Dunlop, le gomme dei campioni | The Test

Dunlop, le gomme dei campioni | The Test

A Misano, ci siamo immersi nel mondo del Marchio, mettendo alla prova le nuove coperture da asciutto KR109+ e KR108+, utilizzate dai piloti del CIV

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23.08.2023 ( Aggiornata il 23.08.2023 14:46 )

Dunlop è un Marchio molto amato dai motociclisti sportivi. Sono da sempre riconosciuti per il loro incredibile grip ai massimi angoli di piega e per la loro fenomenale stabilità.

Oggi, forti dei feedback ricevuti dai piloti (Dunlop è attiva in molti campionati, diversi per categoria e piste: hanno un ventaglio molto ampio), presentano le rinnovate KR109+ (anteriore) e KR108+ (posteriore), categoria Supersport e Superbike, le slick utilizzate in gara dai piloti in campionati come il National Trophy 600 e il CIV Superbike (dove Dunlop è fornitore unico).

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Alla scoperta delle Dunlop KR


Parlando in generale delle Dunlop KR, sono pneumatici da asciutto pensati con un unico obiettivo: la massima performance in pista. Senza tralasciare ovviamente la vita utile, da sempre uno degli obiettivi di Dunlop (ecco perché sono attivi in molti campionati con formula Endurance). Per quanto riguarda l’anteriore, è disponibile nella misura 125/80: provate a immaginare l’appoggio che può garantire un’impronta del genere. Le mescole disponibili sono due: la 1 e la 3.

Per quanto riguarda il posteriore invece, troviamo la 190/55 per la categoria Supersport e addirittura la 200/70 per le Superbike. In ogni caso, le mescole disponibili per il posteriore sono tre: 0, 1, 2. Grazie ai feedback ricevuti dai piloti nella scorsa stagione di gare, i tecnici sono intervenuti su diverse aree, per migliorare il sostegno in frenata (anteriore) e il grip ai massimi angoli di piega (posteriore).

Dunlop KR: la prova


È stupefacente constatare ogni volta come degli pneumatici possano cambiare faccia a una sportiva come la Yamaha R1. Già di suo, la Superbike di Iwata è piuttosto intuitiva, invita a spingere da subito ma equipaggiata con i “gommoni” siamo davvero a un altro livello. Il grip offerto a grandi angoli di piega (che, ricordiamolo, sono tipici di noi amatori: i piloti piegano di meno e per meno tempo) è sorprendente ed è facile trovarsi a spremere saldamente la leva del freno anche a moto molto inclinata. Anzi, è forse proprio questo il segreto di queste slick.

Nella fase di frenata a moto dritta, infatti, non sono le più comunicative ma quando si inizia a inclinare la moto (e al tempo stesso si continua a frenare forte), la R1 sembra infilarsi nel binario immaginato dal pilota. Sorprendente.

Dimenticate quindi le dicerie sulle slick: anche andando a ritmi piuttosto blandi, il feeling con queste KR è sempre elevato e non richiede capacità da pilota di alto livello. Se però si ha cuore e capacità, si possono azzardare staccate da cardiopalma, sicuri che la moto rimarrà sempre stabile, incollata sul binario. Forse non sono le gomme più “agili” della categoria: nei cambi di direzione occorre uno sforzo in più rispetto ad altre concorrenti, ma è il prezzo da pagare per un grip così esagerato quando si è in curva.

Il discorso è valido anche per il posteriore, che sia in misura 200/70 (R1) sia 190/55 (R6) risulta omogeneo con l’anteriore. Non si hanno strani squilibri, si percepisce chiaramente che entrambi i profili sono stati studiati per funzionare all’unisono con l’anteriore. Anche accelerando a moto ancora piegata, gli ondeggiamenti che vengono innescati sono facilmente prevedibili e sempre controllabili. La discesa non è repentina, ma nemmeno lenta: è controllata, proprio come i classici pneumatici racing.

A differenza di questi, però, con le KR anche l’amatore troverà facilmente il feeling necessario per divertirsi in sicurezza, senza dover forzare l’andatura oltre i propri limiti per tenerle in temperatura o per farle lavorare come si deve.

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