Supersport, VFT accoglie Antonelli: "Con noi si sentirà in famiglia"

Ventinove anni da compiere il prossimo 23 febbraio, stagioni accumulate a eccellente livello e la possibilità di tornare in alto nella classe Supersport. Niccolò Antonelli è uno dei nomi più attesi del campionato 2025, per lui colorato di blu Yamaha. Lo ha accolto con grosso calore Fabio Menghi, manager del team VFT Racing: "Il nostro nuovo pilota abita vicino al reparto corse" frase pronunciata previo accento riminese, leggermente modificato da un po' di cadenza collinare "perciò siamo tutti romagnoli e ci sentiamo in una specie di second casa. Ci conosciamo perfettamente, infatti, oltre a condividere viaggi e momenti di pista, trascorriamo del tempo libero. Appunto, tempo: la sfida col cronometro e coi rivali è appena cominciata".

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VFT in piena forma mondiale

Le casse partiranno alla volta di Phillip Island in questi giorni, sede del primo round iridato. Il team VFT e Menghi sono all'opera: "Dopo i test preliminari" le parole "Niccòlò è pronto all'importante annata. Stiamo lavorando tutti assieme in squadra, facendolo sentire a casa, supportandolo al massimo delle nostre possibilità. Arriveremo in Australia preparati e carichi al cento percento, nonostante la nuova R9 sia completamente da scoprire e sviluppare".

Una "bega" da risolvere, dialettamente parlando, era la posizione di guida: "Antonelli è piccolo, ma sarà un fantino molto veloce. Abbiamo approntato un piano di seduta completamente dedicata, tra sella, pedane, semimanubri e parti della carena. La cosa bella? Il feedback riscontrato dalla moto è ottimo, con tempi di assoluto rilievo".

Nic Anto: nuova R9 nelle sue mani 

Menghi si sofferma nuovamente sulla punta VFT Racing, 4 Gran Premi vinti e 11 podi calcati: "Niccolò un pilota di grossa esperienza e, non a caso, ha vinto gare della Moto3 mondiale. So che ha il desiderio di portare in alto i nostri colori, volontà da me ovviamente condivisa. Di ogni progetto e stagione sinora affrontata, questa mi rende particolarmente orgoglioso". 

Fabio, ex pilota con la manetta rimasta tutt'oggi aperta, descrive la tre cilindri di Iwata: "Ah dì" intercalare tipico del posto "sicuramente diversa dalla quattro in linea da 600 centimetri cubi, alla quale andava tirato il collo. La novecento, magari oggi un pelò più impegnativa della R6, ripaga con grossa coppia motrice, perciò si esce dalle curve a grande rapidità. Si possono ottenere grossi risultati, la fiducia nel progetto è alta, verrà ricompensata presto".