SBK, Imola: dove eravamo rimasti? Dalla rinascita di Rea... alla pioggia

SBK, Imola: dove eravamo rimasti? Dalla rinascita di Rea... alla pioggia© GPAgency

Con il rientro ufficiale in calendario la mente torna al 2019, quando il round emiliano fu - per più ragioni - storico

28.02.2023 ( Aggiornata il 28.02.2023 17:59 )

Bentornata Imola. Già, lo storico e fascinoso tracciato “Enzo e Dino Ferrari” infatti torna ufficialmente a far parte del calendario Superbike dopo tre anni di assenza, colmando quella lacuna rimasta finora nel calendario 2023 delle derivate di serie. 
 
Per celebrare ed entrare – seppure in anticipo – in clima Imola è dunque giusto fare un piccolo salto nel passato proprio al 2019, ultimo anno nel quale il tracciato emiliano ha ospitato la Superbike, dando vita ad un round ricco di spettacolo ma anche di polemiche.

Rea e l’inizio della rincorsa

Per Jonathan Rea Imola 2019 ha significato una cosa sola: il ritorno alla vittoria. Dopo il folgorante inizio di stagione di Alvaro Bautista infatti il nordirlandese dovette attendere sino al round italiano – il quinto della stagione – per conquistare la prima vittoria in Gara 1, che bissò immediatamente nella Superpole Race.
 
Che la fascinosa Imola possa essere nuovamente alleata di Rea? Possibile, ma non va dimenticato come già all’epoca, quando il feeling con la propria V4R era ottimo ma non eccellente come oggi, Bautista riuscì egregiamente a limitare i danni:  lo spagnolo infatti conquistò la seconda piazza in Gara 1, per poi chiudere terzo – alle spalle di Rea e dell’allora compagno Chaz Davies – la Superpole Race.

La pioggia ed Imola: un rapporto difficile

Il round di Imola 2019 però passò in un certo qual modo alla storia non solo per l’inizio della rincorsa al titolo di Rea, ma anche per l’aver ospitato due manche invece che tre. Come in parte previsto già dai giorni precedenti infatti la pioggia arrivò copiosa sull’ “Enzo e Dino Ferrari” nella giornata di domenica, “risparmiando” la Superpole Race – e la gara unica della Supersport – ma non Gara 2, che non venne disputata.
 
Questo al termine di una lunga discussione tra i piloti, con pochi – tra i quali Rea – piloti disposti a correre e molti alti – Bautista in primis – fermamente convinti che fosse troppo pericoloso: una linea di pensiero rivelatasi poi quella vincente.
 
Imola del resto è un tracciato vecchio stile, con i muri piuttosto vicini ed un asfalto capace solo in parte di drenare la pioggia. Caratteristiche che Bautista ricorda bene, tanto che anche dopo il round di Phillip Island ha confermato la sua opinione – non proprio – favorevole nei confronti del ritorno in calendario del tracciato italiano. “Secondo me la pericolosità è al limite – le parole di Alvaro – sia per i muri che per le vie di fuga esigue. Preferirei non correre in tali condizioni, ma se dovessimo farlo incrocerò le dita affinché tutto vada per il meglio”.

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