Imola: curve, lunghezza e criticità per la SBK

Imola: curve, lunghezza e criticità per la SBK© GPAgency

Ecco tutto quello che c’è da sapere sul tracciato emiliano, dove nel weekend del 14-16 luglio si svolgerà il settimo round del Mondiale Superbike

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14.07.2023 ( Aggiornata il 14.07.2023 15:50 )

Archiviato il round di Donington Park con Alvaro Bautista che ha sempre più in mano il Mondiale 2023, la Superbike non conosce (almeno per il momento) pausa estiva ed è pronta ad iniziare la seconda parte con il round 7 su un altro tracciato mitico del campionato, Imola.

Il tracciato sulle rive del Santerno è entrato nel calendario nel 2001 ma già nel 2002 è stato teatro della gara forse più bella del Mondiale, la battaglia tra Bayliss ed Edwards per il titolo di quell’anno. Con quella di quest’anno sono 18 le edizioni del round di Imola in tre stint temporali: 2001-2006, 2009-2019, dal 2023 

Storia e caratteristiche del tracciato di Imola


La storia del tracciato di Imola è abbastanza particolare e molto interessante. La posa del layout che conosciamo tutti (con tutte le modifiche negli anni per ottemperare agli standard di sicurezza) risale al 1950 ma il progetto originale del tracciato risale alla fine degli anni 40, e più precisamente al 1948. In quegli anni, grazie all’intervento di Checco Costa (il papà del Dr Costa) e di Enzo Ferrari, viene realizzato un tracciato semi-permanente di 5017 metri ricavando collegando tra loro strade già esistenti e pezzi di strade nuove.

La posa della prima pietra del nuovo tracciato, questa volta permanente, viene messa il 22 marzo 1950 mentre il primo test risale al 19 ottobre 1952 e svolto sia da piloti di auto che da piloti di moto. L’inaugurazione ufficiale risale al 25 aprile 1953 con una gara del campionato italiano velocità classi 125 e 500. Mentre il Motomondiale ha corso ad Imola fino al 1999 (ultima edizione del Gran Premio Città di Imola), la SBK ha aggiunto Imola nel suo calendario a partire dal 2001.

Negli anni il tracciato di Imola, dedicato prima a Dino Ferrari, figlio di Enzo scomparso a soli 24 anni per una distrofia muscolare, e poi allo stesso Enzo, ha subito diverse modifiche, le più importanti dopo i tragici fatti del 94 con le morti di Ratzenberger e Senna: il lungo tratto velocissimo Tamburello-Villeneuve che porta alla Tosa viene spezzato da due varianti, Tamburello e Villeneuve. Cambiano anche i tratti delle Acque Minerali e della Variante Bassa, ora entrambi sono costituiti da un unico punto. Il layout attuale misura 4936 metri e consta di 19 curve.

I tratti caratteristici del tracciato emiliano


Come detto in precedenza, Imola nel corso degli anni ha subito stravolgimenti al suo layout soltanto dal 1994, modificando quei tratti che hanno caratterizzato in negativo quel tragico weekend: Tamburello, Villeneuve, Acque Minerali, Variante Bassa

I punti di frenata più difficili sono: Tamburello, bisogna attaccarsi ai freni all’ingresso arrivando dal rettilineo principale; Tosa, tornante a sinistra dopo il breve allungo in uscita dalla Villeneuve (vedere la battaglia Bayliss-Edwards); Piratella, curva a sinistra cieca in discesa che porta alle Acque Minerali; Acque Minerali, frenata secca per l’inserimento soprattutto del primo tratto a destra; Rivazza, curva quasi a 90° a sinistra dopo il tratto veloce in uscita dalla Variante Alta. 

Il layout di Imola offre diversi punti dove poter superare il pilota che precede: Tamburello, sfruttando la scia del rettilineo; Villeneuve, sfruttando l’accelerazione in uscita dal Tamburello ma è facile subire il contrattacco se si sbaglia l’inserimento; Tosa, se si sta tutto interno si può passare ma il rischio è l’incrocio di traiettoria in uscita; Acque Minerali, soprattutto l’ingresso con la staccata secca a destra; Variante Alta, sfruttando l’accelerazione in uscita dalle Acque Minerali; Rivazza 1, facile però finire larghi se si frena troppo; Variante Bassa.

Incidenti, gare epiche e sorpassi incredibili ad Imola


Incidenti

Pensando ad Imola, l’unico incidente degno di nota è quello di Troy Bayliss del 2001 in occasione dell’ultimo round stagionale e Mondiale ormai acquisito.

30 settembre 2001, ultimo round della stagione. Siamo al penultimo giro di gara-1. Troy Bayliss, con livrea che ricorda la vittoria di Paul Smart alla 200 miglia di Imola, in bagarre con Laconi e Xaus, poi vincitore, viene centrato dal francese ricadendo sulla spalla destra e rompendosi la clavicola senza riuscire a prendere parte alla seconda gara.

Gare epiche

Quando si pensa ad Imola in SBK c’è una sola gara che viene in mente, ovvero quella del 2002 per il titolo tra Troy Bayliss e Colin Edwards, recentemente ripercorsa attraverso il documentario della SBK “The Showdown”.

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Sorpassi incredibili 

DI per sé basta vedere cosa è stata QUELLA gara per i sorpassi che si sono scambiati Bayliss ed Edwards. Tutte le curve della pista, Tamburello, Villeneuve e Tosa su tutte, sono diventate teatro di sorpassi incredibili. 

Un altro sorpasso incredibile è quello di Marco Simoncelli su Max Biaggi, entrambi su Aprilia, alla Variante Bassa nel 2009 nella gara-2 di quel Mondiale conteso tra Nori Haga e Ben Spies 

Statistiche e record di Imola


Il tracciato sulle rive del Santerno è presente nel calendario del Mondiale soltanto dal 2001 e quest’anno taglia il traguardo delle 18 edizioni.

Nel 2001 Imola è l’ultimo round della stagione, vincono Ruben Xaus gara-1 e Regis Laconi gara-2, mentre l’ultima presenza risale al 2019, quinto round su 13, con due vittorie di Jonathan Rea (gara-1 e Superpole Race).

Per i record, la pole è di Chaz Davies del 2019 in 1’45”180 mentre il giro record è di Jonathan Rea in 1’46”023.

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