SBK, Bulega: "So cos'è la pressione: l'ho già provata con Sky VR46"

SBK, Bulega: "So cos'è la pressione: l'ho già provata con Sky VR46"© GP Agency Agency

Nicolò guarda avanti: "Ora ho le persone giuste intorno, in passato non è stato così. Il contratto? Più due anni che uno, quello che serve ad un debuttante. Ora voglio il titolo SSP"

07.09.2023 ( Aggiornata il 07.09.2023 19:58 )

Dopo settimane di trattative, Nicolò Bulega può tirare un sospiro di sollievo. La V4R del team Aruba infatti è ufficialmente sua, grazie agli ottimi risultati ottenuti in Supersport finora, ed a Magny – Cours è dunque il momento di ripercorrere il viaggio che lo ha portato a centrare tale obiettivo, con un pensiero al passato ed uno al futuro. “Abbiamo iniziato a parlare prima di Imola - le parole di Bulega - e dopo quel round ho saputo che avrei corso in Superbike, il che mi ha aiutato. Non sapevo però in quale team all’inizio, anche se l’obiettivo era proprio Aruba”.
 
E’ stato complicato concentrarsi sulla pista mentre veniva discusso il tuo futuro?
 
“Sapevo che avrei fatto la Superbike, il che già era una rassicurazione importante. Sono stato in situazioni peggiori. Come detto speravo di arrivare nel team Aruba, e dopo la conferma mi sono sentito certamente più leggero”.
 
Qual è la durata del contratto?
 
“Il contratto è più sue due anni che sul singolo, diciamo così. Da debuttante del resto fare un contratto di un solo anno non avrebbe avuto senso”.

Dalla Moto3 alla SBK: il viaggio di Bulega

Il passaggio in Supersport è sembrata l’ultima occasione per te, ma tutto sembra andato per il meglio.
 
“Un pilota che lascia la Moto2 per la Supersport è consapevole di avere poche chance rimanenti: qui sai che puoi arrivare in Superbike, come sta accadendo a me, il che è ottimo, altrimenti è difficile vivere di moto”.
 
Come è cambiato il Bulega della Moto3 e della Moto2 rispetto a quello attuale?
 
“Ho imparato dagli errori, ed a capire le persone. In particolari a circondarmi delle persone che personalmente pensavo che potessero farmi del bene. Questo per è fondamentale. In passato inoltre credo di non avere mai avuto un gruppo come quello attuale, dato che in passato ho avuto persone che non mi piacevano con me: il lato umano della squadra è molto importante, e ora posso contare su un grande supporto, in grado di fare emergere il mio talento”.

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