SBK, Rea: "Io e Kawasaki come Rossi e Yamaha, ma dovevo cambiare"

SBK, Rea: "Io e Kawasaki come Rossi e Yamaha, ma dovevo cambiare"© GpAgency

L'intervista esclusiva al campione nordirlandese: "Ho pensato al ritiro, ma l’opportunità di cambiare mi ha spinto a continuare"

24.10.2023 ( Aggiornata il 24.10.2023 09:34 )

Alla vigilia dell’ultimo ballo è normale provare un pizzico di malinconia, per quello che è stato (così bello da apparire irripetibile) e non sarà più. Ma al tempo stesso è forte la curiosità in vista della nuova avventura ormai alle porte.

Chissà cosa si prova ad accarezzare sei trofei di campione del Mondo, ottenuti con la stessa Casa costruttrice, e pensare al contempo che già dal lunedì successivo al round di Jerez – in programma a fine mese – sarà il momento di entrare in un box differente, muovendo i primi passi su un altro pianeta. Nel suo presente, Jonathan Rea incarna tutto questo e anche di più, sia per la sua storia con la Kawasaki – dove i titoli consecutivi raccontano il suo impatto leggendario sulla Casa – che per la sua intelligenza come pilota e uomo.

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Rea, ultimo ballo con la Kawasaki


Il nordirlandese è uno dei centauri più riflessivi e intelligenti del paddock, è riuscito a dare longevità alla propria carriera e al tempo stesso ha saputo calibrare le parole in tutte le situazioni. Anche quelle che forse nemmeno lui – un anno fa – si sarebbe aspettato di vivere. La separazione tra Rea e la Casa di Akashi, del resto, ha avuto sul paddock delle derivate un impatto fragoroso, pari soltanto – parlando di esempi recenti – all’addio di Valentino Rossi a Honda e Yamaha in MotoGP, oppure – guardando al presente – di Marc Marquez alla stessa Honda. Ad accentuare il rumore è stata la scelta della nuova meta, quella Yamaha contro cui – specialmente nel 2021 – Jonathan ha lottato per tutta la stagione, ma che ora sembra essere l’unica arma con la quale pensare di impensierire lo strapotere di Alvaro Bautista e della Ducati. “Vedremo l’anno prossimo chi avrà fatto la scommessa migliore” si è lasciato scappare Toprak Razgatlioglu, una volta saputo che Rea avrebbe ereditato la sua R1.

E probabilmente in cuor suo anche il Cannibale ha pensato la stessa cosa in vista di un 2024 in cui, a 37 anni, dovrà fare conoscenza con una nuova moto: del resto, non si finisce mai di imparare.

Jonathan, domanda banale ma non troppo: come stai?

Bene, molto bene. Chiarire il mio futuro mi ha permesso di pensare soltanto alle ultime gare della stagione, dando il massimo. Sono felice anche grazie a mia moglie, che pochi giorni fa ha portato a casa un nuovo cucciolo di cane: all’inizio ero un po’ arrabbiato, dato che solitamente cose del genere vanno discusse, ma mi sono innamorato in fretta. Mi sento pronto a scendere in pista in ogni momento”.

Quando hai iniziato a pensare che fosse arrivato il momento di cambiare?

“Avevo tante alternative in mente, tra le opzioni c’era anche il ritiro. Ci avevo pensato anche in passato, per esempio dopo il mio primo titolo: ai tempi, parlando con qualche amico, dissi 'ho vinto un titolo, la mia vita è completa'. Correre, però, è la mia passione e le cose vanno veloci, così anno dopo anno ho sempre pensato a quello successivo, e ora sono ancora qui. In questo 2023 le cose non sono iniziate bene, così ho pensato nuovamente al ritiro, ma l’opportunità di cambiare è stata più convincente”.

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Rea: il futuro è targato Yamaha


Perché questa scelta?

“Mi serviva qualcosa di nuovo. Mi sentivo troppo motivato e carico per smettere, e al contempo volevo una nuova sfida da affrontare".

Porterai con te in Yamaha il tuo capotecnico Pere Riba?

"Non so, per il momento ho soltanto discusso il mio futuro”.

Ritroverai Davide Gentile, il tuo elettronico fino all’anno scorso.

“Penso e spero di sì, sarebbe un punto di connessione con il passato”.

Dall’esterno sembra la conclusione di un’era: è la tua stessa visione?

“È difficile descrivere la situazione dall’interno. Non so se sia la fine di un’era, anche perché il mio nome e quello della Kawasaki saranno sempre legati in qualche modo. Si tratta di un grande capitolo della mia vita, che ora si avvia alla conclusione. Io e la Kawasaki saremo un po’ come Rossi e la Yamaha, dal punto di vista del rapporto nel tempo”.

Hai sempre parlato tanto con Razgatlioglu, in particolare negli ultimi fine settimana: ti ha fornito dei consigli?

“Onestamente non abbiamo parlato di moto, bensì di… orologi. Ne ha uno con scritto dietro “2021 World Champion”, cosa che a me manca. Abbiamo discusso anche di auto e viaggi, ma non di moto”.

Toprak ha duellato con Bautista a Portimao, uscendo sconfitto per due volte sull’ultimo rettilineo: preoccupato per il deficit di velocità della R1 sul rettilineo?

“Preferisco non rispondere”.

Nella precedente intervista su Motosprint avevamo parlato di Marc Marquez: lui sembrava destinato a cambiare mentre tu no, e invece l’hai anticipato.

“Diciamo che negli ultimi tempi ho dovuto calibrare le parole, non potevo aprirmi del tutto. Fino all’ultima gara dell’anno comunque sono un pilota Kawasaki, concentrato al 100% sul presente. Per quanto riguarda Marc immagino che la situazione sia sempre la stessa, è un campione e vuole il meglio”.

Rea: "Bassani avrà molto lavoro da fare"


Come sogni realisticamente di lasciare la Kawasaki?

“Il titolo non è possibile, ma sarebbe bello vincere un’altra gara. Se lo facessi diventerei il pilota con più vittorie mondiali nella storia, eguagliando Giacomo Agostini (fermo a 123, attualmente Rea è a 122 escludendo le due vittorie alla 8 Ore di Suzuka, nde) in questa speciale graduatoria. Farlo con il verde Kawasaki sarebbe bellissimo: a Most ho sfruttato l’occasione, mentre nella Superpole Race di Portimao no. Sono molto dispiaciuto per questo perché sentivo che era l’ultima chance per vincere con questa Casa, dato che per Jerez non ho grandi aspettative”.

Sei soddisfatto del tuo finale di stagione, in cui ti sei risollevato dopo un brutto inizio?

“Avevamo tre round ravvicinati su tre piste potenzialmente a mio favore, siamo riusciti a sfruttarli anche se non del tutto. Nelle ultime gare, comunque, il podio è divenuto una realtà costante (sei Top 3 nelle ultime nove manche, nde), ed è già un passo avanti rispetto al nostro difficile inizio di stagione”.

Axel Bassani rileverà la tua moto nel 2024: cosa ne pensi?

“Ho saputo della sua firma un’ora prima dell’uscita del comunicato, tramite un messaggio di Guim Roda (team manager di KRT, nde). Per lui si tratta di una grande chance, del resto stiamo parlando di un team ufficiale: ci siamo incontrati la sera stessa nel paddock di Portimao…”.

E cosa gli hai detto?

“Gli ho anticipato che avrà a che fare con un gruppo di persone splendide. Avrà anche parecchio lavoro da svolgere, questo è certo, ma gli auguro il meglio”.

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