SSP, Stefano Manzi: "Sono politicamente scorretto, ma mi piace così"

SSP, Stefano Manzi: "Sono politicamente scorretto, ma mi piace così"© GpAgency

La seconda vita del pilota Yamaha: "Lottare per il titolo con l’amico Bulega è una soddisfazione anche perché la Yamaha che guido, per quanto competitiva, è svantaggiata rispetto alle NG"

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26.09.2023 ( Aggiornata il 26.09.2023 09:51 )

Veloce in pista quanto senza peli sulla lingua una volta alzata la visiera del casco. Stefano Manzi è uno dei grandi protagonisti della stagione del mondiale Supersport, dove con la Yamaha R6 di un top team quale Ten Kate – squadra plurititolata nella categoria e bi-campionessa in carica con Dominique Aegerter – difende l’onore delle tradizionali 600 di cilindrata, sfidando moto di cubatura superiore.

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Stefano Manzi, senza peli sulla lingua


Anche se era stato proprio Manzi, lo scorso anno con la Triumph, a firmare lo storico primo successo di una moto Next Generation. Il riminese classe ‘99 è secondo nel Mondiale della classe intermedia, ed è l’unico baluardo contro il primato dell’amico e coetaneo Nicolò Bulega, con cui ha già dato vita a battaglie appassionanti, tra cui spicca senza dubbio quella di Misano culminata con il trionfo di Manzi.

Cresciuto nella VR46 Riders Academy, Manzi ha cambiato paddock dopo un’esperienza nel Motomondiale che non gli ha regalato troppe soddisfazioni: tra le derivate, il romagnolo ha trovato l’ambiente ideale. Del resto lui stesso si definisce "Politicamente scorretto, non pretendo di piacere a tutti, ma dico sempre ciò che penso". Anche per questo, Manzi si sta facendo strada nel cuore degli appassionati di un ambiente più “ruspante” rispetto a quello dei prototipi.

E, fedele al suo stile senza filtri, parla dell’attuale regolamento della Supersport, delle sue ambizioni future e dell’obiettivo di sbarcare in Superbike, ma anche dello stesso passaggio dal Motomondiale alle derivate, che gli ha permesso di rilanciare alla grande la propria carriera.

Sei uno degli assoluti protagonisti del mondiale SSP: come giudichi la tua stagione fino a questo momento?

“Il bilancio della stagione non può che essere positivo visto che c’eravamo prefissati obiettivi che poi abbiamo raggiunto, cioè riuscire a vincere delle gare ed essere in piena lotta per il titolo. Non stiamo deludendo le aspettative”.

Sei passato a un top team come Ten Kate, squadra plurititolata nella categoria: come ti stai trovando?

“Sono molto contento, perché è un team pluricampione del Mondo, all’interno c’è un bel clima, e il metodo di lavoro della squadra si sposa quasi alla perfezione con il mio. Non ho avvertito particolare pressione arrivando qui perché, fortunatamente, sono riuscito a essere competitivo fin da subito e ora mi sento parte di questo gruppo a tutti gli effetti”.

Le aspettative su di te erano alte fin da subito.

“Assolutamente sì, soprattutto perché guido la moto con cui Aegerter si è laureato campione del Mondo nelle due annate passate. Bisogna puntare sempre al massimo e un weekend di gara va reputato buono soltanto se saliamo sul podio sia in Gara 1 che in Gara 2, anche se in realtà si può essere pienamente soddisfatti esclusivamente con le vittorie. Per fortuna, come detto, sono arrivate anche quelle”.

Manzi, baluardo Yamaha


Sei spesso il più veloce tra i piloti Yamaha e sei l’unico in sella a una 600 nella Top 5 del Mondiale.

“Non guardo particolarmente il rendimento dei miei compagni di marca visto che il mio focus principale è stare davanti a tutti puntando al titolo, ma sono contento di essere quasi sempre il migliore dei piloti Yamaha in gara. Significa che ci sto mettendo del mio per viaggiare nelle prime posizioni nonostante quest’anno la nostra non sia la moto migliore della griglia”.

Il tuo principale avversario nella corsa al titolo è Nicolò Bulega, tuo ex compagno di allenamenti nella VR46 Riders Academy: che rapporto hai con lui?

“Sono felice di lottare per il Mondiale con lui, perché abbiamo un ottimo rapporto e ci conosciamo da tantissimi anni. Ovviamente in pista siamo rivali ed è normale che ci sia qualche attrito, visto che siamo due piloti molto determinati che corrono per due marchi diversi. Ma fuori siamo amici e ci incontriamo spesso, visto che frequentiamo anche la stessa spiaggia. Nemici in pista, sì, ma c’è rispetto reciproco tra di noi”.

A proposito di moto differenti: cosa pensi dell’attuale regolamento della Supersport?

“È chiaro che al momento le vecchie Supersport da 600 cm³ come Yamaha e Kawasaki sono svantaggiate e la direzione presa è quella di arrivare a una griglia formata interamente da moto Next Generation. L’ho vissuto in prima persona visto che l’anno scorso guidavo la nuova Triumph: la differenza rispetto a una moto ormai destinata a sparire si sente, visto che la R6, per quanto ancora veloce e campionessa in carica, ormai è a fine corsa e nel 2025 verrà rimpiazzata da un nuovo modello”.

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