SBK, Bassani: "Io dopo Rea? Mi basterebbe vincere la metà di lui, per il titolo dico Toprak"

SBK, Bassani: "Io dopo Rea? Mi basterebbe vincere la metà di lui, per il titolo dico Toprak"

L'INTERVISTA - Axel spiega: "L'ho visto guidare, forza meno che con Yamaha ed i tempi arrivano. Io un personaggio? Essere limpido credo sia una forma di rispetto, anche verso chi guarda da casa"

19.02.2024 13:59

Axel Bassani, per il momento e per fortuna, non è cambiato. L’aver indossato la divisa verde e nera del team KRT infatti non ha intaccato la sua vena spiritosa e serena, che lo rende uno dei piloti più divertenti con cui dialogare. Anche alle porte di una stagione che si preannuncia complicata, a causa di una ZX-10RR sempre più alle prese con il peso degli anni, ma che Axel vuole cercare di portare il più in alto possibile.
 
Axel, sei pronto per iniziare questa nuova stagione in Superbike?
 
“Mi sento pronto. Vorrei girare sempre, per capire la Kawasaki ed adattare il mio stile, ma ci siamo”.
 
Su chi punteresti un euro come campione del mondo?
 
“Se devo essere onesto dico Toprak. L’ho visto guidare a Jerez e guida molto più facilmente rispetto a quanto faceva con Yamaha: può fare a meno di spingere del tutto, ma il tempo lo ottiene comunque”.
 
Che inverno è stato per te? Hai cambiato tante cose, a partire da moto e... casco.
 
“Per il casco ero preoccupato perché di solito sono pignolo, invece mi sono trovato bene (sorride ndr). E’ stato un inverno corto, dato che i test sono finiti tardi e di conseguenza siamo stati fermi poco, ma è meglio così dato che ho bisogno di stare il più possibile sulla moto. La Kawasaki è completamente diversa dalla Ducati: non meglio o peggio, diversa. Di conseguenza devo cambiare stile, sia in frenata che in percorrenza ed accelerazione. A Portimao ho fatto uno step in avanti ma serve tempo, anche perché se provassi a forzare farei peggio. Il miglioramento deve venire un passo alla volta”.

Pensi che il tuo carattere espansivo ti abbia aiutato ad essere selezionato da Kawasaki?
 
“Non saprei. Io cerco di essere quello che sono e di dire quello che penso, in modo da andare a dormire tranquillo. Non voglio fare il finto o il lecchino, ossia la categoria che odiavo anche a scuola: se ho un problema lo dico, dato che è meglio essere chiari piuttosto che raccontare le favole. Ovviamente resto nei limiti, cercando di essere il più limpido possibile. Credo sia una forma di rispetto anche verso chi è a casa: penso sia giusto cosa com’è realmente nel paddock, senza che vedano solo le belle immagini da spettatore in tv. Quando guardo da casa certi campionati mi girano se sento determinate cose, ma ognuno ha le sue idee”.

Bassani, la pressione e l'eredità di Rea

Ti aspettavi un primo impatto migliore?
 
“Tempi alla mano ho girato più forte rispetto ai miei test dell’anno passato, anche se la posizione non lo conferma. A Portiamo ad esempio se avessi sfruttato la SCQ avrei chiuso in top ten, pur non essendo ancora al 100% in sella. So che tutti vorrebbero vedermi subito veloce ma non è il mio caso: io devo crescere con calma, cercando di sistemare la moto e svilupparla, per poi arrivare a giocarci le posizioni che contano sul finale di stagione”.
 
Hai avvertito la pressione in questi mesi?
 
“No, al massimo mi metto pressione da solo perché voglio essere veloce, come tutti i piloti. Ho un compagno con grande esperienza, che penso difenderà i colori del team ad inizio stagione, quando io potrei essere più in difficoltà. Le prime 3 o 4 gare saranno difficili, ma arriverò”.
 
La fama è cresciuta?
 
“Non direi, anche se ora ho i tifosi Kawasaki dalla mia parte. Prima mi tifavano in quanto pilota di un team piccolo in mezzo ai grandi, ma magari stavo sulle scatole ai veri ducatisti, invece ora i tifosi della casa dovrebbero essere tutti dalla mia parte”.
 
Ogni tanto ci pensi al fatto che sei in Kawasaki, ossia il team più vincente degli ultimi 10 anni? Che effetto ti fa?
 
“L’ho pensato già il giorno in cui ho firmato (sorride ndr). E’ una squadra che ho sempre osservato e mi è sempre piaciuta: è un onore esserci, ma ora sta a me farmi valere”.
 
E invece che hai preso il posto di Rea?
 
“Johnny è Johnny, ha vinto tanto ed è uno dei più forti della storia, quindi è bello essere al suo posto. E’ difficile ottenere quello che ha ottenuto lui, basterebbe la metà quindi 3 mondiali, o anche uno (ride ndr)”.

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