Imola SBK 2001: la pipì di Xaus e le lacrime di Laconi

Imola SBK 2001: la pipì di Xaus e le lacrime di Laconi© GPAgency

Debutto mondiale per le derivate, con le vittorie di Ruben e Regis: l'urina dello spagnolo e il pianto del francese bagnarono il Santerno

10.07.2023 ( Aggiornata il 10.07.2023 12:14 )

Domenica 30 settembre 2001, il cielo di Imola era di un grigio che, scritto così potrebbe ispirarvi tristezza, in realtà risultava piacevole, perché esaltava tutte le tinte che coloravano il debutto della SBK iridata al Santerno. Nell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari dominava un silenzio quasi assordante, battuto dall’accensione dei motori a quattro tempi derivati di serie. Sulla linea di partenza venne rispettato un minuto di raccoglimento per ricordare le vittime di quel maledetto ma indimenticabile 11 settembre. New York, così distante, era rappresentata dai volti seri degli americani Colin Edwards e Ben Bostrom. La felicità dei vincitori di tappa, Ruben Xaus e Regis Laconi, fece capire - ancora una volta - quanto lo sport fosse e sia messaggio di unione e di speranza a un mondo migliore. 

Prossime gare SBK

Xaus e la “toilette” di Imola: seconda vittoria in SBK nel 2001

Dopo l’assenza di suoni per gli interminabili 60 secondi, le moto trovarono voce, previa accensione degli allora avviatori a spingere la ruota posteriore. Fu come un tuono: i bicilindrici Ducati, Aprilia e Honda con le proprie tonalità, i quattro in linea Suzuki, Yamaha e Kawasaki “fischiavano”, baritonale il suono del tre cilindri Benelli. Ad un certo punto, un alto e corpulonto pilota vestito di Rosso lasciava la sua 996R nelle mani dei meccaninci Infostrada; ehi, ma dove cavolo sta andando Ruben Xaus? Tra pochi minuti scatta la prima manche...

Semplice: lo spagnolo, vuoi per la forte emozione, aggiungiamo nell’obiettivo di smaltire quanto bevuto precedentemente alla contesa, abbandonò per qualche istante l’ottava posizione dello schieramento, dirigendosi verso il muretto di cinta a dividere tracciato e tribuna centrale. Un colpo secco alla zip della tuta in pelle e... via di pipì, esattamente contro il muro e davanti a migliaia di tifosi. Le telecamere non inquadrarano il giovane numero 11 che, fidatevi di chi era presente, urinò disinvolto, convinto e... veloce.

Evidentemente sapeva di aver passo da vittoria, a dispetto della scivolata accusata in Superpole. La Superpole quella vera, per intenderci. Infatti, grazie a ritmo indiavolato e sorpassi a dir poco rischiosi, riuscì a imporsi per la seconda volta nella stagione, che poi fu anche la seconda volta di carriera in SBK. Lo fece, presentandosi al box osservato dai più: le carene della Ducati presentavano evidenti buchi e grattate, frutto delle esagerate pieghe esibite, con le quali relegò nomi piuttosto pesanti: oltre ai già citati statunitensi, menzioniamo l’inglese Neil Hodgson, gli australiani Troy Corser e Troy Bayliss. A proposito, come si piazzò il neo campione del mondo? Male, perché coinvolto in un incidente dal quale si rialzò con una clavicola fratturata. Andò a terra pure il francese Regis Laconi, riscattotosi dopo poche ore.

Classifica piloti SBK

Laconi e Aprilia in trionfo nella SBK di Imola 2001: tutti zitti!

Chi sosteneva che la RSV Mille potesse trionfare solo per mezzo delle mani e incastrata tra le chiappe di Troy Corser, dovette ricredersi. Sì, il team Virgilio Aprilia Axo aveva nel coccodrillo la prima punta, però la “spalla” transalpina non era affatto male. A proposito di male, come avrete letto, Troy Bayliss lasciò il Santerno col braccio legato al collo. Che dolore! Per sua fortuna - e bravura - il titolo era già in cassaforte.

Quindi, l’ultimo round stagionale si corse per onorare contratti e rispettare i tanti tifosi arrivati in circuito. Insomma, a Imola i piloti si divertirono, nel vero senso del termine. In un gruppo ricco di personalità uniche. Regis Laconi non invidiava nessuno i quanto a doti da personaggio, crediateci, manetta destra. Magari peccava di emotività, tuttavia il francese di origine sarda spiccava per coraggio, rapidità e talento.  Lo dimostrò in Gara Due, affermandosi. L’apparentemente troppo voluminosa nera di Noale gommata Dunlop era, invece, agile a mò di gatto affamato: in quel caso, di trippa ne fu mangiata dal nativo di Saint Dizier, mentre per gli altri... bè, il detto già lo conoscete. Perlomeno, dovreste averlo sentito da qualche parte.

Le lacrime stridevano d'assurdo: nessuno come Regis affrontava i seguenti punti del tracciato: la Piratella e la discesa che porta alla Rivazza erano di sua proprietà. Certo, Laconi volava altrettanto nelle restanti parti di Imola, e il fotofinish lo inserì tra i grandi categoria, lanciandolo diretto in MotoGP. Sempre con e per Aprilia, sulla esageratamente tecnologica e poco compresa - dagli addetti ai lavori - RS Cube.

P.S. Il pianto di Laconi palesò gioia e rabbia: per la serie "zitti tutti", posso vincere pure io.

Sarà indetta una "asta speciale" per aiutare gli alluvionati dell'Emilia-Romagna

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