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Moto3, qualifiche da ripensare

Le qualifiche della Moto3 sono da tempo un caso: prima i piloti che si aspettano errando per la pista a bassa velocità creando così pericolo a chi sta girando per davvero, poi le fasi di surplace in pit lane, ma a Brno si è toccato il fondo con oltre 15 piloti che non sono riusciti a effettuare il giro “buono” perché stoppati dalla bandiera a scacchi. 

Cos’è successo? Sul finire delle qualifiche, in pista non c’era praticamente nessuno, perché tutti i piloti erano in pit lane in attesa che uscisse qualcuno a tirare il gruppo. Nel frattempo il cronometro, impietoso, andava avanti. Addirittura qualche pilota, soprattutto Jakub Kornfeil (poi autore della pole), è rimasto fermo all’uscita della pit lane, in posizione vietatissima e quindi sanzionabile dai Marshall. Mentre il ceco restava in attesa di scattare, a circa due minuti e venti secondi dalla fine del turno gli altri, tra i quali Fabio Di Giannantonio – il più veloce fino a quel momento – restavano fermi, per uscire a circa due minuti e otto secondi dal termine. Un tempo però insufficiente per completare il giro di lancio. Infatti la bandiera a scacchi ha fermato molti big, italiani compresi (Diggia, ma anche Marco Bezzecchi ed Enea Bastianini) che hanno perso l’occasione per partire più avanti. 

I giovani della Moto3, che in qualche caso evidenziano limiti tecnici, in compenso sono molto attenti a queste furbizie e a sfruttare scie e “tiri”. Mezzucci che alla fine hanno fatto fare una pessima figura a piloti e tecnici nei box. E visto che il malcostume impera, sarebbe ora di rivedere il format delle qualifiche per vedere, realmente, il valore dei piloti nel giro “secco” e non l’abilità nel succhiare scie.