossi, capace di attirare in circuito anche appassionati extra-settore. Le colline sono state per anni tinte di giallo, nell'esplosione finale dell'invasione di pista.

Oggi il nove volte iridato non corre più, il suo numero 46 è stato ritirato, lui si è ritirato. La flessione di affluenza era prevedibile, però non giustificabile: volete dire che al Mugello il prezzo del biglietto fosse pagato solo per vedere lui? Se così fosse, come spiegare le grandi presenze che hanno precededuto l'ascesa mondiale del pilota di Tavullia?

Nessun alibi: il tricolore sventolerà

Lo abbiamo detto: guardate che prima fila in MotoGP: piloti italiani, moto italiane, squadre italiane. Cosa volere di più? Ah già: Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini, già protagonisti più volte quest'anno. E lo saranno pure al Mugello. Dimentichiamo l'Aprilia? No, perchè la RS-GP e Aleix Espargarò competono per il titolo.

Inoltre, ci sono fortissimi nome come Andrea Dovizioso, Franco Morbidelli. E le moto, considerando anche le altre categorie. C'è tutto quanto serva per godersi gare e azioni, in pieno divertimento. Ovviamente, poi vinca il migliore. Sempre.

Appunto, non era vero che il pubblico italiano fosse il migliore? Il più appassionato, quello onnipresente? Ci crediamo, o abbiamo visto più volte, vogliamo rivederlo presto. E presto, significa già al Mugello: il Gran Premio di Italia dice che presente e futuro sono nostri. Poche scuse.

 

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