Fabrizio, unico profeta in patria ad Imola: "Il podio con Simoncelli ha reso tutto più speciale"

Fabrizio, unico profeta in patria ad Imola: "Il podio con Simoncelli ha reso tutto più speciale"© GPAgency

Michel e quella domenica del 2009: "Non sapevo se mi fosse permesso vincere: per fortuna Haga ha perso il titolo per 7 punti e non 5. La SBK ora? Sembra serva il clacson per passare"

11.07.2023 ( Aggiornata il 11.07.2023 17:27 )

Essere unici, nel mondo del motociclismo, è spesso sinonimo di grandezza. Michel Fabrizio lo sa e, alla vigilia del round Superbike di Imola, può ancora fregiarsi di un titolo che tanti al suo posto vorrebbero, ossia quello di unico pilota italiano in grado di vincere una manche della classe regina delle derivate in riva al Santerno.

Un qualcosa che impressiona, se pensiamo alla lunga lista di talenti azzurri che hanno vinto e ben figurato in Superbike, che a differenza del romano non sono mai riusciti a conquistare la gloria di fronte al pubblico imolese, da sempre tra i più caldi del calendario. Fabrizio dal canto suo ha vestito i panni del profeta in patria nel 2009, in sella alla 1098R dell’ufficialissimo team Ducati Xerox, conquistando il secondo stagionale dopo quello di Monza. Da un tempo del motorsport italiano ad un altro, quasi come un segno del destino.
 
“In Gara 1 ho avuto un problema al braccio – inizia a raccontare Fabrizio - che mi ha costretto a chiudere 3°, ma in Gara 2 volevo davvero vincere, perché sapevo di avere le carte in regola per farlo. Io ed il team ci siamo presentati in griglia nella migliore condizione possibile, e tutto è andato nel verso giusto. Pole position, giro veloce e vittoria: è stata la giornata perfetta. Essere salito sul podio con Marco (Simoncelli ndr) poi ha reso tutto più speciale, più unico, è un ricordo che mi porterò sempre dentro. Ho saputo solo il giorno dopo di essere stato il primo italiano a vincere a Imola: non ne avevo idea”.
 
Qual è il momento che ti è rimasto maggiormente impresso?
 
“Tanti. Salire sul podio e ricevere il bacio ed i complimenti di Claudio Domenicali è stato incredibile. Una giornata piena di emozioni, anche se travagliata”.
 
Perché?
 
Non sapevo infatti se potevo o meno vincere, tanto che durante la gara ho visto i miei uomini tentennare con la tabella. Per mia fortuna Haga (2° in quella gara ed in lotta con Ben Spies per il titolo ndr) ha perso il mondiale per il 7 punti e non per 5: in caso contrario non so cosa sarebbe successo, magari il primo ducatista che avrei incontrato mi avrebbe sparato (ride ndr)”.

Fabrizio sulla Superbike di oggi

Chi tra i piloti della Superbike di oggi potrà fare la differenza?
 
“Sinceramente non so, perché non sto più guardando il motociclismo. Mi manca come pilota, ma non riesco più a seguirlo perché mi sembra tutto un cinema. Bautista è davvero forte, ma certe differenze e certi distacchi ti tolgono la voglia di guardare le gare. Anche il caso Bassani – Rinaldi non mi è piaciuto, dato che è stato un semplice incidente di gara, sul quale è stata montata troppa polemica. Oggi sembra quasi che servano due colpi di clacson per passare un rivale”.
 
Era diversa la Superbike del giorno della tua vittoria a Imola?
 
“La differenza più evidente è relativa al pubblico. In passato poi si vedevano spesso piloti non ufficiali nella battaglia per il podio, mentre ora è raro, e vi erano nomi del calibro di Corser, Haga, Biaggi o Toseland. Oggi una moto ufficiale ti aiuta tanto per salire sul podio, mentre prima non era scontato”. 

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