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Van der Mark, è questo lo spirito Superbike!

di Federico Porrozzi Ha dato spettacolo. Più di Rea, ma anche di Davies e di Hayden. Michael Van der Mark ha un feeling speciale con Assen: è la “sua” pista, sente l’affetto dei tifosi di casa e interpreta al meglio la serie infinita di curve del tracciato olandese. CHE MANICO! - In gara1 ha fatto il bello e il cattivo tempo: deciso, aggressivo e determinato, ha messo in piedi uno show degno della migliore Superbike tra sorpassi e controsorpassi con Jonathan Rea. Mica l’ultimo arrivato. Quando ha visto che il campione del mondo di è sbarazzato di Davies, non ha perso un secondo, superando Chaz (non certo l’ultimo in staccata) e mettendosi a “caccia” della Kawasaki numero uno. LA FOGA LO TRADISCE - Sentiva di essere in giornata. E lo sentiva anche il numeroso pubblico sugli spalti. Erano decine di migliaia, a incitarlo ad ogni passaggio. E’ stato tutto perfetto. Fino a due giri dal termine, quando Van der Mark ha perso aderenza sull’anteriore, probabilmente con il freno ancora in mano, finendo in terra. GRAZIE COMUNQUE - Addio ai sogni ma ha fatto sognare, il timido Michael. Sguardo pulito, occhi determinati, a fine gara è salito sul muretto con la tuta ancora sporca per salutare e ringraziare tutti gli appassionati sugli spalti. La standing ovation è stata la naturale conseguenza del suo gesto. E dei gesti fatti in pista. A 23 anni gli si può ancora perdonare tutto, anche la troppa foga di vincere sul circuito di casa. Che la Superbike abbia trovato un nuovo idolo?