Essere leader della MotoGP, pergiunta con cappotto ottenuto a Buriram. Questo è Marc Marquez, capoclassifica che mancava dal 2019 e i tempi Honda. L'avventura Ducati ufficiale è cominciata al meglio per il numero 93, che in Argentina è come se giocasse in casa: "Avverto una ottima sensazione, perchè mi trovo a mio agio sulla Desmosedici e in seno alla squadra. Tra di noi vige una piena comunicazione, mi sento rilassato. Dobbiamo andare avanti così, anche perchè mancano qualcosa come 21 gare alla fnine della stagione. Desidero lottare per il titolo mondiale, ora posso dirlo. Ce la farò? Dipenderà da tanti fattori, tra cui mio fratello Alex e Bagnaia, in più potrebbe aggiungersi Jorge Martin. Per quanto riguarda me, dovrò stare attento".
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Doppietta di Buriram ripetibile? Dipende
A Marc viene chiesto se la posta piena del Chang International Circuit possa essere replicata: "Altro bis, quindi? Solo nel corso del fine settimana capirò se sia possibile o meno. La doppietta thailandese è stato molto commentata. Se nel primo turno di prove libere partirò bene, tutto sarà più semplice. E' anche vero che a Termas ho commmesso errori nel passato. Qui il grip sale di turno in turno, perciò serve settare bene la moto e adattare la guida. La Desmosedici lavora egregiamente sia quando l'aderenza è alta, sia quando la pista è scivolosa, malgrado io preferisca girare con poco grip. Mio fratello mi elargisce giusti consigli, ma la formazione Ducati factory mai ha vinto qui. Vedremo".
Marquez e Bagnaia hanno voluto ripetere la foto di copertina della MotoGP, con però Martin assente. Quando Jorge tornerà, è pronta una idea: "Sarebbe il terzo scatto, ma perché no? Ogni pilota merita di avere questa foto, inoltre parliamo del campione del mondo in carica. La rifaremo. Ma lui ha fatto bene a rinunciare, decisione intelligente. Questo circuito è particolarmente fisico. Non mollare Jorge, ti aspettiamo in pista".
La notizia della Pirelli in classe regina dal 2027 è accolta con circospezione dal catalano: "Provai il passaggio da Bridgestone a Michelin, forse sono l'unico in attività ad aver affrontato il cambiamento. Ricordo strane cadute con le Michelin all'inizio, perchè la guida andava adeguata, comunque dobbiamo ringraziare la Michelin per il lavoro sinora fatte, le prestazioni sono straordinarie. Non mi piace cambiare, anche se le Pirelli saranno ottime gomme".
Ed eccoci al titolo, scelto perché l'otto volte iridato ha sfoggiato la maglietta della Celeste: "Messi rimane Messi, nonostante non apprezzi fare paragoni. Lionel è meglio di Maradona? Ogni calciatore ha le sue epoche, per me Messi è un riferimento, ma io mi sono presentato qui con la maglietta dell'Argentina a cui ho fatto imprimere il mio nome".