di Riccardo Piergentili
I piloti sono personaggi
strani. Vivono sul filo dei
decimi di secondo e a volte il tempo di un
battito di ciglia determina una
vittoria o una
sconfitta. La differenza tra un
campione e un pilota "semplicemente" forte spesso è molto sottile.
Niccolò Antonelli è sempre stato considerato un
talento, che però non si era ancora espresso al massimo.
Andare forte non è sinonimo di
vincere delle gare e Antonelli l'ha capito. Nel
2015 Niccolò doveva fare il salto di qualità; non riuscire a diventare un
vincente avrebbe significato essere considerato un
incompiuto, nonostante la giovane età.
Antonelli, per fortuna, è cambiato; è maturato.
Ha iniziato ad andare forte, a sbagliare meno ed a
vincere. Ed ora non vuole smettere.
Niccolò sta dimostrando che è un pilota di vertice e il suo
talento sta venendo prepotentemente a galla. A
Motegi, Antonelli ha dimostrato che è anche un
pilota da bagnato; il migliore pilota da bagnato. Quindi, Niccolò è un
pilota completo... che ora sta lottando per il
podio della classifica (quella generale)
mondiale.
Niccolò Antonelli (primo):
"Riconfermarsi è sempre importante. Ci voleva questa vittoria per dare un maggiore valore alla prima. Anche per questo, io ho spinto sempre al massimo; non mi sono risparmiato. Non è stato facile, perché ho guidato oltre il limite. La moto perdeva continuamente aderenza ma riuscivo a tenere la situazione sotto controllo, perché avevo un feeling esagerato sia con l'avantreno, sia col retrotreno. Dopo i primi giri ho capito che potevo scappare, così ho accumulato un buon vantaggio e l'ho gestito. Questa vittoria premia un bel weekend, durante il quale siamo stati sempre veloci. Che dire... Perfetto. Io non devo fare calcoli e non li ho fatti. Se la moto funziona bene io punto alla vittoria. Se la moto non funziona bene devo cercare di ottenere il migliore risultato possibile".
Enea Bastianini (settimo):
"È andata abbastanza bene, perché sono riuscito a gareggiare insieme ai primi e sinceramente non me lo sarei mai aspettato. Quando ho capito che ero competitivo, posso dirti che... mi sono incazzato, perché avrei potuto ottenere un risultato migliore, però facevo fatica a frenare. Purtroppo la moto non andava bene ma la colpa non è di nessuno. Stamattina, nel WUP, andavo piano; in gara, invece, ho capito delle cose e sono andato meglio, però non avevo la messa a punto giusta".
Romano Fenati (ventottesimo):
"Non ero competitivo, né prima della caduta, né dopo la caduta. Non ero efficace in frenata e non riuscivo neppure a raggiungere gli angoli di piega che avrei voluto e dovuto raggiungere. Per questo motivo, ero lento in curva; gli altri andavo più forte. Prima della caduta, mi sono allargato un po' troppo, ho messo le ruote sulla linea bianca e sono caduto. Purtroppo non eravamo competitivi: girando in in 2'11" rischiavo di cadere. I primi giravano in 2'09". Non c'è altro da aggiungere...".
Qui potete leggere la classifica della gara della Moto3.
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