Esclusiva Mugello: Andrea Dovizioso scrive per noi

Esclusiva Mugello: Andrea Dovizioso scrive per noi© Luca Gorini

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28.05.2022 ( Aggiornata il 28.05.2022 09:57 )

Correre al Mugello è un privilegio. Il Mugello l’ho vissuto in maniera diversa nei vari momenti della mia
carriera: dai primi anni, a metà e adesso verso la fine. È una gara così sentita e così importante, e per molto tempo è stata anche una pista molto difficile in cui ho fatto tanta fatica. Almeno fino al terzo anno di MotoGP, il 2010, il momento della svolta, quando sono salito sul podio. Da lì in poi è diventato uno dei circuiti in cui sono stato più competitivo con qualsiasi moto e dove ho ottenuto buoni risultati.

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Il Mugello per me è “la gara” dell’anno. Nel senso del divertimento da quando parto da casa a quando ritorno. Tutto quello che c’è intorno è bello: il viaggio, gli odori che si percepiscono, è proprio diverso da altre piste per tutti i piloti, e un italiano qui vive emozioni importanti. Poter girare avendo il pubblico rialzato, ma non dalle tribune, bensì dalle colline, è qualcosa di unico, spettacolare, bellissimo, fa tanta differenza. Quando è pieno e c’è il tifo è stupendo.
Avere la possibilità di giocarsi delle gare in questa atmosfera non ha prezzo. È vero che ho sempre corso con la maggior parte del tifo coloratadi giallo, per Valentino Rossi, ma alla fine se si riesce a essere competitivi, emozionando il pubblico, possono diventare anche tuoi sostenitori. Ed è ciò che è successo quando sono riuscito a vincere con la Ducati, per esempio. Questa è una cosa stupenda.

Nel 2004, l’anno in cui ho vinto il Mondiale 125, purtroppo chiusi quarto in questo GP, ma credo di aver compiuto un ultimo giro tra i più belli della mia carriera: alla prima curva ero quinto, all’ultima ero secondo e mi stavo preparando per la volata, poi persi il grip e rischiai di cadere: ma quel giro fu proprio bello. Anche la vittoria ottenuta nel 2017 rientra tra i ricordi più belli. E poi il giro d’onore dopo il successo è stato pazzesco. Il podio è indescrivibile: posso usare tutti gli aggettivi che voglio, ma è qualcosa di potente e mi ritengo molto fortunato per averlo vissuto. È qualcosa di ineguagliabile. Nessuna altra pista crea questa situazione per varie ragioni: il podio è tanto alto, da lì si vede tutto il pubblico e tutti possono entrare in pista. C’è l’atmosfera da stadio, respiri la passione vera, tanta roba!



Negli ultimi sette anni ho introdotto la tradizione di andare a cena fuori con il mio gruppo di amici, sempre allo stesso ristorante, il Barnaba. Non possiamo svelare in quale serata, ma ci troviamo là a mangiare una bella fiorentina per stare insieme. Loro si fermano a dormire lì, io torno nelpaddock. È vero che al Mugello è sempre stato difficile dormire. A volte sono arrivato a usare i tappi, ma fa parte del Mugello, è bello che sia così. Non sono mai andato a dormire fuori dal circuito proprio per questo.

Il Mugello sembra una pista abbastanza lineare, invece fisicamente è una delle più difficili. Se ci metti tanta intensità “spacca”, perché ci sono tante staccate, parecchi cambi di direzione e poi c’è la famosa San Donato: quella staccata è molto fisica e richiede tanta energia. È tosta. Casanova-Savelli e le Arrabbiata 1 e 2 sono le curve quelle che mi hanno fatto godere. Questa volta arrivo con lo spirito di chi vuole godersi al meglio la fortuna di poter correre al Mugello, anche se non ci arrivo con le aspettative del passato.
Andrea Dovizioso

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